venerdì 26 giugno 2015

0049 - gli interessi della Casata della Sabbia

Gli avventurieri salutano lo gnomo e si dirigono alla sede della Casata della Sabbia. Un ragazzo li accompagna nell'ufficio di Amir e li annuncia prima di farli entrare.
Il mercante appoggia sul tavolo la penna d'oca e chiude un libro mastro, poi si alza in piedi. "Salute a voi! Cosa vi porta da me?"
Zigfrid prende la parola. "Ci è stato affidato un compito sulla piccola isola di Bhelani da parte del mecenate Bilmin. Staremo via per circa cinque settimane. Dobbiamo ritrovare un oggetto all'interno di un tempio abbandonato di Myrkul".
Amir si appoggia alla scrivania. "Sono contento che abbiate trovato un incarico, però l'impresa che mi avete descritto non è di alcun interesse per la Casata della Sabbia, quindi non posso finanziarvi oltre alla paga settimanale".
"Bilmin Occhiodoro avrebbe un debito di riconoscenza nei vostri confronti, se la Casata fosse parte attiva in quest'impresa" dice Zigfrid, accennando un sorriso.
"La politica nel Durpar si focalizza sulle attività materiali e sulla ricchezza. Un debito di riconoscenza non rientra nelle nostre abitudini, mi spiace".
Una smorfia si dipinge sul volto del mago. "Capisco".
"Avete detto che la vostra destinazione è l'isola di Bhelani. Se non erro, si trova nell'arcipelago al centro delle Acque Dorate. E' una zona scarsamente popolata e per questo lontana dalle mie rotte commerciali. Da quel che sappiamo, ci vivono solo piccole comunità di pescatori. Se riuscirete a trovare qualcosa di interesse per la Casata e siglerete un'accordo commerciale vantaggioso, verrete ricompensati".
"Terremo gli occhi aperti" dice Miodrag.
"Vi auguro di fare un buon viaggio" conclude Amir, "e di tornare con nuove ricchezze. Approfittatene per allontanarvi dal deserto e dalla sabbia".
Fiona si avvicina allo spadaccino. "Scambiamo il deserto" sussurra, "con una palude. Ci va alla grande".

giovedì 25 giugno 2015

0048 - equo compenso

Zigfrid si alza, seguito dagli altri. "Bene, ora sappiamo cosa dobbiamo fare".
Nieven accompagna alla porta gli avventurieri e consegna loro un piccolo rotolo portapergamene. "Dentro troverete il rituale ed una descrizione delle peculiarità e dell'aspetto del fuoco fatuo che dovete trovare. Vi ho trascritto tutto quello che ho trovato nei miei libri".
Prima di uscire, Fiona si gira a guardare il mago. "Possiamo riferire a Bilmin che può venire a trovare sua nipote?"
"Fate pure, non ci sono problemi. Ricordate, però, che la ragazza verrà liberata solo quando avrò la Candela".
"Riferiremo il messaggio".

Il gruppo si allontana dalla villa dell'elfo e si ferma sotto il portico di un palazzo.
"Dobbiamo andare a parlare con Amir" dice Fiona guardando gli altri. "Tutto questo che interesse può avere per la Casata della Sabbia? Se per loro non è di alcuna utilità, non verremo spesati di nulla".
Zigfrid le lancia un'occhiata di sufficienza. "Secondo te l'esplorazione di un antico tempio con chissà quali tesori non ha interesse per loro?"
"Mettiamo che non sia interessato. In quel caso che facciamo?"
"Nieven ha detto che per lui non è una questione di soldi. Però possiamo farci pagare da Bilmin per il servizio che gli rendiamo".
Miodrag si appoggia ad una colonna. "Chi ci pagherà ha poca importanza. Mi alletta l'idea di poter esplorare questo tempio di Myrkul!"
Fiona gli lancia un'occhiataccia. "Di tutta questa faccenda la cosa che mi alletta di meno è proprio l'idea di entrare nel tempio di un dio della morte".
Lo spadaccino scrolla le spalle e si dirige verso la strada principale. "Forza, andiamo a parlare con Bilmin e vediamo di convincerlo a finanziarci".

Lo gnomo non maschera la sua trepidazione mentre accoglie il gruppo nel suo salotto affollato di oggetti preziosi. "Allora? Cosa avete scoperto?"
"Buone nuove" esclama Miodrag, "Tinky si trova in città, è viva e sta bene".
"Sono così felice!" dice Bilmin con gli occhi lucidi e la voce tremante dall'emozione. "Grazie! Grazie! E quando la riporterete a casa?"
Zigfrid alza una mano. "Non è così semplice. Ci vorranno circa cinque settimane per riportare la ragazza a casa".
Lo gnomo smette di saltellare per il salotto e torna improvvisamente serio. "Così tanto? Perché mai?"
"Sua nipote è prigioniera di un mago" dice Fiona, con aria grave. "Era penetrata in casa sua per rubare ed è stata scoperta. E cercando di fuggire ha rotto qualcosa a cui il mago era estremamente legato".
Bilmin abbassa lo sguardo e comincia a tormentarsi le mani. "Si è cacciata proprio in un bel guaio".
"Sì, è così. Abbiamo parlato con il mago. E' disposto a liberare Tinky, ma è necessario recuperare un oggetto che possa sostituirlo".
"Dove posso acquistare quello che Tinky ha rotto? Oppure potrei rimborsarne il valore!"
"Non è nulla che possa essere acquistato ed il mago non è interessato ai soldi" puntualizza Zigfrid.
Una nuova lacrima solca la guancia di Bilmin. "Quindi? Prima avete parlato di cinque settimane".
"Esatto" dice Fiona. "Dovremo raggiungere un'isola nelle Acque Dorate per poter recuperare l'oggetto. Conosce qualcuno che può portarci sull'isola di Bhelani?"
"Proverò ad informarmi tra i miei contatti".
Miodrag si appoggia allo schienale della sedia. "Siamo disposti ad affrontare quest'impresa, ma dovrà finanziarci".
Bilmin scruta a lungo il volto dello spadaccino, poi si accomoda su una sedia. "Posso offrirvi duemila monete d'oro a testa per l'impresa".
Fiona nasconde lo stupore con un colpo di tosse, mentre Miodrag esplode in una sonora risata. "Dobbiamo affrontare due settimane per mare! Ha idea di dove siamo diretti? E' meglio che nemmeno nomini cosa dovremo affrontare..."
"Posso arrivare al massimo a tremila".
"Penso possa essere un equo compenso" dice lo spadaccino, stringendo la mano allo gnomo. "Affare fatto!"

mercoledì 24 giugno 2015

0047 - scopi personali

"Quindi lei possedeva una Candela di Myrkul e Tinky l'ha rotta" commenta Miodrag. "Questo vuol dire che ha un fuoco fatuo che vaga per casa sua?"
"No, una volta che una Candela si rompe, lo spirito è libero dal vincolo che lo lega al Piano Materiale e quindi raggiunge l'aldilà".
"Comunque non capisco in cosa possa ripagarla la ragazza" chiede Fiona.
"Semplice. Ne vorrei un'altra".
"E cosa si può fare per procurarsene una?"
"Esiste un rituale per rinchiudere uno di questi fuochi fatui in una bottiglia. In pratica, è un patto con lo spirito. Lui si concede alla prigionia ed in cambio ottiene la possibilità di raggiungere l'aldilà in un qualche momento futuro".
Zigfrid fissa il mago. "E cosa se ne fa lei di una Candela di Myrkul?"
"Non potreste capire".
"Sia così gentile da spiegarcelo lo stesso".
L'elfo sospira. "Il legame con il regno dei morti permette allo spirito di accedere a conoscenze che noi non possediamo. Studiandolo potrei ottenere quello che mi serve".
"E sarebbe?"
"I miei scopi personali non vi riguardano. L'unica cosa che dovete sapere è che la ragazza verrà liberata in cambio di una Candela".
Fiona appoggia la tazza sul tavolino. "Quindi dobbiamo trovare un'altra Candela. Oppure imprigionare uno di questi speciali fuochi fatui, giusto?"
"Esattamente".
"E dove lo troviamo? Non ci sono più seguaci che venerano Myrkul".
"In questa settimana ho impiegato notevoli risorse per trovare qualche indizio che mi porti ad un'altra Candela. Sono riuscito a recuperare un tomo antico a cui purtroppo mancano alcune pagine. Il libro parla di un tempio di Myrkul edificato in mezzo ad una giungla paludosa sulla piccola isola di Bhelani, al centro delle Acque Dorate. Quasi sicuramente è abbandonato da molto tempo, ma è scritto che all'interno del tempio si svolgevano rituali e sacrifici. E' possibile che lì si trovi lo spirito di un paladino trasformato in fuoco fatuo".

martedì 23 giugno 2015

0046 - un bene prezioso

Fiona, Delorean e Miodrag spostano gli occhi su Zigfrid. "Sappiamo che una gnoma si è introdotta nella vostra villa e voi l'avete sorpresa".
L'elfo rimane in silenzio, gli occhi fissi sul giovane mago.
"Vogliamo sapere che fine ha fatto la ragazza" riprende l'halfling, "e se è ancora viva".
"E' vero, circa una settimana fa una gnoma si è introdotta in casa mia e l'ho sorpresa mentre frugava tra i miei averi. Cercando di fuggire, ha distrutto un oggetto di mia proprietà, per cui l'ho fermata e rinchiusa. Non vi preoccupate, è ancora viva e sta bene. Non le ho fatto alcunché".
"Perché non avete consegnato Tinky alla guardia cittadina?" interviene Fiona.
"Tinky! Bene, finalmente conosco il suo nome. E' stata zitta per tutta la settimana, sapete? Tornando alla vostra domanda, non l'ho affidata alle guardie perché ha distrutto una mia proprietà. Deve ripagare per il danno che ho subito".
"Tinky è nipote di Bilmin, un ricco mecenate che non avrà problemi a ripagare quanto è stato rotto".
"Non è una semplice questione di denaro. Ha rotto un bene prezioso, difficile da rimpiazzare".
Zigfrid guarda Fiona, poi sposta lo sguardo sull'elfo. "E cosa avrebbe rotto di così prezioso?"
"Un oggetto che ho acquistato parecchio tempo fa durante un viaggio in terre lontane. Una bottiglia in cui era stato rinchiuso uno spirito. Nei testi antichi viene chiamata Candela di Myrkul".
Delorean, sentendo il nome pronunciato dal mago, sbarra gli occhi. "Ma è... un dio morto!"
Tutti si girano di scatto verso il chierico, mentre sul volto di Nieven si dipinge un sorriso. "Capite adesso perché sostenevo che era difficile da sostituire?"
"Myrkul? Chi è? E se è un dio, come può essere morto?" chiede Fiona.
"Myrkul era il dio della morte" spiega il chierico, "ma è stato ucciso durante il periodo dei disordini. Il suo posto è stato preso da altre divinità e la sua religione è scomparsa, insieme ai suoi seguaci".
Zigfrid si gratta pensosamente il mento, poi volge lo sguardo verso Nieven. "Cosa sarebbe questa Candela di Myrkul?"
"Dovete sapere che quando un paladino viene ucciso da un seguace di Myrkul, il suo spirito non può raggiungere il Piano a cui è destinato. Ma la sua forza vitale non può essere reclamata da Myrkul, quindi il suo spirito rimane sul piano materiale e si trasforma in un fuoco fatuo. Conoscete questi esseri?"
"Sono spiriti non morti che si nutrono della paura delle proprie vittime" dice l'halfling, ricordando una vecchia lezione del suo mentore.
"Esattamente. Un fuoco fatuo che si genera da un spirito di luce pura, però, è differente. L'unico suo nutrimento è l'oblio di una morte serena, della pace che questa irradia".

