mercoledì 30 settembre 2015

0109 - l'arrivo delle guardie

Fiona, dopo aver letto ed intascato il registro con i conti del magazzino, esce dal piccolo ufficio ed esamina il fagotto abbandonato tra alcune pile di assi di legno sfasciate. Ecco qui Louban pensa la ladra. Povero diavolo...
D'istinto si china con il pugnale in mano quando la porticina si apre ed una figura avvolta dalle fiamme entra nel deposito, crollando a terra dopo solo un paio di passi.
Che cavolo stanno combinando, lì fuori? pensa Fiona, poi il suo sguardo viene attirato da un simbolo impresso su una delle assi sparse sul pavimento. Questo è il simbolo della Casata Seltarir!
L'esplosione del portone la fa voltare di nuovo, ma questa volta il suo volto si distende quando Delorean e Iriel entrano dall'ingresso principale.
"Fiona! Fiona! Tutto bene?" urla la druida, poi individua la mezzelfa in fondo all'edificio e la raggiunge insieme al chierico.
"Sì, tutto bene! Ho trovato un po' di informazioni" esclama la ladra avvicinandosi ad una cassa, "ora però dammi una mano a vedere che c'è qui dentro".
Mentre Delorean ispeziona i cadaveri, Fiona ed Iriel scardinano il coperchio e cominciano a frugare tra la paglia. "Tazzine di porcellana!" esclamano in coro, estraendo i piccoli recipienti ed osservandoli alla luce della candela.
"La Casata Seltarir commercia beni di avorio e porcellana" commenta la druida.
"Secondo me questa è la merce sottratta dai pirati alla nave affondata" ribatte la ladra, sedendosi su uno dei bauli. "Tutte le casse hanno il logo della Casata Acquadifonte. Per me Frederik ha commerciato con i pirati, poi ha sostituito tutti gli imballi mettendo il suo marchio. In quell'angolo ci sono delle assi di legno, penso siano i resti delle casse originali".
"Interessante metodo per fare affari" commenta Iriel.
"Ah, nel registro che ho trovato c'è l'indicazione di un trasferimento di denaro verso la Rayo de Luna. Cinquemila monete d'oro".
Delorean raggiunge le due mezzelfe. "Se qui abbiamo finito, io direi di andarcene. Quell'inferno di fiamme lì fuori avrà attirato parecchia attenzione".

I tre avventurieri escono giusto in tempo per vedere il muro di fuoco svanire nel nulla ed un drappello di guardie arrivare di corsa ed estrarre le armi.
"Fermi! Non muovetevi!" urla il sergente, puntando una spada verso Miodrag, che sta ancora spargendo acqua sui magazzini.
"Io posso anche alzare le mani, ma queste fiamme non si spegneranno da sole" ribatte lo spadaccino, fissando il grosso soldato.
"Io non farei lo spiritoso, ragazzo! Avete provocato un notevole scompiglio" dice il sergente, "ed ora siete in un mare di guai!"
"Non siamo stati noi" grida Zigfrid. "Tutto questo casino l'hanno fatto gli uomini del magazzino!"
"Che sono in combutta con i pirati" interviene Fiona, raggiungendo il mago. Poi a bassa voce sussurra: "Complimenti per aver attirato tutta questa attenzione".
"Era solo qualche fiammella" ribatte Zigfrid in un sussurro, poi si volta verso le guardie. "Noi abbiamo fermato i loro sporchi traffici e questo è il vostro ringraziamento? Siete degli ingrati!"
"Spiegherete tutto al capitano Morningstar. Ora seguiteci alla sede della guarnigione".
"Non possiamo, dobbiamo andare al porto per fermare una nave" risponde il mago con un sorriso. "A bordo c'è il capo di questi banditi, Frederik Acquadifonte".
Il sergente socchiude gli occhi e muove un passo verso il gruppo, ma viene affiancato da una guardia che gli sussurra qualcosa all'orecchio, indicando con un cenno della testa Delorean.
L'uomo si volta verso il chierico, quindi chiede al soldato: "Sei sicuro?"
"Sì, sergente".
"Il qui presente Yeodin sostiene di avervi incontrato durante un interrogatorio, e che il capitano Morningstar vi conosce. Dice anche che avete salvato parecchie persone nel deserto".
Delorean fissa per un po' il soldato, poi esclama: "Ma io ti conosco! Sei quello a cui ho chiesto il secchio!"
"Tutto quello che ha detto Yeodin corrisponde al vero" ribatte Zigfrid. "Può chiedere conferma al nostro datore di lavoro, Amir Sandstone. E' il nababbo della Casata della Sabbia".
"Se il capitano vi ha fatto interrogare un prigioniero, vuol dire che si fida di voi" risponde il sergente. "E quindi devo fidarmi anch'io. Andate al porto, noi spegneremo l'incendio".
I soldati rinfoderano le armi e recuperano dei secchi da un piccolo baracchino, mentre un altro viene mandato a chiamare un sacerdote.
"Grazie mille, sergente" esclama Miodrag asciugandosi la fronte, quindi raggiunge gli altri che si stanno già dirigendo verso il porto.