lunedì 22 giugno 2015

0045 - la villa di Nieven

Il gruppo scende lungo la stretta via che conduce alla strada principale e si fa largo tra la folla di operai che si dirige verso la Lama dell'Onore per riprendere l'attività del pomeriggio.
Dopo una breve camminata sotto il sole, gli avventurieri raggiungono l'affollato mercato. Molte signore stanno facendo acquisti per la cena e dalle bancarelle giungono le squillanti voci dei venditori che cercano di richiamare l'attenzione dei passanti.
"Per di qua" indica Miodrag, dirigendosi al ponte che collega il Cortile Dirham al Cortile Rabat. Le acque del fiume sottostante scorrono placide, riversandosi nel piccolo lago artificiale al centro della città, parzialmente oscurato dal Palazzo delle Nuvole che levita parecchi metri sopra la sua superficie.
Il rumoroso vociare del mercato lascia il posto alla tranquillità delle ville e dei grandi palazzi che ospitano scuole e biblioteche. Piccoli gruppi di ragazzi ascoltano le lezioni all'aperto sotto gli alberi dalla folta chioma, mentre alcune figure vestite con tonache sgargianti girano per le strade con rotoli di pergamene e spessi libri sotto il braccio.
"Se le indicazioni di Lotch sono giuste, la casa di Nieven dovrebbe essere questa" dice Zigfrid, indicando una villetta a due piani in muratura, con un piccolo patio che dà su un giardino curato.
Il gruppo percorre il vialetto d'accesso e si ferma davanti alla porta. Il mago si alza sulle punte ed afferra il grosso batacchio raffigurante la testa di un leone, bussando un paio di volte.
Dopo qualche minuto la porta si apre ed una figura allampanata dalle orecchie a punta appare sulla soglia. Zigfrid squadra l'elfo: il volto segnato dalle rughe è circondato da barba e capelli lunghi ormai striati di bianco. Gli occhi blu sono socchiusi per il riverbero del sole, ma mantengono uno sguardo fiero, che osserva attentamente le persone che ha di fronte. La lunga tunica blu ricamata in argento non lascia dubbi nell'halfling: la persona sulla soglia è un mago.
La voce profonda dell'elfo coglie gli avventurieri di sorpresa. "I signori desiderano?"
"Buongiorno" dice Fiona, "nei giorni scorsi qualcuno ha tentato di introdursi in casa sua. Ciò corrisponde al vero?"
L'elfo fissa la ladra per un momento, poi sul suo volto appare un fugace sorriso: "Capisco. Sarà meglio entrare, all'interno la temperatura è più tollerabile e saremo lontani da orecchie indiscrete. Volete accomodarvi?"
L'elfo fa strada fino ad un piccolo salotto e si accomoda su una poltrona. Quando tutti sono seduti, il mago incrocia le mani e si sporge in avanti. "Quindi voi sapete chi sono, ma io non vi conosco. Potete farmi la grazia di dirmi chi siete?"
Dopo le presentazioni, il mago annuisce e si appoggia allo schienale. "Benvenuti in casa mia. Io sono Nieven. Prima di iniziare... gradite del tè?"
"Se è freddo, volentieri" risponde Fiona, incrociando le gambe.
Il mago schiocca le dita. Da una porta laterale esce fluttuando un vassoio che scende e si appoggia su un tavolino di servizio con un lieve tintinnio.
Ad una ad una le tazze colme di tè si alzano e si fermano davanti ad ognuno degli ospiti. L'ultima raggiunge Nieven, che la afferra delicatamente, ne prende un sorso e poi la appoggia al bracciolo della poltrona. "Avevate accennato ad un'intrusione".

domenica 21 giugno 2015

0044 - soldi facili

Il gruppo esce dal rifugio mentre Ramesh confabula con alcuni adepti.
"Meglio muoverci, non vorrei chiamasse le guardie" dice Delorean, allontanandosi.
Fiona si avvicina a Miles. "Dove troviamo il tuo amico?"
"Sarà tornato a casa. Seguitemi, vi faccio strada" dice il ragazzo, proseguendo per lo stretto vicolo. Miles guida il gruppo lungo un dedalo di strette viuzze, circondate da piccole case poste su piani e collegate tra loro da ripide scalette in pietra e ponticelli senza parapetti. Il ragazzo si ferma spesso a salutare gruppetti di bambini che giocano nei vicoli; questi però non ricambiano il saluto, essendo troppo persi a fissare con occhi sognanti i vestiti e l'equipaggiamento degli avventurieri.
"Tenete d'occhio i borselli" sussurra Fiona, controllando che nessuno le infili le mani nelle tasche.
Dopo parecchie svolte, Miles sale una ripida scala e conduce il gruppo in una piccola piazza tra le basse case. "Qui abita il mio amico" dice indicando una porta.
Zigfrid prova la serratura, che gira a vuoto. "Fiona, puoi per favore intervenire tu?"
La ladra sbuffa e si avvicina. Dopo un rapido controllo, infila il grimaldello e con un veloce gioco di polso apre la serratura. "Ecco fatto, ora puoi fare la tua entrata trionfale".
Il mago scosta con gentilezza la ladra, gira la maniglia ed apre la porta, rivelando un monolocale vuoto. "Qui dentro non c'è nessuno" dice, appoggiandosi allo stipite.
Un pugnale sfiora la testa del chierico e si conficca nella mano di Zigfrid, che urla per il dolore.
Tutti si girano verso il ragazzo grasso che è scappato dal rifugio.
"Lotch! Ciao!" urla Miles mentre Delorean e Miodrag estraggono contemporaneamente le armi.
Il mago sfila il pugnale liberando la mano, quindi lo rilancia in direzione di Lotch, ferendolo ad un dito e facendogli perdere la presa sul secondo pugnale, che ricade nel fodero.
Il ragazzo, vedendo lo spadaccino avvicinarsi a grandi balzi, alza le mani e si appoggia alla casa dietro alle sue spalle. "Non fatemi male! Non fatemi male!"
"Vogliamo solo parlare. Non ti faremo male, se non ci costringi" urla Zigfrid, mentre Miodrag lo afferra per la collottola e lo trascina nella piazza.
"Ehi, Lotch! Cercavano te!" esclama allegramente Miles.
"Cercavamo tutti e due" puntualizza il mago. "Dov'è la gnoma?"
"Noi non conosciamo nessuna gnoma" grugnisce il ragazzo.
"Sì, gli ho detto anch'io che non siamo mai usciti con Tinky!" esclama Miles, beccandosi un'occhiata carica di odio dall'amico.
"Dato che abbiamo già appurato che la conoscete" ghigna Zigfrid, "vogliamo sapere dov'è".
"Prima posso picchiarlo?" dice Lotch, indicando il compagno con la testa.
"Dopo. Prima discutiamo, poi appianerete le vostre divergenze".
"Potrei saperlo... oppure no" dice il ragazzo, guardando negli occhi il mago.
"Potresti avere una moneta d'oro o potresti non avere più le dita per reggerne una".
"Facciamo cinque e vi dirò tutto quello che volete sapere".
"Sono tanti soldi" esclama Fiona, "chi possiede così tante monete d'oro?"
"Dei gran signori come voi ne avranno sicuramente".
"Ci costerebbe molto meno ucciderti" mormora Miodrag, sedendosi su un muretto.
La paura si manifesta per un attimo nello sguardo di Lotch. "Quindi? Di quante monete stiamo parlando? Quattro?"
"Facciamo due" propone Zigfrid.
"Tre?"
"Due e cinque monete d'argento. E solo perché siamo dei... signori".
Il ragazzo estrae dalla tasca un fazzoletto e si benda la mano, mentre il mago tira fuori dal borsello il denaro.
"Abbiamo incontrato la gnoma alla bisca. Diceva che aveva voglia di vivere un'avventura e le abbiamo detto che conoscevamo un posto dove c'erano soldi facili. Solo che io ho problemi ad arrampicarmi, mentre il mio amico ha qualche problema a capire se tirando una porta questa si apra o si chiuda".
"E che posto era?" chiede Fiona.
"La casa di un mago".
Zigfrid si copre il volto con una mano. Perfetto. Ora sì che abbiamo un problema.
"Chi è questo mago? E dove si trova la casa?"
"Il mago si chiama Nieven ed abita in una villa nel Cortile Rabat, detto Cortile dello Studio".
Zigfrid si alza e porge le monete al ragazzo. "Va bene. Nel caso ci sia bisogno di voi, vi possiamo trovare qui?"
"Ovviamente. Dove volete che andiamo? Ora, se non vi dispiace, vorrei avere una franca discussione con il mio amico".
"Prego" dice Miodrag, liberando Miles dalle manette.
I due rientrano in casa e Lotch si chiude la porta alle spalle. Mentre il gruppo si allontana, il silenzio viene rotto da urla e rumori di lotta.

sabato 20 giugno 2015

0043 - il padrone del rifugio

Mentre Delorean libera il ragazzo dalle bolas, un elfo dai corti capelli biondi scende dal ballatoio e si ferma a pochi passi dal gruppo. "Buongiorno stranieri. Io sono Ramesh, il padrone di questo rifugio. Posso sapere cosa sta succedendo?"
"Siamo dei poveri viandanti che se ne stanno andando" gli risponde Zigfrid, senza degnarlo di uno sguardo. "Legagli le mani ed andiamo" sussurra a Miodrag.
"Gradirei che non usaste la violenza all'interno del mio rifugio. Avete terrorizzato i miei ospiti e sono preoccupato per la loro incolumità".
Zigfrid assume un'espressione sconcertata. "Violenza? Noi? Si sta sbagliando".
L'elfo fa una smorfia, poi indica la mano del mago. "Posso farle notare che non ha ancora mollato il mignolo del ragazzo?"
Zigfrid molla la presa sul dito e si infila la mano in tasca, mentre Miodrag ammanetta i polsi di Miles.
"Posso sapere qual è il crimine per cui lo state arrestando?"
Fiona si frappone tra l'elfo e l'halflig. "Non lo stiamo arrestando. Il ragazzo non ha commesso nessun crimine".
"E perché allora lo state ammanettando?"
"Solo perché non si faccia male da solo!" esclama la ladra. "Ha visto quant'è imbranato, quando corre? Potrebbe farsi male o far del male a qualcuno dei suoi ospiti!"
Ramesh rivolge lo sguardo sul ragazzo. "E' la verità, giovanotto?"
Mentre Miles apre la bocca, Zigfrid esclama: "Diglielo che non ti stiamo arrestando! Se fossi colpevole di qualcosa, tipo di rapimento, dovremmo chiamare le guardie, giusto?"
Il ragazzo apre la bocca per dire qualcosa, ma poi si blocca. Il suo sguardo si fa pensieroso, poi improvvisamente si illumina. "Giusto. Non ho fatto nulla. Mi stanno solo aiutando a non farmi male da solo".
Ramesh scruta serio il ragazzo, poi si fissa sul mago. "Se lo dice il giovanotto, sarà la verità. Vedete, qui noi cerchiamo di fare del bene, di dare da mangiare alla gente bisognosa. Non sentiamo la necessità di ulteriori problemi".
"Ed infatti non vogliamo crearvi problemi. Ecco a lei" dice Miodrag, depositando una moneta d'oro nelle mani dell'elfo e dirigendosi coi compagni verso l'uscita.

venerdì 19 giugno 2015

0042 - io non so nulla

Miles ruota leggermente il collo e guarda con la coda dell'occhio il mago. "Cosa è successo...? Mi fa male la testa..."
"Poverino" gli sussurra il mago all'orecchio. "Prima che ti faccia DAVVERO male la testa, possiamo sapere dove l'avete vista l'ultima volta? L'avete rapita?"
"Io non ho mai incontrato la gnoma..."
"Chi ha detto che era una gnoma?" replica Zigfrid, con un sorriso truce.
"Io non ho mai incontrato la ragazza di cui parli" balbetta Miles, cercando aiuto con lo sguardo. Gli spettatori guardano la scena tenendosi ben distanti dal gruppo e quando incontrano lo sguardo del ragazzo distolgono lo sguardo.
Il mago si avvicina ancora di più. "Dov'è. La. Gnoma. O vuoi che ti appenda per le caviglie al soffitto?"
"No, ti prego! Per le caviglie no!" piagnucola Miles, sputando segatura. "Posso tirarmi su, per favore? Sto mangiando tanta polvere... non è buona..."
Zigfrid e Delorean lo sollevano e lo depongono su una panca, assicurandosi che le gambe siano ancora immobilizzate. Il ragazzo si pulisce il naso tumefatto con la maglietta, che si macchia di sangue. "Io non ho visto la gnoma. No, non l'ho proprio vista!"
Zigfrid sbuffa. "Stai mentendo. Ti hanno visto insieme a lei".
"No, di sicuro non me. Devono aver visto Lotch. Ci confondono sempre".
Il mago ridacchia per un momento, poi torna serio. "Sì, come no. Eravate alla casa da gioco con lei, qualche tempo fa".
"Assolutamente no, non io! Non frequento la Stazione di Cambio!"
Zigfrid lo squadra per un po'. "Non ho mai parlato della Stazione di Cambio".
Miles fissa il mago per un po', poi i suoi occhi si spalancano. "Ok. Forse sono nei guai".
"Già. Comunque stai tranquillo, non vogliamo consegnarvi alle guardie. Ma se non ci dici quello che vogliamo sapere possiamo essere molto... convincenti" dice Zigfrid, storcendogli un dito.
"Ahia! Quello è il mio mignolo fortunato" bofonchia Miles tra le lacrime.
"Lo rivorresti indietro integro?"
"Mi farebbe comodo, sì".
"Se non vuoi che te lo stacchi e te lo metta in tasca, ti consiglio di dirci dove l'avete portata".
"Io non l'ho portata da nessuna parte, è stata un'idea di Lotch... Voleva guadagnare dei soldi facili. Ha detto proprio così".
"E se ti dessimo una moneta d'oro, ci potresti portare dal tuo amico?" dice Miodrag, frugando nel borsello.
"Davvero? Una vera moneta d'oro? Sì, vi porterò dal mio amico".

giovedì 18 giugno 2015

0041 - corsa tra i tavoli

Il gruppo percorre le strette vie della Lama del Lavoro fino a giungere nei pressi del rifugio Tulloch, un grosso edificio a due piani in mattoni e pietra grezza. L'ingresso principale è una robusta porta in legno a doppio battente in cui è stata ricavata una porticina più piccola, davanti alla quale staziona un monaco che suda copiosamente dentro ad un saio rattoppato. Molte persone dall'aspetto trasandato entrano ed escono dalla porticina, ed a tutti l'uomo porge una piccola cassetta per le offerte. Poche persone si fermano per lasciare del denaro.
Fiona si avvicina all'uomo, che si gira e le rivolge un sorriso stanco. "Salve, buon uomo. E' questo il rifugio Tulloch?"
"Buongiorno straniera! Sì, è nel posto giusto. Non vuole fare un'offerta per i poveri?" dice il monaco, protendendo la cassetta.
Fiona estrae una moneta d'oro dal borsello e la infila nella fessura. Un grosso sorriso si dipinge sul volto dell'uomo mentre si inchina per ringraziare. "Ci fossero più persone gentili e generose come lei! I poveri che non hanno di che vivere saranno felici di poter mangiare! Grazie, grazie e ancora grazie!"
"Forse puoi darci una mano. Cerchiamo due ragazzi, uno si chiama Miles e l'altro Lotch".
"Sì, li conosco" risponde il monaco, asciugandosi il sudore con una manica. "Sono due giovanotti dall'animo un po' turbolento che frequentano questa comunità".
"Li hai visti, ultimamente?"
"Mi pare di averli visti entrare. Tra poco servono il pranzo".
"E li hai mai visti in compagnia di una ragazza?"
L'uomo si gratta la testa. "Mi faccia pensare... no, non mi pare. Li ho sempre visti da soli".
"Si mettono spesso nei guai?"
"Non saprei... so solo che sono un po' scapestrati, ma non li conosco molto bene".
Miodrag si sposta accanto alla porta, socchiude gli occhi e scruta all'interno. "Sono mai stati arrestati dalle guardie cittadine?"
"" risponde il monaco, "come gran parte delle persone che frequentano il rifugio. Di solito vengono accusati di vagabondaggio su suolo pubblico, ma è solo una scusa usata dalle guardie quando si vogliono sfogare su un poveraccio dopo una brutta giornata. Alcuni invece si fanno arrestare apposta per avere un posto fresco dove trascorrere la giornata. Le celle della prigione hanno le mura spesse".
Miodrag guarda i compagni e poi varca la soglia. "Vediamo che servono di buono oggi".
"Venite, vi faccio strada" dice l'uomo, che si affretta ad entrare nel rifugio per godersi un po' di fresco. Con un gesto della mano indica ad un novizio di avvicinarsi, gli consegna la cassetta delle offerte e gli fa cenno di uscire, quindi si dirige verso le tavolate insieme al gruppo.
Nel grande salone una cinquantina di persone stanno consumando il pasto, sedute attorno a numerose tavolate in legno. Alcune figure avvolte nel saio camminano tra i tavoli, mentre altre passeggiano lungo un ballatoio che circonda la sala e su cui si affacciano molte stanze. Dalla porta che dà sulla cucina arriva un forte odore di stufato, mentre l'aria è impregnata di sudore e cavolo bollito.
Zigfrid si avvicina al monaco. "Ce li può indicare, per favore?"
Il monaco si guarda attorno, poi indica un tavolo. "Ecco, sono quei due. Miles! Lotch! Venite qui!"
I due ragazzi alzano la testa dal piatto e si girano per guardare chi li sta chiamando. Miles si alza lentamente e con le spalle curve si avvicina, mentre Lotch sfreccia per la sala e si fionda nella cucina.
Miodrag e Fiona fanno per lanciarsi all'inseguimento, ma Zigfrid li ferma con un cenno della mano. "Meglio concentrarci sul suo amico" sussurra, "non roviniamo l'effetto sorpresa".
Il mago si avvicina con passo sicuro al ragazzo che lo sovrasta, sale su una panca e gli afferra la maglia. "Allora... dove sta scappando il suo amico?"
Miles gira il collo e spalanca la bocca, notando che il suo amico non è dietro di lui. Poi sposta lo sguardo sul mago, poi di nuovo alle sue spalle, quindi di nuovo sul mago.
"Stiamo cercando una ragazza" inizia Zigfrid, mentre gli occhi del ragazzo si posano sulla mano che gli sta trattenendo la maglia per poi tornare a fissarsi sull'halfling.
"Io non so niente, ve lo giuro" piagnucola Miles.
"Ci è stato riferito che è stata vista con voi" continua il mago, strattonando un po' la maglia.
Lo sguardo del ragazzo si abbassa di nuovo, mentre le sue mani avvolgono quella del mago e fanno leva, spingendole via. Zigfrid allunga il braccio per tentare di agguantarlo di nuovo, ma tutto quello che riesce ad afferrare è un lembo della maglia che si strappa sotto le sue dita. Miles comincia a chiamare a gran voce Lotch, mentre corre tra i tavoli travolgendo un paio di avventori ed inciampando più volte nei suoi stessi piedi. Zigfrid brontola qualcosa, poi stende le mani e con gesti rapidi invoca un incantesimo. La segatura che copre il pavimento davanti al ragazzo si trasforma in grasso, ma il suo precario equilibrio non sembra risentire dello strato scivoloso. Miles continua la sua corsa barcollante tra i tavoli e le panche, sbattendo più volte le ginocchia ed i fianchi, quindi si scapicolla verso la porta della cucina.
Miodrag estrae dalla borsa delle bolas e, dopo averle fatte roteare sopra la testa, le lancia verso il ragazzo. Le due sfere si allargano, tendendo la cordicella che si arrotola attorno alle caviglie di Miles. Il giovane si raddrizza e piomba a terra, battendo violentemente il naso sul duro pavimento.
"Lootch..." biascica Miles, mentre Zigfrid si avvicina e gli alza la testa, afferrandolo per i capelli.
"Stavamo dicendo?"

mercoledì 17 giugno 2015

0040 - l'educazione è importante

"Cerchiamo questa ragazza" dice Miodrag, aprendo sul bancone il foglio con il ritratto. "L'hai mai vista qui dentro?"
"Forse sì, forse no" risponde il vecchio, asciugando un altro bicchiere.
Delorean squadra il tipo. "E cosa vorresti?"
"Beh, dieci monete d'oro potrebbero farmi tornare la memoria".
"Troppe. Facciamo cinque".
"Otto".
"Sei".
"Che ne dite di sette?"
"Facciamo che ci dai l'informazione e non diamo fuoco alla stalla" sussurra Miodrag, sporgendosi in avanti.
Il vecchio comincia a tamburellare sul bancone ed alza gli occhi pensieroso. Lo spadaccino sbatte un paio di volte le palpebre e crolla addormentato sul bancone.
"Tutto bene?" esclama Delorean, toccando il gomito del compagno. Poi si blocca quando sente una presenza dietro di lui e qualcosa di acuminato premere sul suo inguine. "Orpo..."
"Vedi" dice il padrone della bisca, "noi abbiamo una piccola attività relativamente redditizia e non vogliamo avere casini. Minacciare di bruciare l'edificio in cui siete ospiti non è... educato. In fondo, voi avete bisogno di informazioni e noi possiamo fornirvele. Pacificamente e pagando, s'intende".
"Il mio amico è un po' impulsivo, quando parla. Non ci saremo mai permessi di arrecare danno a voi ed alla vostra bella casa da gioco".
L'halfling sorride. "Ok, solo perché siete voi possiamo accordarci per cinque monete d'oro".