martedì 29 settembre 2015

0108 - fuoco amico

L'urlo strozzato fa voltare il mercenario sul tetto. Iriel nota l'altra guardia che sbuca da dietro il magazzino e si mette a correre per raggiungere la porticina da cui è passata Fiona.
"Zigfrid, ce n'è uno nel vicolo!" grida la druida, uscendo allo scoperto e correndo verso il mago.
Miodrag afferra un grosso sasso e lo lancia verso la guardia che sta correndo per attirare la sua attenzione, ma sbaglia mira e colpisce il muro del magazzino. Il colpo fa fermare l'uomo davanti alla porticina, che imbraccia l'arco ed incocca una freccia, guardandosi attorno per capire l'origine del rumore.
Potrei aggirare il magazzino e beccare il tipo sul tetto dall'altra parte pensa Delorean, notando l'arciere che si sporge per capire cosa stia succedendo e girandosi per esaminare il lungo vicolo in cui è nascosto, ma si rende conto di non avere abbastanza tempo. Decide allora di evocare un diversivo sul tetto e comincia ad invocare la sua divinità per ottenere l'incantesimo.
"Tappo, il vicolo è tutto tuo!" urla lo spadaccino, poi estrae dalla borsa le bolas modificate, le fa roteare sopra la testa e le lancia contro la guardia sul tetto. La due sfere piene di fuoco dell'alchimista tendono la catena, che si dirige verso l'uomo e si attorciglia attorno al suo collo. Le due ampolle cozzano tra loro davanti al suo volto, generando un'esplosione verde che arde vivo il malcapitato e si sparge tutto attorno. Lo scarabeo di fuoco evocato da Delorean si materializza qualche secondo dopo accanto al cadavere carbonizzato e viene divorato dall'incendio in pochi secondi.
Povera bestia pensa Delorean, osservando le fiamme brillare di un vivido color rosso.
Nel frattempo Zigfrid butta un occhio nel vicolo e nota l'uomo vicino alla porta, indeciso se raggiungere la strada o entrare nel magazzino.
"Tu stai fuori!" esclama il mago, afferrando un cristallo scarlatto dalla sua borsa dei componenti e sfregandolo tra le dita. La piccola scintilla si trasforma in un lungo muro di fuoco che divampa a ridosso del deposito, investendo in pieno la guardia e Delorean, ancora nascosto nel vicolo di fronte al magazzino 24.
"Brucia come l'inferno!" grida Miodrag, preso tra le fiamme e l'edificio vicino, che ben presto comincia a fumare. Con un balzo si allontana dal pericolo, quindi inizia a bagnare gli edifici con la borraccia magica, rivolgendo una serie di maledizioni verso il mago e la sua avventatezza.
Il chierico si lancia nel muro di fuoco ed atterra al centro della via principale, evocandosi poi addosso una cascata d'acqua per spegnere le fiamme che iniziano ad intaccare i vestiti.
"Dobbiamo entrare, Fiona è in pericolo!" esclama Iriel. "Ma la porta è bloccata!"
"Proviamo dall'entrata principale" ribatte Delorean, afferrando l'ascia ed abbattendola sul grosso portone, ottenendo solo un'esplosione di schegge.
"Ci metti troppo, faccio io" grida la druida, scostando il chierico e scagliando una sfera di fuoco contro il legno, che si frantuma in mille pezzi.

lunedì 28 settembre 2015

0107 - il magazzino 24

"Facciamo così" mormora Zigfrid, "renderò invisibile Fiona, così potrà arrivare al deposito senza allertare le guardie sul tetto".
Tutti approvano con un cenno di assenso. Il mago si avvicina alla ladra e pronuncia le parole dell'incantesimo, quindi osserva con soddisfazione l'esile figura della ladra che si dissolve.
"Trova un modo per entrare, noi intanto escogiteremo qualcosa per distrarre le guardie" dice l'halfling al nulla, poi torna ad osservare il magazzino.