"Conosci per caso una gnoma abbastanza giovane alta più o meno così" dice Zigfrid, "capelli arancioni, pelle verdastra?"
"Mai vista" risponde Lippin.
"Stai descrivendo la tua zia inesistente?" chiede Fiona, poi si rivolge al mazziere. "Il mio amico intendeva dire una gnoma magra, dalla pelle arancione, bionda e con gli occhi blu".
"Ah, Tinky!" esclama l'halfling. "Sì, è una cliente abituale. Non si vede da un po'. L'ultima volta che l'ho vista ha giocato con due tizi ed è uscita con loro. Sono due ragazzi, uno è magro e alto quanto il tuo amico che mio cugino sta tenendo per le palle. L'altro è basso e grassoccio, con il naso a patata. Si chiamano Miles e Lotch. Miles è quello alto. Vengono qui quando raggranellano un po' di soldi e poi perdono tutto ai tavoli".

Delorean appoggia cinque monete sul bancone, che spariscono nel panciotto del vecchio.
"La tipa la conosco, è Tinky. Ha frequentato la mia casa da gioco per una settimana, veniva qui tutte le sere. L'ho vista l'ultima volta circa sette giorni fa, è uscita con due tizi".
"Aveva debiti?" chiede Delorean, sentendo allentarsi la pressione sull'inguine.
"Quei pochi che aveva li ha già saldati".
"Questi due tizi di cui parlavi, li hai più visti?"
"Sono venuti qui un altro paio di volte, da soli. Non vengono regolarmente".
"Sa dove possiamo trovarli?"
"Se non sbaglio, vivono dalle parti del ricovero Tulloch. E' un rifugio gestito da un tizio che dà da mangiare ai poveri. Si trova nella Lama del Lavoro".

Delorean scuote Miodrag, che si sveglia di soprassalto. "Che è successo?"
"Nulla, abbiamo le informazioni e quindi possiamo andare".
I due raggiungono Fiona e Zigfrid, che stanno uscendo dal locale.
"Uffa! Ora non mi faranno più giocare!" borbotta la ladra.
"Certo che ti fanno giocare. A tuo rischio e pericolo se bari, ma ti fanno giocare ancora, non ti preoccupare" replica il mago. "Posti del genere, anche se giochi senza barare e vinci... beh..."
"... non gradiscono" dice Fiona.
"No, esatto!"
"Uffa..."
"Il segreto è la moderazione" conclude il mago, battendo sul braccio della ladra.

martedì 16 giugno 2015

0039 - un asso di troppo

Mentre Zigfrid e Fiona prendono posto ad un tavolo, Delorean e Miodrag si accomodano al bancone, accanto ad un altro paio di avventori. Un giovane halfling sta asciugando un boccale. "Cosa posso servirvi, signori?"
"La birra inclusa nell'ingresso, tanto per cominciare" dice lo spadaccino. "Chi è il padrone della baracca?"
"Il fratello del cognato dello zio di mio cugino" risponde il barista, alzando un sopracciglio.
"E qual è tra i tuoi compari qui presenti?"
L'halfling indica con il pollice un secondo barista dal volto coperto di rughe, che si avvicina. Il vecchio sussurra qualcosa al collega, che si allontana per servire altri clienti.
Midrag lo squadra. "Sei tu il padrone? Possiamo parlare?"
"Sì, questo posto è mio. Prego, ditemi pure".
"Non c'è un altro posto in cui possiamo discutere?"
L'halfling si sposta di fronte ad un altro sgabello e lo indica con la mano. Miodrag sbuffa e fa cenno al vecchio di ritornare. Il barista prende due boccali, li riempie e li posa sul bancone. "Cosa posso fare per voi gentiluomini?"

Il giovane halfling in divisa di fronte a Zigfrid lo guarda per qualche secondo. "Hai un volto familiare... io non ti conosco? Sono Lippin, figlio di Gipper Manobucata".
"No! Mai visto in vita mia! Assolutamente!" replica il mago, assumendo l'espressione più innocente che riesca a simulare.
"Ma... tua zia... non era parente del fratello della cognata del capovillaggio..." continua imperterrito l'halfling, mentre Fiona guarda divertita la scenetta.
"Mai avuto una zia in vita mia! I miei erano figli unici! Assolutamente!" esclama Zigfrid, mentre la fronte gli si imperla di sudore.
"Mah, come dite voi... mi sarò sbagliato". Con un'ultima occhiata, il mazziere ricomincia a mescolare, poi distribuisce due carte al mago e due per sé. Fiona con un cenno della testa fa capire che per il momento guarderà.
Zigfrid si fa cambiare cinque monete d'oro e poi comincia a mischiare con abilità le fiches, attirando lo sguardo dei giocatori seduti al tavolo vicino.
Mentre le partite si susseguono, Il mago fa uso di tutta la sua abilità per barare, ma si accorge che anche l'halfling sta facendo lo stesso. Dopo una decina di mani, Zigfrid non ha vinto né perso nulla.
"Posso giocare anch'io?" chiede Fiona, battendo sul tavolo con le dita per farsi servire ed appoggiando sul tavolo qualche moneta d'oro.
Lippin distribuisce le carte, che la ladra scambia velocemente con due assi. "Ho vinto!" esclama, quando l'halfling rivela le sue.
Zigfrid sorride al mazziere. "Le ho spiegato le regole del gioco... tutte le regole".
Lippin fissa Fiona e poi mormora tra i denti: "Ho notato. Facciamo così. Io ignorerò il suo poker e voi lasciate la vincita".
"Perché, scusa? Ho vinto!" ribatte Fiona.
"Peccato che il quinto asso ce l'ho qui io" dice l'halfling girando la prima carta coperta del mazzo. "Sono qui solo da due giorni e non voglio perdere il lavoro. Facciamo finta che non sia successo nulla e vi darò le informazioni che cercate".

lunedì 15 giugno 2015

0038 - linguaggio dei segni

Zigfrid scende le scale e raggiunge i compagni, mentre la proprietaria scompare in cucina. "Scoperto qualcosa?"
"Sì, sappiamo dov'è la bisca, quindi possiamo andare" risponde Miodrag, dirigendosi verso la porta.
Mentre tutti seguono lo spadaccino, il mago affianca Fiona. "Il piano è molto semplice. Entriamo e ci sediamo ai lati opposti dello stesso tavolo. Poi basta che segui i segni che ti faccio. Se mi tocco il gomito, ho carta bassa. Se mi gratto la pancia, ho carta alta. Se mi tocco il sopracciglio, non puntare! Se mi gratto dietro la nuca, vuol dire che punto io. Tutto chiaro?"
"Fin qui nessun problema" risponde Fiona, ripetendo a memoria la sequenza.
"Queste sono quelle semplici. Ora ti spiego le altre". Zigfrid continua ad illustrarle combinazioni sempre più complesse, finché il gruppo non raggiunge la Stazione di Cambio. La scuderia è molto grande e dall'interno si sentono svariati cavalli nitrire.
Quando gli avventurieri entrano, un giovane halfling arriva ad accoglierli. Dopo un inchino, il ragazzo tende la mano a Miodrag. "Buongiorno, buon uomo. E salute anche a voi. Desiderate comprare dei cavalli? Noleggiarli? O avete bisogno di un carro?"
"Noi vorremmo cambiare dei soldi" esclama il mago prima che il compagno possa aprir bocca.
"In realtà noi avremmo già queste" conclude lo spadaccino, estraendo dal borsello i due dischetti. "Vorremmo usarle".
"Ah..." replica l'halfling, accennando un sorriso. "Una moneta d'argento per l'ingresso e potete scendere".
"Ma si paga anche per entrare!?!" esclama Miodrag. "Almeno una consumazione è inclusa, vero?"
"E' la prima volta che vengono qui" sbuffa Zigfrid. "Li perdoni".
Il ragazzo ridacchia. "Sì, vi verrà offerto un boccale di birra".
Dopo aver ricevuto quattro monete d'argento, lo stalliere conduce gli avventurieri ad una botola e li fa scendere al piano inferiore. La sala è scarsamente illuminata da alcune strette grate. Una decina di persone sta giocando, mentre alcuni halfling in divisa servono ai tavoli o distribuiscono le carte. Il tanfo di birra stantia e sudore viene coperto solo in parte dall'odore di incenso ed erba pipa.
Zigfrid si immobilizza alla base della scala, solo i suoi occhi si spostano rapidamente per tutta la sala.
Fiona, notando l'espressione tesa del compagno, si avvicina. "Che c'è? Qualche problema?"
"Certo che ci sono problemi" mormora il mago tra i denti. "Non mi avevate detto che la bisca era gestita da halfling! Conoscono tutti i miei segni!"

domenica 14 giugno 2015

0037 - clienti abituali

Agha accompagna il gruppo alla porta. "Che brutta storia. Scusatemi, non ne sapevo nulla".
"Tu vorresti farci credere che ci hai portato qui senza sapere che Bilmin aveva un problema?" sbraita Miodrag, fissando storto l'uomo.
"Sono due giorni che non esco di casa per accudire mia moglie" ribatte l'artista arretrando istintivamente, "dovete credermi!"
Zigfrid alza una mano per zittire tutti, poi fredda Miodrag con uno sguardo. "Non c'è problema. E' un lavoro come un'altro. Ora andiamo a cercare questa casa da gioco".
"Aspetta!" esclama lo spadaccino. "Agha, tu sai dove possiamo trovare la bisca con il simbolo del ferro di cavallo?"
L'uomo si guarda i piedi e gioca con il pizzetto mentre riflette. "No, mi spiace. Io però andrei a chiedere al porto. Oppure ad Elin, la proprietaria della Duna di Zaffiro. Gran parte degli stranieri in cerca di soldi facili pernotta lì. Se non lo sa lei..."
Miodrag si batte una mano sulla fronte. "Giusto, non c'avevo pensato!"
Zigfrid stringe la mano dell'uomo. "Grazie della dritta. Ora torna da Bilmin e prenditi cura di lui. Noi parleremo con Elin".
"Grazie a voi, invece. Vedrete, Bilmin vi ricompenserà adeguatamente" replica Agha, rientrando in casa.

Il gruppo si dirige alla locanda, mentre il mago discute con Fiona sul modo migliore per sbancare la bisca.
"Io vado in camera a preparare il piano ed a ripassare le probabilità per vincere al gioco" dice Zigfrid, aprendo la porta della Duna di Zaffiro. "Voi fatevi dare le informazioni".
La sala comune è deserta e la proprietaria sta pulendo il bancone con uno straccio. "Salute a voi! Sono due giorni che vi vedo qui, non avete trovato ancora nulla per fare fortuna?" saluta la nana.
"Ci servirebbe una dritta. Stiamo cercando un posto dove si usano queste" dice Miodrag, mostrando ad Elin i due dischetti d'osso.
Lei se li rigira tra le mani, poi alza gli occhi. "Quanto pensate di fermarvi nella mia locanda?"
Lo spadaccino la guarda perplesso. "Perché?"
"Beh, le informazioni si danno ai clienti abituali, quelli che..."
"... che non organizzano una rissa nel locale, sfasciando tutti i tavoli?" la interrompe Miodrag, con un sorrisetto beffardo.
"Quelli di solito volano fuori dalla finestra. Vedi quelle assi?" dice la nana sorridendo a sua volta ed indicando la vetrata che ormai è composta più da legno che da vetro.
"Potremmo anche pagare" si intromette Delorean, mettendo una mano sulla spalla dello compagno.
Elin si volta verso il mezz'orco. "I clienti abituali che, ad esempio, stanno qui una settimana e pagano in anticipo, beh... potrebbero ottenere l'informazione che cercate".
"Ok, il cliente abituale sei tu!" esclamano in coro Miodrag e Fiona, ridacchiando.
"Non è che ci vuoi fregare?" grugnisce il chierico.
"Vuole solo guadagnare qualcosa con un'informazione illecita" dice la ladra.
"Ok, ok! Pago io" brontola lo spadaccino, frugando nel borsello e depositando le sette monete d'oro sul bancone.
Elin fa sparire il denaro in una tasca. "La bisca clandestina che cercate si chiama Stazione di Cambio ed è gestita da una famiglia di halfling. Si trova sotto ad una scuderia nella Lama dell'Onore".

sabato 13 giugno 2015

0036 - indizi su cui scommettere

Mentre il mago legge a voce alta, Delorean apre il baule e trasferisce il contenuto sul letto, poi comincia a frugare tra gli indumenti.
"Suo cugino si è più fatto sentire?" chiede Zigfrid controllando le poche altre cose presenti sulla scrivania.
"Towin mi ha scritto quella lettera, che mi è stata recapitata lo stesso giorno in cui è arrivata Tinky, ed ho pensato che fosse mio dovere lasciarla a lei. Mi ha fatto recapitare un messaggio attraverso un nostro amico mago, in cui diceva che era ancora in viaggio per Beluir".
"Quindi non sa se l'accordo sia andato a buon fine o meno".
"Manca ancora una settimana di viaggio, sempre che non trovino imprevisti".
"E questo cos'è?" dice il chierico estraendo un bastoncino di metallo uncinato da un tascapane.
Fiona alza gli occhi dal foglio e strabuzza gli occhi. "E' un grimandello, di solito fa parte di un set di attrezzi da scasso".
Delorean fruga nella sacca. "Non ci sono astucci, solo queste" dice, estraendo due dischetti d'osso. Su entrambi c'è inciso un ferro di cavallo, mentre sull'altro lato sono riportate due scritte. Su uno è inciso '1A' e sull'altro '5R'.
Il chierico si gratta il capo. "Secondo voi cosa sono? Io non ho mai visto niente del genere".
"In città ci sono case da gioco?" chiede Zigfrid.
"Oddio... il gioco d'azzardo è illegale in città" risponde lo gnomo, "ma so che ci sono vari posti in cui si possono scommettere dei soldi".
Miodrag e Delorean guardano perplessi il mago. "Una d'argento e cinque di rame" spiega scocciato.
"Ah, ho capito! Sono fiches!" esclama lo spadaccino, afferrando i dischetti dalla mano del chierico.
"Ora dobbiamo trovare la casa da gioco che ha come simbolo un ferro di cavallo" dice Zigfrid. "Avete detto che ce ne sono, in città".
"Mi spiace, non frequento bische clandestine..."
"Giusto, voi le chiamate salotti... che disponibilità aveva Tinky?"
"Dunque, è arrivata qui con una dozzina di monete d'oro, che le erano rimaste dal viaggio. Dato che non era necessario darle tanti soldi, le ho lasciato una decina di monete d'oro a settimana".
"Cioè quanto noi guadagniamo per rischiare la vita" mormora Fiona, mettendo via il disegno e chinandosi sul baule.
"Se entri in una bisca con venticinque monete d'oro, puoi perdere molto di più" mormora tra sé Zigfrid, "lo ricordo bene".
Bilmin sgrana gli occhi e si porta una mano alla bocca.
"Beh, uno può indebitarsi e puntare anche il patrimonio di famiglia... o dei tutori" commenta Miodrag, sovrappensiero.
"No. Se fosse successo, in un paio d'ore sarebbero già venuti qui a batter cassa. E non è nemmeno stata rapita, avrebbero già chiesto un riscatto".
Bilmin, visibilmente scosso, si siede sul letto. Agha si avvicina e cerca di consolarlo.
"Non si preoccupi, cercheremo la bisca e torneremo con sua nipote" afferma lo spadaccino, invitando gli altri ad andare. "Le daremo presto notizie".

venerdì 12 giugno 2015

0035 - la nipote di Bilmin

"Due settimane fa mio cugino Towin è partito per un lungo viaggio d'affari e mi ha affidato sua nipote Tinky. E' scomparsa circa una settimana fa. La guardia che avete incrociato prima mi ha riferito che le indagini non hanno portato a nulla".
Agha si sposta accanto allo gnomo e gli appoggia una mano sulla spalla: "Mi duole vederti così turbato". Poi si volta verso gli avventurieri: "Voi non potete fare nulla?".
Zigfrid sbuffa e scuote la testa. Miodrag squadra l'artista con severità, poi dopo una rapida occhiata ai propri compagni risponde: "Ok, potremmo dedicarci un po' di tempo, anche se dopo una settimana le speranze di ritrovarla viva sono minime".
Agha strabuzza gli occhi e, senza che Bilmin se ne accorga, fa cenno allo spadaccino di non essere così diretto, poi cerca di tranquillizzare l'amico: "Vedrai che riusciranno a riportarla a casa".
"In un modo o nell'altro..." sussurra Zigfrid a Fiona, poi si rivolge allo gnomo: "Può fornirci una descrizione della ragazzina?"
"Certo, appena Tinky è arrivata ho fatto realizzare un suo ritratto e gliel'ho donato. E' di sopra, appeso in camera sua".
"Guardando le altre opere che possiede, immagino che non possa essere trasportato fuori dalla casa..." commenta Zigfrid.
"E' piccolino, mi è costato solamente una cinquantina di monete d'oro. Venite, ve lo mostro".

Mentre il gruppo sale al piano superiore, Miodrag ne approfitta per informarsi sulle abitudini della nipote.
"Tinky rimaneva sempre chiusa in camera sua a leggere" risponde Bilmin. "La mia collezione di libri è molto vasta e lei era un'appassionata lettrice".
"Usciva spesso?"
"Praticamente mai, un paio di volte Geoffryd l'ha accompagnata al mercato, ma per il resto stava chiusa in casa a leggere".
Bilmin apre la porta della camera di Tinky, rivelando una piccola stanza dipinta di blu. Due larghe finestre a baionetta illuminano un letto a due piazze appoggiato alla parete, con accanto una sedia vuota. Di fronte è presente un baule di legno, chiuso. Nello spazio tra le tende c'è una piccola scrivania sotto cui è stato riposto uno sgabello.
Sopra il letto troneggia un quadro che raffigura una gnoma giovane e magra, dalla pelle tendente all'arancione. Occhi blu scuro sono incorniciati da una cascata di capelli biondi.
Miodrag osserva la stanza, poi si gira verso lo gnomo. "Cosa manca? La ragazza si è portata via qualcosa?"
"Non lo so, quando è arrivata aveva con sé solo il suo baule. Non so cosa contenesse".
"Posso dare un'occhiata alla stanza?" chiede Zigfrid.
"Prego, prego..."
Il mago di si dirige verso la scrivania, mentre Fiona estrae un foglio dalla borsa e con un carboncino comincia a ricopiare il dipinto. Delorean guarda sotto al letto non trovando altro che un po' di polvere, poi si inginocchia per esaminare la cassapanca.
"Qui c'è una lettera" esclama Zigfrid, raccogliendo un foglio da sotto un libro di favole. "Caro cugino Bilmin, è un periodo strano per i commerci ed è sempre più difficile concludere buoni affari. Sono riuscito a prendere accordi con Flynkas Lindenbrook, non so se il nome ti è noto. E' un famoso mercante halfling di Beluir, nella regione di Luiren. L'affare è molto importante, se riesco a concluderlo potrò svuotare i miei magazzini di tutta la stoffa pregiata che possiedo ed avrò la possibilità di saldare il mio debito con te. So che ti opponi a questo, ma il mio onore mi impone di restituirti fino all'ultima moneta. Purtroppo mi è stato chiesto di concludere personalmente la trattativa, in quanto le strane usanze del Luiren impongono la presenza di entrambi i mercanti alla firma del contratto. So che hai già fatto tanto per me e mi sento in imbarazzo a chiedertelo, ma avrei bisogno di un ultimo favore, che ricambierò quanto prima. Il viaggio verso il Luiren è pericoloso e non me la sento di portare mia figlia Tinky con me. Posso affidartela per i mesi in cui starò via? E' una ragazza dolce e sensibile, anche se un po' turbolenta. Non hai idea di quanta fatica abbia fatto per tenerla fuori dai guai. Sono certo, però, che in un ambiente come quello in cui vivi tu Tinky troverà parecchi stimoli per placare il suo animo e non si ficcherà in nessun guaio. Ti ringrazio per la disponibilità che so che mi accorderai".