Fiona attraversa la strada e si dirige in silenzio verso il vicolo di fronte a lei, quindi si arrampica sulla parete e raggiunge una delle grosse finestre, che si rivela oscurata da assi di legno fissate oltre il vetro. C'è della luce, dentro...
La ladra si avvicina alla porticina, chiusa da una serratura scadente. Dopo aver atteso il passaggio della guardia di ronda sul tetto, infila gli attrezzi da scasso nella toppa ed in pochi secondi fa scattare il meccanismo. Fiona scosta con delicatezza la porta quel tanto che basta per infilarcisi dentro, non riuscendo però ad evitare che uno dei cardini emetta un fastidioso stridio. La mezzelfa allora riaccosta la porta e si mette al riparo dietro ad una delle varie casse sparse per il magazzino. La flebile luce di una candela, proveniente da una piccolo ufficio in un angolo, illumina l'enorme stanza.
La mezzelfa comincia a guardarsi attorno, quando un rumore attira la sua attenzione.

"Mi sa che si sono accorti di Fiona" mormora Delorean, osservando una delle guardie fare un cenno al compagno.
"Ci penso io" ribatte Zigfrid alzandosi in piedi. Dopo aver calciato un'asse di legno in mezzo alla strada, avanza barcollando e berciando come un ubriaco.
Il soldato sul tetto si volta verso il mago, che avanza fino al magazzino e cozza contro il muro.
"Qui c'era una porta, una volta! Qualcuno l'ha spostata!" esclama a gran voce Zigfrid poi, guardandosi attorno, aggiunge: "O forse era più in là".
"Fatti un giro, ubriacone" gli urla contro la guardia, facendogli cenno di andarsene. "Tornatene a casa a smaltire la sbornia".
Per tutta risposta, il mago scosta la tunica e si libera della birra sul muro del deposito.

Fiona ignora le urla del mago che si sentono all'esterno e si affretta verso la fonte del rumore, che sembra provenire dal piccolo ufficio. La costruzione interna è bassa ed il varco che permette l'accesso non ha la porta, quindi la ladra si appoggia allo stipite e sbircia all'interno dello stanzino.
Dietro ad una sgangherata scrivania siede un uomo dai pochi capelli e dalle lenti spesse, chinato su un grosso registro consunto pieno di numeri. Accanto siede un ragazzo dai corti capelli neri, con i piedi appoggiati sul tavolo, che con aria annoiata sta incidendo con un coltello un pezzo di legno.
"La smetti di far casino? Mi deconcentri" borbotta il contabile. "Pensa piuttosto ad un modo per sbarazzarci del cadavere prima che arrivi un'ispezione".
"Figurati, per quale motivo qualcuno dovrebbe venire a fare dei controlli qui? I conti sono in ordine e le casse sono della Casata Acquadifonte. Non abbiamo nulla da nascondere" ribatte il giovane, gettando a terra il legnetto e ridacchiando.
"Sì, sì... ma basta che si siano dimenticati di sostituire una cassa e siamo fregati".
"Abbiamo già controllato tutto quello che è arrivato. Ad ogni modo, domani infiliamo il corpo in una cassa e mandiamo qualcuno a disperdere i resti nel deserto".
Mentre i tizi discutono, Fiona si avvicina di soppiatto al giovane e prova a infilargli il coltello in gola, ma all'ultimo il ragazzo si scosta e la lama si infila sulla sua spalla, strappandogli un grido di dolore.
L'uomo dietro alla scrivania posa il suo sguardo terrorizzato sulla mezzelfa, appena apparsa dal nulla, mentre l'altro cerca di tamponare con la mano la ferita che continua a sanguinare copiosamente.
La ladra approfitta del momento di confusione per balzare dietro al contabile, afferrarlo per il collo e puntargli la lama alla gola. "Fai un movimento e lui muore" sussurra, guardando il suo compagno ferito.
Stordito dal dolore, il ragazzo prova goffamente a colpire la mezzelfa, che d'istinto si tira indietro ed affonda il pugnale fino all'elsa. L'uomo, con un rantolo, si accascia privo di vita tra le sue braccia.
"Ti avevo avvertito" mormora la ladra, liberandosi del cadavere e facendo un passo indietro senza perdere di vista il suo avversario.
"Guardie! Guar.." grida il ragazzo, afferrandosi al tavolo e stramazzando al suolo in una pozza di sangue.
"C'hai messo tanto a dissanguarti" commenta Fiona guardando il corpo riverso a terra, poi comincia a frugare tra le carte sul tavolo.

venerdì 25 settembre 2015

0106 - decidere il da farsi

Dopo che tutti sono stati tirati giù dal letto, il gruppo si ritrova nella sala principale della locanda.
"Spiegami perché sei venuto a disturbarmi nel bel mezzo della notte" esclama Miodrag. "Hai interrotto il mio sonno, lo sai?"
"Quindi usi le prostitute come cuscini?" sogghigna Zigfrid. "Io pensavo ci si facesse altro".
Fiona scuote la testa, mentre Iriel guarda interdetta lo spadaccino. "Prostitute?"
"Quel che faccio nel privato non è affar vostro" sbotta Miodrag con rabbia. "E non cambiare discorso! Perché ci hai tirato giù dal letto?"
"Abbiamo un impegno al porto" spiega il mago. "E dobbiamo esser lì entro un'ora, prima che la Rayo de Luna salpi".
"E questi due chi sono? Amici tuoi?" chiede Fiona, indicando Haris e Antar.
"Questi due lavorano per la Casata della Sabbia e stavano controllando il porto per noi".
"Se volete vi accompagniamo al magazzino ventiquattro" propone Antar.
Il mago fa un cenno di assenso. "Ottima idea. Meglio controllare prima cosa c'è nel magazzino, magari scopriremo quello ha in mente Frederik".
"Insomma, tappo! Vuoi spiegarci una buona volta che cosa succede?" sbotta Fiona. "Che cos'è il magazzino ventiquattro?"
"Un attimo, finisco di mettermi d'accordo con Antar e poi vi spiego tutto".
Mentre Zigfrid parla con l'uomo di Amir, Delorean si infila in cucina e torna dopo qualche minuto con una scodella piena di stufato. "Non vi dispiace, vero, se mentre spieghi io faccio colazione?"

Dopo aver riportato quello che gli Haris e Antar hanno riferito, Zigfrid esce dalla locanda e si dirige di corsa verso il porto, raggiungendo insieme ai compagni la zona dei magazzini. Per la strada non c'è anima viva, a parte un paio di pattuglie di guardia nella zona del mercato, che sembrano più propense a sonnecchiare su una panchina piuttosto che ad interessarsi alla presenza di un gruppo di sconosciuti che corrono per il quartiere a quell'ora della notte.
Lunghe file di bassi edifici in pietra e legno si stagliano attorno alle vie che conducono ai moli. Antar conduce il gruppo lungo uno stretto vicolo tra due magazzini e si ferma dietro ad un ammasso di casse che ostruiscono parzialmente l'uscita, offrendo una discreta copertura ed un'ottima visuale sul magazzino di fronte a loro, su cui è appesa un'insegna di legno che riporta il numero 24. Un grande portone a due battenti, largo abbastanza per far entrare due carri affiancati, copre la maggior parte della parete che dà sulla strada. Sul tetto piatto dell'edificio si vede passare una guardia armata di arco, intenta a scrutare la strada principale, e dopo poco un'altra percorre lo stesso giro di ronda.
"Nel vicolo accanto al magazzino c'è una piccola porticina" sussurra Antar. "E' da lì che sono entrati i due marinai".
"Probabilmente è qui che tengono le casse della Rayo de Luna" commenta Zigfrid. "Anzi, quelle che arrivano dalla nave".
I compagni si guardano perplessi. "Cosa stai blaterando?" mormora Fiona.
"E' troppo presto ed il mal di testa non è ancora passato" si scusa il mago.
"Hai voluto fare la gara di bevute?" lo canzona Iriel. "Ora ne paghi le conseguenze".
"Non prevedevo di dovermi alzare così presto" ribatte l'halfling, scuro in volto.
"Su questo concordo con lui" interviene Miodrag. "Questa uscita dopo la cena a base di cinghiale non è proprio il massimo".
"Preferiresti essere in camera a spassartela con le tue sgualdrine, vero?" replica Iriel.
"Ovviamente! Potevamo venire qui anche domani mattina".
"C'è sempre il problema della nave che parte tra mezz'ora" interviene Zigfrid.
"Potremmo concentrarci sulla nave e creare un diversivo per ritardare la sua partenza" propone lo spadaccino.
"Basta che non proponi di affondarla..." ribatte Iriel, sbuffando.
"Io continuo è pensare che sia la soluzione ai nostri problemi" dice Delorean.
"E' quello il tuo problema. Lascia che pensino gli altri" commenta acido Zigfrid.
"E se avvisassimo le guardie che c'è qualcosa di losco sulla nave?" propone Miodrag.
"Senza prove concrete non farebbero nulla" interviene Haris. "E comunque ci vorrebbe troppo tempo per andare ad avvisarle".
Lo spadaccino riflette per un momento. "Allora lasciamo l'esplorazione del magazzino a Fiona e noi andiamo direttamente alla nave. Lei può entrare ed uscire senza essere vista".
"Non hai imparato nulla in guerra?" ribatte il mago. "Non si lasciano da soli i compagni. Nel Dambrath ne abbiamo persi quindici così".
Fiona si volta verso Miodrag. "Se voi ve ne andate lasciandomi qui da sola, io ritorno in locanda".
"Basta discussioni, concentriamoci sul magazzino" interviene Zigfrid. "Voi due potete andare" aggiunge, rivolgendosi agli uomini di Amir che si allontanano silenziosamente lungo il vicolo. Poi si volta verso il deposito e comincia a valutare quale sia il modo migliore per entrare.