giovedì 11 giugno 2015

0034 - l'ospitalità di uno gnomo è sacra

Il gruppo percorre sotto il sole cocente la via principale della Lama del Riposo ed attraversa la porta ad arco che conduce al Cortile Tangeri. Agha non smette di parlare un momento, raccontando nel dettaglio tutti i piccoli traguardi raggiunti dalla moglie ed aumentando l'insofferenza del mago, che manifesta più volte il suo disappunto.
Svoltato un angolo, Agha indica una villetta a due piani circondata da un ampio giardino. Una siepe ben curata impedisce di vedere il piano terra della casa, assicurando un po' di privacy. "Quella è la casa di Bilmin, tra poco potremo godere di un po' d'aria fresca".
Mentre si avvicinano al cancello nella quiete del quartiere nobiliare, gli avventurieri sentono due persone discutere davanti al portone d'ingresso, senza però riuscire a distinguerne le parole. Lo sguardo perplesso di Agha indica che anche lui non ha idea di cosa stia succedendo.
D'un tratto l'uscio sbatte e passi affrettati si dirigono all'uscita. Miodrag, che stava imboccando il vialetto d'accesso, per poco non viene travolto da una guardia cittadina.
"Buongiorno" saluta lo spadaccino, mentre l'uomo risponde con un cenno, borbotta delle scuse e prosegue lungo il marciapiede.
Tutti si guardano, ma nessuno apre bocca per esporre i propri interrogativi.
Agha bussa alla porta ed uno gnomo alto poco meno di un metro apre la porta. Le folte basette di un arancione acceso contrastano con la lucente pelata che occupa gran parte della testa. I vestiti eleganti tirano un po' sul girovita abbondante. Ma il particolare che attira l'attenzione di tutti è il suo occhio destro: è una sfera d'oro e sopra vi è inciso un otto rovesciato.
"Ecco da dove deriva il soprannome" mormora Zigfrid, beccandosi una gomitata da Fiona.
"Bilmin, è un piacere vederti!" esclama Agha, abbracciando affettuosamente lo gnomo. "Posso presentarti coloro a cui devo la vita?"
"Caro Agha, come sono felice che tu sia tornato sano e salvo!" replica il mecenate, il viso illuminato da un ampio sorriso. "E grazie anche a voi! Ma non rimaniamo qui sull'uscio, dentro c'è una temperatura decisamente più gradevole! Prego, entrate!"
Bilmin fa strada all'interno della sua dimora, attraversando stanze ricolme di oggetti preziosi. Alle pareti sono appesi quadri di divinità ed immagini bucoliche, maschere teatrali dalla foggia più strana ed arazzi con scene di caccia. Negli angoli sono disposte statue di ninfe a grandezza naturale, mentre le arcate in legno sono decorate con putti e figure floreali in bassorilievo.
Lo gnomo si ferma al centro di un salotto con divani e poltrone finemente decorate, disposte attorno ad un basso tavolino. "Prego, accomodatevi e fate come se foste a casa vostra".
Mentre tutti prendono posto, Delorean rimane in piedi e si guarda attorno.
"Che cosa stai cercando?" gli chiede Miodrag, spaparanzato su uno dei divani.
"La cucina. Quando torno a casa mia, di solito mangio qualcosa" esclama il chierico.
"Guarda che non devi prendere alla lettera quello che ha detto il signor Bilmin" ridacchia lo spadaccino, mentre Zigfrid tossisce per nascondere l'imbarazzo.
"Avete fame?" chiede lo gnomo, poi batte due volte le mani. "Geoffryd, porta ai miei ospiti qualcosa da mettere sotto i denti!"
Dopo qualche minuto, il maggiordomo torna con un enorme vassoio pieno di frutta esotica, dolcetti e affettati, lo appoggia sul tavolino e poi si prodiga a versare latte di capra e menta a tutti.
Bilmin si alza in piedi e chiede il silenzio. "Ora che avete tutti un bicchiere pieno, possiamo brindare alla vostra impresa! Grazie a voi il buon Agha e sua moglie sono tornato sani e salvi a casa!"
Tutti brindano e la conversazione si fa più distesa mentre il vassoio pian piano si svuota.

In un momento di silenzio in cui tutti sono distratti dal cibo, Agha guarda lo gnomo negli occhi e dice: "Ci siamo imbattuti in una guardia che usciva da casa tua. C'è qualche problema?"
Bilmin abbassa lo sguardo ed il suo volto assume un'espressione grave. "Ebbene sì, ma non credo sia il caso di disturbare i miei ospiti con i miei problemi personali". Poi, dopo un momento di riflessione, alza lo sguardo e fissa tutti i presenti. "Ma forse... voi potreste riuscire dove la guardia cittadina ha fallito".

mercoledì 10 giugno 2015

0033 - frittelle speziate

E' da poco sorto il sole e la Duna di Zaffiro è già gremita di clienti che stanno consumando la colazione. Gli avventurieri stanno aspettando che Elin serva loro latte di cammello e frittelle speziate, quando la porta si spalanca ed Agha varca la soglia. L'artista si guarda un po' attorno, individua il gruppo e si dirige al loro tavolo sbracciandosi per farsi notare.
"Altra razione di chiacchiere inutili" mormora Zigfrid, immergendosi nella lettura del suo libro.
"Buongiorno, amici miei!" esclama l'uomo, accomodandosi su uno sgabello libero.
"Salute a te, Agha" risponde Miodrag, mentre la cameriera appoggia sul tavolo un vassoio ricolmo di dolci ed una caraffa. "Come sta tua moglie Jinn? Si è ripresa? Ha ricominciato a parlare?"
Agha afferra una frittella. "Mia moglie sta molto meglio, grazie! E' ancora parecchio scossa, ma sta tornando la donna che conoscevo".
"Interessante" commenta il mago, perso nella lettura, mentre gli altri divorano la colazione.
"Mi fa piacere saperlo" dice Fiona, squadrando Zigfrid. "Qual buon vento ti conduce da noi?"
"Sono venuto a cercarvi perché vi volevo presentare Bilmin Occhio d'Oro, il mecenate di cui vi avevo tanto parlato".
"Certo, certo..." borbotta il mago, continuando ad ignorare la conversazione.
"Beh, oggi non abbiamo altri impegni. Possiamo andare anche subito!" Delorean allontana il piatto e si alza, imitato da Fiona e Miodrag.
Zigfrid rimane seduto, il naso quasi appoggiato alle pagine del libro. Dopo qualche attimo si accorge che le voci dei suoi compagni non fanno più da sfondo alla sua lettura ed alza gli occhi, scoprendo di essere rimasto solo al tavolo. "Ehi! Che succede? Dove state andando?"
"Muoviti, tappo! Andiamo a conoscere Bilmin" risponde Delorean, aprendo la porta e facendo passare i compagni.
"Bilmin chi?" urla il mago. Poi abbassa lo sguardo sul tavolo. "Un momento! Non ho neanche mangiato le mie frittelle!"

martedì 9 giugno 2015

0032 - il mercato delle pulci

Dopo due giorni in cui ognuno si è occupato delle proprie faccende personali, il mago raggiunge la ladra e lo spadaccino al loro solito tavolo in fondo alla taverna.
"Guarda chi si vede! Zigfrid!" esclama Fiona. "E' da quando siamo tornati che sei rintanato in camera tua. Ho provato a bussare in un paio di occasioni ma non mi hai mai aperto".
"Sei la solita ficcanaso" ribatte piccato il mago. "Ero impegnato a trascrivere degli incantesimi".
"Invece camera tua sembrava un porto di mare" si intromette Miodrag. "Ho visto un sacco di persone entrare ed uscire. Sembrava avessi organizzato una festa! Silenziosa, però... non si sentiva volare una mosca".
"Non ti sarai data alla prostituzione, vero?" la canzona Zigfrid. "Sai che è illegale!"
"Non ti permettere, sai!" risponde Fiona tirandogli un pugno sul braccio, poi sorride. "Era un party silenzioso!"
Lo spadaccino scruta il volto della ladra: "Ci stai prendendo in giro?"
"Ovvio... stavo testando le proprietà del mio nuovo cappello magico. Devo dire che funziona a meraviglia".
"A tal proposito, ricordati che mi devi ancora settantacinque monete d'oro" le sussurra il mago all'orecchio.
Fiona si fa seria ed a denti stretti mormora: "Certo che me lo ricordo. Sto lavorando per recuperare quel denaro".
"Io invece mi sono fatto costruire queste" dice Miodrag, estraendo dalla borsa tre piccole ampolle di vetro legate da una sottile catena. Tutti osservano l'oggetto, poi Zigfrid azzarda: "Quel liquido verdastro non sarà mica... fuoco dell'alchimista?"
"Sì!" risponde lo spadaccino con un sorriso radioso. "Così dovrebbe essere più semplice lanciarle!"
Il mago viene percorso da un brivido gelido. "D'ora in poi stammi lontano. Soprattutto quando impugnerai quell'affare".

Il rumore della porta che sbatte ed il passo pesante fanno voltare il gruppo. Dopo aver fermato Elin ed aver ordinato la cena, Delorean si avvicina e si siede al tavolo, cominciando a piluccare dai piatti degli altri.
Fiona gli scocca un'occhiataccia. "Dove ti eri perso? Sei stato in giro per due giorni a spendere la tua parte di tesoro?"
Delorean guarda il compagni e si infila un pezzo di carne in bocca. "Ho girato per i vari negozi della città e poi ho passato molto tempo a decidere cosa comprare. Ed alla fine ho fatto il mio acquisto" esclama soddisfatto.
"E sarebbe...?" chiede Miodrag, incuriosito.
"Questi" dice il chierico, estraendo dalla borsa cinque gessetti.
Il gruppo esplode in una sonora risata, attirando gli sguardi dei tavoli vicini. Fiona riprende un po' di contegno e sorride a Delorean, che sta fissando i compagni con uno sguardo corrucciato. "Tutto qui?"
"Ovvio che no" risponde il chierico sbuffando.
"Ah, mi pareva!"
"Il venditore mi ha anche regalato questa" dice il mezz'orco, estraendo dalla borsa una lavagnetta di legno.

lunedì 8 giugno 2015

0031 - il vecchietto

Il vicolo è avvolto nell'oscurità, solo in parte diradata dalla candida luce della luna che si staglia in mezzo al cielo stellato. La città si è svuotata, i mercanti hanno sistemato le bancarelle per la notte ed i cittadini stanno dormendo da diverse ore. L'unico rumore che rompe il silenzio è il passo cadenzato di alcuni drappelli di guardie, che pattugliano le principali vie cittadine.
"Mezzanotte è passata da almeno dieci minuti e Hanin non si vede" borbotta Miodrag, "mi sto congelando il sedere a stare fermo qui dietro".
"Smettila di lamentarti e tieni occhi ed orecchi aperti" ribatte Fiona, accucciata dall'altra parte del vicolo. "Mi pare di sentire qualcosa..."
Il rumore di un bastone sull'acciottolato precede il lento incedere di un uomo curvo sotto il peso degli anni, avvolto da svariati stracci. Con un'andatura barcollante si infila nel vicolo ed inciampa sul lembo del mantello di Fiona, finendo addosso a Delorean.
"Ehi! Stai attento a dove metti i piedi! Potevi romperti l'osso del collo!" commenta il chierico, aiutando il vecchio a rialzarsi.
"Eh, giovanotto, i miei occhi non sono più quelli di una volta" biascica il vecchietto. "Con questo buio, poi, fatico a vedere anche il mio bastone! Perdonate la mia sfacciataggine, ma cosa ci fate qui, nascosti tra casse vuote ed immondizia?"
"Affari nostri" taglia corto Zigfrid. Poi un raggio di luna illumina i vestiti dell'anziano. "Tu piuttosto... che ci fa un vecchietto a quest'ora della notte in un vicolo? E soprattutto, avvolto in una sciarpa verde tanto vistosa?"
Hanin sogghigna e si erge, riprendendo la sua solita statura. "Ho cercato di non farmi riconoscere... e direi che ci sono riuscito egregiamente".
"Non serviva che ti travestissi" replica il mago, poi mormora una formula ed il derviscio scompare.

"Avere una spia tra i Turuq non sarebbe una cattiva idea" commenta Amir a voce alta. "Certo, avrei preferito avervi tutti sul mio libro paga... ma forse così è più efficace".
"I fedelissimi di Gamal non si faranno comprare, su questo non ho alcun dubbio" dice Hanin. "Questa è l'unica soluzione fattibile. Posso offrirvi informazioni ed avvisarvi in caso di pericolo per la vostra Casata, ma il nostro accordo deve rimanere segreto. Ne va della mia vita e di quella della vostra famiglia".
"Per quanto riguarda il rapimento, come intendete agire?"
"Farò in modo che arrivi una richiesta di annullamento del contratto. Sembrerà tutto regolare. Ovviamente dovrete accollarvi le spese".
"Affidare mille monete d'oro ad un uomo che non ho mai visto è un grosso rischio, ma so che sarete leale. In fondo, mi basterebbe far circolare la voce sul nostro patto per mettervi nei guai".
"Sono consapevole di questo" replica Hanin, fissando il nababbo negli occhi. "Abbiamo quindi raggiunto un accordo?"
"E sia".
Amir stringe la mano del Turuq, poi gli consegna una grossa borsa. Il derviscio si inchina profondamente, quindi esce in silenzio dalla stanza.

"Avete fatto un ottimo lavoro, ecco il vostro compenso" dice il nababbo, appoggiando sul tavolo un sacchetto tintinnante. "Per ora potete riposarvi, non ho altri incarichi urgenti da affidarvi".
"E' sempre un piacere lavorare per lei" esclama Fiona, afferrando il denaro. "Quando avrà ancora bisogno di noi, ci troverà alla Duna di Zaffiro".

domenica 7 giugno 2015

0030 - ritorno alla civiltà

All'alba del quattordicesimo giorno di viaggio Vaelan si profila all'orizzonte.
"Finalmente potrò fare un bagno e dormire in un letto vero" esclama Fiona, "la pelle mi prude da quanta sabbia ho addosso".
"E finalmente potrò avere un po' di silenzio" borbotta Zigfrid. "Agha non ha smesso di parlare un attimo".
Fiona ride. "E' vero, ormai tutti conoscono a memoria la storia della sua vita".
Hanin affianca il carro in groppa ad un cavallo. "E' giunto il momento per noi di salutarci. Non è bene che ci vedano entrare assieme".
"Giusto, non vorrei che qualcuno dei vostri ti vedesse in nostra compagnia" mormora Zigfrid. Poi, alzando il tono di voce, risponde: "Come da accordi, ci incontreremo stanotte nel vicolo dietro la sede della Casata".
Il Turuq annuisce. "Vedrò di non farmi seguire. Voi cercate qualcuno una sciarpa verde".
Dopo aver salutato gli avventurieri, il derviscio si allontana al galoppo verso le porte della città.
Fiona osserva la nuvola di sabbia sollevata dal cavallo. "Dici che lo rivedremo?"
"Di sicuro. Se non si presentasse perderebbe mille monete d'oro..."

La carovana supera la porta d'ingresso e si fa largo nella città brulicante di vita fino a raggiungere la piazza antistante il grande edificio di Amir.
Agha scende dal carro e si avvicina al gruppo di avventurieri. "Ora accompagnerò i sopravvissuti alla guarnigione e racconterò cosa è successo, in modo che le guardie sappiano cos'è accaduto alle altre carovane scomparse".
"Ottimo, noi intanto faremo rapporto al nababbo" risponde Miodrag.
"Per curiosità, volete che faccia i vostri nomi durante il resoconto?" dice l'uomo, facendo un cenno a Fiona. "O volete mantenere l'anonimato?"
Tutti si girano verso la ladra, che risponde con una scrollata di spalle.
"Una buona reputazione con le guardie non ci farà male" replica Zigfrid, "e magari anche il capitano Morningstar cambierà opinione su di noi e si renderà conto che non siamo gli stranieri rompiscatole e attaccabrighe che crede".
L'uomo ride. "Non importa cosa pensano gli altri. Voi avete salvato la vita di mia moglie Jinn, e per questo vi sarò sempre riconoscente".

Amir non distoglie gli occhi da Zigfrid mentre questi espone quanto accaduto all'oasi e sulle colline. Quando il mago conclude il racconto, il nababbo si alza, si dirige alla finestra e volta le spalle al gruppo, contemplando il giardino interno. "Quindi avete incontrato questo Hanin, il capo dei Turuq che volevano rapire mio figlio. Ha accettato di lavorare per noi?".
"Sì, ma ad alcune condizioni che noi non potevamo accettare senza parlarne prima con lei. E' per questo che abbiamo organizzato un incontro per stanotte".
"Condizioni?"
"Diciamo che non può lavorare apertamente per lei" replica Miodrag. "Le spiegherà tutto quando sarà qui".
"Ok, avete fatto un buon lavoro. Ritornate con il Turuq e concludiamo una volta per tutte questa faccenda".

sabato 6 giugno 2015

0029 - servo di due padroni

Mentre gli uomini stanno caricando sui carri le casse di viveri e le botti d'acqua necessarie ad affrontare il viaggio di ritorno a Vaelan, Agha si avvicina al gruppo accompagnato da un Turuq. "Lui è Hanin, l'unico che è sopravvissuto alla carneficina".
"Ma all'oasi non erano stati fatti quattro o cinque prigionieri?" chiede Fiona. "Gente più vecchia e malandata di lui se l'è cavata senza un graffio!"
"Abbiamo affrontato gli gnoll più grossi nelle tende e non eravamo equipaggiati come voi. I miei compagni si sono battuti valorosamente" risponde il derviscio, "meritano rispetto".
"Non lo metto in dubbio." Zigfrid scocca un'occhiataccia alla ladra. "Siamo arrivati fin qui in cerca di voi Turuq".
"E per quale motivo, di grazia?"
"Siamo stati mandati qui per assoldarvi" interviene Miodrag. "Non volete avere un lavoro ben retribuito invece che soffrire la sete nel deserto?"
"Un lavoro? E chi lo offrirebbe?"
"La Casata della Sabbia" risponde lo spadaccino, estraendo il medaglione con il simbolo della clessidra.
"Ah, la Casata della Sabbia... capisco... siete qui per il rapimento del figlio del nababbo, non è così?" risponde Hanin. "Immagino quindi che Jorik, Klevis e Malan siano morti".
"Jorik è attualmente ospite delle prigioni di Vaelan. Purtroppo gli altri due non hanno avuto la stessa fortuna" risponde il mago. "Siamo stati inviati per convincervi a rinunciare al rapimento e per offrirvi un lavoro".
"Ci sarebbero alcune clausole, come la fedeltà alla Casata, ma sono robette da nulla" esclama Miodrag. "Che ne dici?"
"Bloccare il rapimento è complesso, e per farvi capire il perché devo spiegarvi come è strutturata la nostra organizzazione. Ci sono molti gruppi indipendenti a cui vengono affidati i compiti più disparati, poi c'è la squadra di Kamal che coordina gli incarichi. L'unico modo per interrompere un incarico è coprire il costo dello stesso con i coordinatori. Ma non potete certo farlo voi".
"Di quanto denaro si parla?"
"Mille monete d'oro".
"Sono parecchi soldi, ma penso che il nababbo possa coprire questa spesa" dice Fiona, guardando i compagni. Tutti annuiscono.
"Solo che non è così semplice. L'offerta di lavoro è allettante, ma non posso presentarmi dai miei capi e chiedere di annullare il rapimento per poi farmi vedere con le insegne della Casata della Sabbia addosso. Finirei in pasto ai vermi del deserto nel giro di un'ora".
"Tu cosa proponi?"
"Continuerò a lavorare per i Turuq e farò in modo che l'incarico sembri annullato dal committente".
"Dato che siamo in argomento" chiede il mago, "chi sarebbe questo committente?"
"Non lo so, Kamal non me ne ha mai parlato. Mi ha affidato l'incarico e basta".
"Ovviamente..." borbotta Zigfrid. "Quindi?"
"Quindi potrei essere i vostri occhi e le vostre orecchie tra i Turuq. Cercherò di evitare che la Casata venga aggredita ancora o vedrò di avvisarvi se il pericolo non può essere evitato. Che ne dite?"
"Direi che solo Amir può approvare un contratto del genere" risponde Zigfrid.

venerdì 5 giugno 2015

0028 - spartizione del bottino

Fiona e Miodrag, ignorando la coppia ed il mago, rimangono attoniti davanti al contenuto della stanza. Alcuni forzieri e svariate casse sono ammassati lungo le pareti, circondati da cumuli di monete d'oro, d'argento e di rame.
"Che spettacolo!" esclama la ladra con gli occhi che brillano. "Saranno di sicuro più di duemila monete d'oro! E senza contare il resto del bottino!"
Lo spadaccino si avvicina e scoperchia un baule, rivelando rotoli di stoffe e vestiti. "Queste devono essere le mercanzie delle carovane assaltate negli ultimi mesi. Dall'odore direi che le casse sono piene di cibo".
"Abbiamo fatto bene a seguire il consiglio del tappo" dice Delorean, sradicando il coperchio di una cassa ed afferrando un pezzo di carne secca.