giovedì 24 settembre 2015

0105 - solo qualche ora di sonno

Fiona, assicuratasi che la porta sia chiusa a chiave, si siede sul letto ed estrae dallo zainetto pratico il borsello con la cassa presa alla bancarella dei saponi. Dopo aver slacciato il cordino, versa il contenuto sul lenzuolo ed inizia ad impilare il denaro.
"Una moneta d'oro, sedici d'argento e sessantuno di rame. Decisamente un magro bottino" mormora sconsolata. "Domani troverò un modo per restituirgliele. Se questo è il guadagno di una giornata, quella donna non se la passa molto bene".
Dopo aver sistemato il borsello sul comodino, la ladra si infila sotto le coperte e si addormenta quasi subito, nonostante il silenzio della notte venga rotto dal sonoro russare del mago e dal rumore ritmico che proviene dal piano di sopra, solo parzialmente smorzati dalle sottili pareti di legno.

Zigfrid si sveglia di soprassalto, disturbato da qualcuno che sta ripetutamente bussando alla porta della sua camera. L'emicrania esplode come una palla di fuoco dietro ai suoi occhi e deve usare tutta la sua concentrazione per non vomitare sul pavimento. Con un notevole sforzo spinge i piedi fuori dal letto e si issa in piedi, afferrandosi al bastone per non cadere.
"Chi osa svegliarmi nel cuore della notte?" esclama il mago appoggiandosi alla maniglia ed aprendo la porta. Elin, vestita con una camicia da notte che ha visto tempi migliori, è ferma davanti alla soglia con una lanterna in mano. Accanto a lei c'è un uomo vestito di stracci che si guarda attorno nervosamente.
L'oste squadra l'halfling con uno sguardo disgustato. "Fa troppo caldo per dormire vestito?"
"Sono abituato a dormire nudo, quando posso" ribatte Zigfrid, piantandosi i pugni sui fianchi. "E' un problema? E comunque non mi hai ancora detto perché mi hai tirato giù dal letto. Che ore sono?"
"Sono passate tre ore dalla mezzanotte" risponde Elin. "Questo tizio ha detto che doveva parlare urgentemente con te".
"E chi è?" chiede il mago, poi il suo sguardo annebbiato nota il simbolo ricamato sul fazzoletto che lo sconosciuto tiene in mano. "Ah, sei della Casata della Sabbia. Ok, accomodati pure mentre cerco i vestiti".
La nana fissa i due con uno sguardo torvo. "Quindi vi conoscete?"
"Non proprio. Elin, potresti allontanare quella lanterna dai miei occhi? Mi sento come se un branco di coboldi stesse prendendo a calci la mia testa".
La nana appende la lanterna ad un gancio del corridoio e si rivolge allo sconosciuto. "E' tutto tuo. Io avverto il tuo compare che può salire, poi me ne torno a dormire".
L'uomo osserva perplesso il mago, che lo sta fissando con gli occhi socchiusi. "Immagino lei sia il mago Zigfrid".
"Bravo, mi hai trovato" commenta l'halfling, raggiungendo il letto ed iniziando a frugare tra le sue cose.
Un altro uomo, più basso e più in carne del primo, raggiunge il compagno davanti alla camera, poi entrambi entrano e si chiudono la porta alle loro spalle. La debole luce che filtra tra le assi non impedisce ai due di vedere il fondoschiena del mago mentre recupera la tunica ed inizia a vestirsi.
"Io sono Haris e lui è Antar, il signor Sandstone ci ha mandato a controllare il porto per conto vostro" sussurra l'uomo più alto.
"Immagino abbiate scoperto qualcosa di interessante, sennò non mi avreste disturbato a quest'ora" brontola Zigfrid. "Insomma, si può sapere che avete da riferirmi?"
"Il signor Sandstone dice che per il servizio ci pagherai tu, giusto?" interviene l'altro.
"Dipende da cosa mi volete riferire" ribatte il mago. "O pensate che compri informazioni a scatola chiusa?"
I due si scambiano un'occhiata. "C'è stato parecchio movimento attorno alla Rayo de Luna" dice Haris. "Alcuni marinai hanno lavorato fino al tramonto per portare a bordo delle casse, poi a notte inoltrata hanno scaricato quelle che a noi sono sembrate le stesse casse".
"Fin qua niente di così strano" commenta Zigfrid. "Avranno sbagliato a caricare".
"Quando sono scesi sembrava facessero più fatica a trasportarle, come se all'andata le casse fossero vuote. Abbiamo anche notato due figure che sono salite a bordo".
"Immagino non fossero uomini dell'equipaggio".
"No. Quando hanno scaricato l'ultima cassa abbiamo visto parecchi marinai allontanarsi in direzione della Bandiera Nera, una bettola presente al porto. Poco dopo è arrivato un tizio con un borsone a tracolla che tintinnava, come se fosse pieno di metallo o di denaro. E' salito a bordo e se n'è andato dopo una decina di minuti senza il borsone".
"Avete parlato di due tizi" sottolinea il mago, battendo il piede con impazienza.
"Infatti. Il secondo è salito sulla nave circa un'ora fa, ha parlato con una guardia che era a bordo ed è sceso sotto coperta. Era un tipo magrolino ed abbastanza anonimo ed indossava un mantello nonostante il caldo".
"Forse ho capito di chi state parlando".
"Ad un certo punto, da una delle vetrate delle cabine a poppa abbiamo visto un lampo di luce. Poi, dopo qualche minuto, due marinai sono scesi a terra con un grosso e pesante sacco. Antar li ha seguiti, io invece sono rimasto a controllare la situazione. Dopo un po' è uscito Frederik, il capitano della nave. Ha sbraitato ad uno dei suoi uomini di andare a recuperare l'equipaggio e preparare la nave. Voleva salpare entro un paio d'ore".
"Cioè tra circa un'ora, giusto?" commenta Zigfrid, poi si volta verso l'altro uomo. "E tu invece hai seguito i due marinai. Dove sono andati?"
"Esatto" interviene Antar, "li ho seguiti fino al magazzino ventiquattro. Sono entrati dall'ingresso laterale e dopo un po' sono usciti senza il grosso sacco".
"Va bene" lo interrompe il mago. Tasta il letto fino a trovare il bordo del lenzuolo, afferra un oggetto dal comodino, vi lancia luce sopra e lo avvolge nel panno. Una tenue chiarore si diffonde nella camera. "Scusate, ma nella mia testa gli orchi stanno ancora suonando i tamburi".
Zigfrid afferra il borsello, ne estrae alcune monete e le porge ai due uomini, che guardano la mano ed alzano gli occhi perplessi.
"Non vi basta?"
"Anche tu lavori per il signor Sandstone, giusto? Dovresti conoscere il tariffario. Sarebbero cinquanta monete a testa".
Il mago li fissa per un momento, poi apre di nuovo il borsello e recupera il resto del denaro. "Sono ancora troppo ubriaco per pensare lucidamente, quindi ecco i vostri soldi. Ora andate a svegliare i miei compagni. In maniera brusca, se possibile".

mercoledì 23 settembre 2015

0104 - sfida all'ultima birra

Mentre i marinai cominciano a discutere con Miodrag e Delorean sulle tecniche che potevano essere usate per ottenere di più dall'interrogatorio, Zigfrid osserva i sei boccali vuoti di fronte al capitano della Aleta. "Lizzy, ti sfido a chi beve di più!"
Il silenzio cala nella taverna. Tutti ammutoliscono e si voltano verso la prosperosa halfling, attendendo la risposta.
"Non mi pare sia una sfida alla pari, tu finora hai bevuto un solo boccale" ribatte lei, incrociando le braccia e alzando un sopracciglio.
"Sennò non avrebbe mai proposto una cosa del genere" mormora Fiona all'orecchio di Iriel.
"Secondo me lo stende comunque" commenta la druida.
"Va bene, accetto" esclama Lizzy, battendo le mani sul tavolo. "Oste, preparaci la birra!"
Elin arriva con due boccali appena spillati e li deposita davanti ai due contendenti facendo tracimare un po' di schiuma, quindi si allontana di poco per poter assistere alla sfida. Entrambi afferrano il boccale, ne tracannano il contenuto e lo sbattono sul tavolo. Lo sguardo di Zigfrid si appanna per un momento, poi le due Lizzy tornano ad essere una sola.
"Tutto bene?" chiede il capitano della Aleta, sorridendo al suo sfidante.
"Nesciun proooblema" biascica il mago. "Aaaalora, dov'è la mia bbbuirra?".
I boccali vuoti cominciano ad aumentare di numero sul tavolo, con Elin che continua a portarne di nuovi ed i due contendenti che li trangugiano uno dietro l'altro.
"Non sei niente male" esclama Lizzy, facendo sparire il contenuto dell'ennesimo boccale.
"Anche tu sciei forrrrte" ribatte Zigfrid con la bocca distorta in un ghigno e la voce impastata, "ma ti buatterò".
Detto questo, afferra un'altra birra e beve un lungo sorso, quindi appoggia il boccale accanto agli altri. Sul suo viso appare un sorriso soddisfatto, poi la sua testa precipita sul tavolo.
Lizzy finisce il suo boccale e lo appoggia delicatamente accanto agli altri, quindi si volta verso un marinaio addormentato accanto a lei ed esplode in un rutto poderoso.
"Iceberg a prua!" urla l'uomo svegliatosi di soprassalto, poi si guardar attorno tra le risate generali. Quando si rende conto di cosa è successo, alza le spalle, riappoggia la testa sul tavolo e riprende a dormire.
"Non pensavo reggesse così tanto. Un altro e sarei collassata io" esclama Lizzy, pulendosi la bocca con la manica della camicetta. "E pensare che ho accettato solo perché questa è birra gratis".
"Mai sfidare un marinaio ad una gara di bevute" sentenzia Iriel, sorridendo.
"Ben detto!" sogghigna il capitano.
"Ed ora chi lo porta in camera?" chiede Fiona.
"Ci penso io" replica Delorean. Dopo aver afferrato Zigfrid per la cintura ed esserselo issato sulla spalla, si volta verso Miodrag. "Salda tu il conto, poi dividiamo".
Lo spadaccino brontola qualcosa in direzione del chierico, poi si dirige verso Elin che sta facendo i conti delle birre consumate ed inizia a contrattare.
"E' meglio se ci incamminiamo verso la nave" dice Lizzy, alzandosi in piedi ed appoggiando una mano sul tavolo per mantenere l'equilibrio. "Forza, branco di scimmie ammaestrate! Portate i vostri culi fuori da questa taverna!"
I marinai cominciano ad alzarsi ed a dirigersi verso la porta, aiutando i più ubriachi a reggersi in piedi. Uno degli uomini svenuti accanto a Fiona non accenna a muoversi, quindi il capitano afferra un boccale e lo colpisce con violenza sulla testa. Il marinaio si alza in piedi di scatto ed afferra Lizzy per il colletto della camicia, rendendosi poi conto di chi ha davanti. "Mi scusi, capitano. Non avevo capito che dovevamo andarcene".
"Per punizione domattina laverai il ponte!" replica l'halfling. "Ed ora fuori di qui!"