Mentre Fiona, Miodrag e Delorean cominciano a riempire gli zaini, Agha si alza e si dirige verso Zigfrid.
"So che chiedo tanto" dice l'uomo, guardando il mago negli occhi, "soprattutto dopo che mi avete salvato la vita ed avete liberato gli altri prigionieri, ma... non potresti lasciarle il suo libro? In fondo, voi avrete tutto questo oro..."
"Certamente" Zigfrid sorride, "ma ad una condizione".
La ladra si volta di scatto. "Cosa!?! Il libro è di quella poveretta! Lasciaglielo, che cosa ti costa?"
Il mago fulmina Fiona con uno sguardo, poi sorride e si avvicina a Jinn, posando una mano sul poccolo volume. "Come ho già detto, è tuo. L'unica condizione è che tra noi possa esserci un reciproco scambio di incantesimi" conclude.
Senza distogliere lo sguardo dal libro, la donna appoggia con delicatezza la mano sul quella di Zigfrid e la scosta, riprendendo lo studio.
"Ora non è nelle condizioni per rispondere" replica Agha, "ma quando si sarà ripresa accetterà di buon grado l'accordo. Ora, se non vi dispiace, vado a vedere come possiamo organizzarci per andarcene da qui".
"A proposito" si intromette Fiona, "che ne sarà dei poveracci qui fuori?"
"Beh, hanno perso tutto" risponde l'uomo. "Non potreste lasciar loro qualche moneta, in modo che si possano almeno ricomprare i vestiti?"
"Eh, no! Abbiamo faticato parecchio per ottenere questo! E' nostro di diritto" esclama Miodrag, continuando a raccogliere monete. "Loro hanno già ottenuto la libertà!"
"Anche loro hanno dato una mano contro gli gnoll" sentenzia Zigfrid. "Meritano anche loro qualcosa. Agha, fornisci loro i vestiti che ci sono nei bauli".
"Potremmo anche dar loro qualche moneta" dice Fiona, "così da poter ricominciare una volta tornati alla civiltà!"
"Che ne dite se distribuiamo le monete di rame e parte di quelle d'argento?" propone il mago, mentre valuta le varie possibilità. "Noi ci risparmiamo la fatica di portare tutto quel peso e loro avranno un'adeguata ricompensa. Quanti prigionieri sono sopravvissuti?"
"Poco meno di una ventina" risponde Agha.
"Ok, direi che l'equivalente di dieci monete d'oro a testa dovrebbe essere equo" conclude Zigfrid.
L'uomo sorride. "Sarebbe di sicuro un bel gesto, che verrà certamente apprezzato. Vi ringrazio a nome di tutti".
Miodrag scuote la testa, scuro in volto. "Se non altro, migliorerà la nostra reputazione".

giovedì 4 giugno 2015

0027 - stretto al petto

Fiona si gira verso le capanne, cercando con l'arco possibili bersagli. Gli ultimi due gnoll crollano sotto la furia di una mezza dozzina di prigionieri, il resto giace riverso in pozze di sangue. Alcuni uomini entrano ed escono dalle baracche cercando eventuali superstiti, mentre altri stanno accumulando i corpi vicino alle gabbie, curandosi di dividere i mostri dai loro compagni caduti.
Ad un tratto un urlo squarcia il silenzio: "Jill, no!". Una figura avvolta di stracci corre a perdifiato superando il gruppo ed imboccando l'ingresso della miniera.
"Fermati, potrebbero esserci altri pericoli!" urla Agha gettandosi all'inseguimento, ma il bastone di Zigfrid gli blocca la strada.
"Non ci sono più pericoli... grazie a noi, modestamente. Ed ora dacci una spiegazione" dice gelido il mago.
"Quella è mia moglie Jill. Da quando è stata fatta prigioniera è come impazzita. Si è progressivamente chiusa in se stessa, e tu dovresti ben capire il perché" risponde l'uomo, fissando l'halfling.
Il mago sostiene il suo sguardo per un momento, poi sospira, toglie il bastone dal petto dell'uomo e si gira. "Ok, andiamo".
Zigfrid precede i compagni ed Agha lungo il corridoio e si ferma davanti ad un varco che si apre sulla destra. Jinn è seduta al centro della grande stanza, con le gambe raccolte, e sta stringendo forte al petto un piccolo libro rovinato, a cui è stato strappato un lato della copertina. Il suo sguardo è perso nel vuoto e copiose lacrime rigano il suo volto.
Agha si avvicina e si china accanto a lei, posandole una mano sulla spalla, ma la donna non sembra accorgersi della presenza del marito. Jinn apre lentamente il libro e comincia a leggere muovendo le labbra.

mercoledì 3 giugno 2015

0026 - la sacerdotessa e le sue guardie

I quattro avventurieri corrono verso l'entrata della vecchia struttura nanica ma si fermano quando alcuni quadrelli si piantano davanti ai loro piedi. Nell'oscurità oltre le colonne dell'ingresso, Delorean vede alcuni gnoll che stanno ricaricando le balestre e parte in carica, seguito da Miodrag.
Fiona cerca riparo dietro ad una colonna, mentre Zigfrid illumina un ciottolo e lo lancia all'interno. La pietra rotola sul pavimento, mostrando quattro grossi gnoll in armatura che proteggono la sacerdotessa. I mostri, dopo aver scaricato le balestre, si preparano all'assalto impugnando delle mazze.
L'ascia del chierico si abbatte sul primo, che para con il buckler e restituisce il favore. Le due lame dello spadaccino feriscono un altro gnoll, mentre le frecce di Fiona si infrangono su uno scudo nella retrovia. Il mago fa saettare alcuni dardi incantati, che bruciano il volto della sacerdotessa e le strappano un urlo di dolore.
Il suo sguardo carico d'odio si fissa su Zigfrid ed un ghigno le distorce il volto da iena. Protende il simbolo e ringhia un'invocazione. Il mago sente la magia esplodere nelle sue viscere, mentre i muscoli cominciano a contrarsi e bloccarsi. Chiude gli occhi e si concentra, riportando alla mente gli insegnamenti del suo maestro: controlla il respiro e focalizzati sul dolore. Facendo appello alla sua forza di volontà, espelle l'energia negativa e dissolve l'incantesimo.

Mentre i colpi dello spadaccino e del chierico penetrano le difese degli avversari, le risposte degli gnoll sembrano fiacche ed imprecise, anche a causa del suolo scivoloso creato da Zigfrid sotto i loro piedi. La loro agilità e resistenza, però, è impressionante e gli avventurieri faticano ad aver ragione dei mostri.
Poi un ululato riempie il corridoio e gela loro il sangue. Dal medaglione che impugna la sacerdotessa si genera una sfera d'ombra che sembra esplodere, ingrandendosi a dismisura. Miodrag e Delorean vengono investiti in pieno dalla forza malvagia e sentono la propria energia vitale affievolirsi. Il chierico pesantemente ferito barcolla e si allontana, quindi invoca la propria divinità per curare se stesso ed i compagni.
Qui le cose si mettono male, quella bestia va fermata pensa Zigfrid, estraendo dalla sua borsa dei componenti delle minuscole crostate di frutta. "Ehi, strega, ti hanno mai raccontato la storiella della scimmia che entra in una taverna?" esclama il mago, mimando i versi di un gorilla ed agitando una piuma. La sacerdotessa esplode in una risata e comincia a rotolarsi per terra tenendosi la pancia, mentre copiose lacrime le rigano il pelo.
Alcuni colpi ben assestati abbattono definitivamente tre delle guardie, lasciando Miodrag a fronteggiare un ultimo gnoll e la capotribù, che si rialza asciugandosi gli occhi.
Zigfrid ne approfitta per estrarre della polvere di ferro dalla borsa e farla scivolare tra le dita mentre pronuncia una formula arcana. Il corpo di Miodrag cresce a dismisura, arrivando fino al soffitto. La sua spada passa sopra la testa dell'ultima guardia sopravvissuta ed affonda tra le costole della sacerdotessa, facendole esalare l'ultimo respiro. Lo gnoll rimasto si volta e corre per sfuggire alla morte, ma lo spadaccino fa scorrere la lama sul pavimento e la infila tra le gambe del mostro, tirando forte verso l'alto e tagliandolo in due.

martedì 2 giugno 2015

0025 - liberare i prigionieri

Delorean e Fiona perquisiscono i corpi dei due gnoll morti e poi gettano oltre il bordo le lance ed i pugnali trovati sui cadaveri.
Miodrag estrae dallo zaino una corda con rampino, la fissa ad una roccia sporgente e getta l'altra estremità oltre il bordo. In silenzio, tutti e cinque scendono dentro la fossa e si avvicinano alle gabbie degli schiavi, che si ammassano su un lato protendendo le mani e chiedendo di essere liberati.
"Zitti o sveglierete gli gnoll!" dice Zigfrid, avvicinandosi alla gabbia dove sono rinchiusi i Turuq. "Ora vi liberiamo, poi ci darete una mano a sterminare l'accampamento. Voi pensate alle capanne, noi alla sacerdotessa ed ai suoi scagnozzi".
"Certamente" risponde un derviscio con un ghigno stampato sul volto. "Non potevamo chiedere di meglio".
Zigfrid e gli altri cominciano a segare le corde che tengono legati i pali della prigione, riuscendo in poco tempo ad aprire un pertugio sufficiente a far passare i prigionieri.
Mentre alcuni uomini si danno da fare sulle altre gabbie, due Turuq afferrano i pugnali gettati dagli avventurieri e si dirigono di soppiatto alla prima capanna. Dopo pochi secondi escono coperti di sangue tenendo in mano altre armi, che forniscono agli altri compagni di prigionia.
"Andiamo a sistemare la sacerdotessa" sussurra Zigfrid ai compagni, avviandosi verso l'imponente entrata della miniera. I loro passi furtivi vengono nascosti dal russare degli gnoll, che si affievolisce man mano che gli schiavi li ammazzano nel sonno.
Ad una decina di metri dall'entrata della miniera, Fiona si immobilizza davanti al gruppo. Uno gnoll esce da una capanna e si dirige tranquillo verso la parete di roccia, traffica coi pantaloni e poi comincia ad urinare.
Mentre Miodrag scatta in avanti, la ladra incocca una freccia, prende la mira e lascia andare la corda. Lo gnoll si gira in quell'istante, richiamato dai passi in corsa. Il dardo lo colpisce ad una spalla, facendolo ruotare ulteriormente e strappandogli un grido di dolore. Lo spadaccino con un ultimo balzo si porta in mischia e sferra un fendente all'altezza del collo. La testa rotola qualche metro più in là, mentre il corpo si accascia a terra.
Il gruppo si guarda attorno, mentre il sonoro russare lascia il posto a richiami animaleschi. Molti gnoll escono dalle capanne con le armi in mano e dopo un attimo di smarrimento, si gettano contro i prigionieri.