Quando anche l'ultimo marinaio è uscito, Fiona ed Iriel si dirigono in camera per poter finalmente dormire su un vero letto, invece delle scomode amache della Aleta.
Dopo essersi assicurato che Elin non sia a portata d'orecchio, Miodrag si affaccia in cucina e chiama a bassa voce Timas. "Ehi, ragazzo! Mi faresti un favore per qualche moneta d'argento?"
Il ragazzo alza gli occhi dalla pentola che sta lavando e guarda curioso lo spadaccino. "Cosa dovrei fare?"
"Riesci a trovarmi compagnia per la notte?"
Timas arrossisce. "Non puoi chiedermi sul serio una cosa del genere!"
"E per una moneta d'oro?"
Il ragazzo ci pensa un po' su, poi finisce di pulire la pentola, la appende ad una corda e si piazza davanti a Miodrag con la mano aperta. Dopo aver ricevuto il denaro, esce dalla cucina e si dirige verso la porta, ma lo spadaccino lo ferma. "Il compenso poi lo pago io. Tu assicurati che siano molto attraenti! Portale nella camera all'ultimo piano, ho già parlato con Elin".
Quando Timas esce dalla locanda, Miodrag si ritira in camera ed attende con impazienza l'arrivo della compagnia che ha richiesto. Dopo una decina di minuti sente bussare alla porta. Tommy varca la soglia e conduce all'interno della stanza due donne molto carine e vestite in abiti succinti. I biondi ricci della più giovane, che incorniciano un volto dai delicati lineamenti, contrastano con i lunghi capelli neri della sinuosa mezzelfa.
"Grazie ragazzo, ora puoi andare. Mi occupo io di loro" dice Miodrag, alzandosi dal letto ed andando incontro alle due fanciulle ferme sulla soglia.

martedì 22 settembre 2015

0103 - poche risposte per molti dubbi

Il nuovo arrivato si blocca di colpo e volta la testa verso il gruppo, con gli occhi dilatati per la paura. Poi, con uno scatto felino, si volta e corre verso l'uscita.
Zigfrid immerge le dita nel grande vassoio appoggiato sul tavolo, in cui naviga un panetto di burro mezzo sciolto, e pronuncia le parole di un incantesimo. La superficie della maniglia diventa viscida e scivola tra le mani dell'uomo, che si affanna per aprire la porta. Il mago si alza e si avvicina con calma allo sconosciuto, che tenta invano di fare presa sul pomello. Alla fine l'uomo desiste e si volta lentamente, con un sorriso sul volto e lo sguardo terrorizzato.
"Ci farebbe molto piacere se si sedesse al nostro tavolo e bevesse con noi" sibila Zigfrid, fissandolo con un ghigno.
L'uomo risponde con un lento cenno affermativo con la testa, mentre con le mani dietro la schiena continua trafficare con la maniglia.
"Non si faccia ingannare dal tono cortese, la mia non era una richiesta" dice il mago. "Si sieda con noi".
L'uomo continua a fare vigorosi cenni con la testa, senza smettere per un momento di provare ad aprire la porta.
"Se non la vuoi capire con le buone..." esclama Delorean, avvicinandosi allo sconosciuto. Dopo averlo afferrato per il cappuccio, lo solleva da terra e lo deposita su una panca sotto lo sguardo divertito dei marinai.
"Bevi in compagnia, vero?" esclama Miodrag, spingendo un boccale di birra nella sua direzione.
L'uomo lo afferra con mani tremanti, ma non si azzarda a bere. Alza lentamente lo sguardo e con voce tremante chiede: "Che... che cosa volete da me?"
"Mi sa che è duro di comprendonio" borbotta il chierico, poi si volta verso Fiona. "Puoi per favore prestarmi il coltello? Se gli mozziamo qualche dito magari sarà più propenso a parlare".
Lo sconosciuto sgrana gli occhi, molla il boccale e nasconde le mani sotto il tavolo. "No, vi prego..."
"Non si fanno queste cose!" esclama Iriel. "Non si ottiene niente con la tortura!"
"Come avrai capito, io sono quello più paziente del gruppo" dice Zigfrid, guardando l'uomo negli occhi ed attirando la sua attenzione. "Quindi ti conviene rispondere alle mie domande. Chi sei? Cosa vuoi da noi e perché ci stai seguendo?"
"Mi chiamo Louban" risponde lo sconosciuto. "Mi hanno mandato in giro a cercarvi".
"Chi ti ha dato quest'incarico?"
"Frederik Acquadifonte".
"E perché ci stavi cercando?"
"Il mio capo vi ha notati mentre scendevate dalla loro nave" dice l'uomo, indicando Lizzy e gli altri uomini. "Non so perché mi abbia dato questo incarico. Io dovevo solo trovarvi e raccogliere qualche informazione su di voi".
"Direi che ci hai trovati" esclama Zigfrid, con un largo sorriso. "Quindi ora puoi tornare alla nave ed organizzare un incontro. Digli pure che ti abbiamo trattato bene".
"Può venire qui e sedersi a mangiare con noi!" esclama Delorean. "Una pinta di birra non si nega a nessuno!"
"Lui non scende mai dalla nave" balbetta Louban.
"Per noi farà un'eccezione" commenta il mago. "E, tanto per sapere, cosa hai scoperto su di noi?"
L'uomo sbatte un paio di volte le palpebre come se non avesse capito la domanda, poi abbassa il capo e mormora: "Non molto..."
"Non penso abbia sentito bene la domanda. Proviamo a sturargli le orecchie con il coltello..." esclama il chierico porgendo una mano a Fiona, che lo guarda con disappunto e si infila le mani in tasca.
"No, vi prego!" dice Louban alzando le mani. "So solo che alloggiate in questa locanda, avete incontrato qualcuno nel Cortile Rabat ed avete a che fare con la Casata Seltarir".
"Se questo è tutto" ribatte Zigfrid con un sorriso, "puoi pure tornare dal tuo capo e riferirgli che vogliamo incontrarlo. Sulla terraferma, s'intende".
Continuando a guardare con timore il mezzorco, l'uomo si alza lentamente e si dirige a passi misurati verso l'uscita. Dopo un'ultima occhiata alle persone sedute attorno al tavolo che lo stanno fissando, apre la porta e se ne va.
"Ma finiscono sempre così le vostre cene?" esclama Lizzy, afferrando un boccale e scolandolo tutto d'un fiato.

lunedì 21 settembre 2015

0102 - cucina esotica

Dopo aver speso gran parte dei risparmi in nuovo equipaggiamento, il gruppo si incammina verso la Duna di Zaffiro per incontrare Lizzy e cenare assieme all'equipaggio della Aleta. Non appena imboccata la via principale della Lama del Riposo, si sentono provenire dalla locanda urla e schiamazzi che attirano l'attenzione di alcuni passanti.
"Sarà meglio raggiungere Lizzy in fretta, non vorrei che i suoi uomini finiscano tutta la birra!" esclama Delorean, aprendo la porta e varcando la soglia. Il suo stomaco comincia a brontolare non appena il forte odore di arrosto che giunge dalla cucina colpisce il suo naso. "Si mangia!" esclama allegramente Delorean, massaggiandosi la pancia.
"Cinghiale?" esclama Zigfrid, annusando l'aria. "Spero non ce lo faccia pagare a peso d'oro".
"Perché dovrebbe farlo?"
"Quanti cinghiali pensi ci siano in mezzo al deserto?"
"Non mi sono mai posto il problema" risponde il chierico, grattandosi la nuca.
"Ovviamente no, stupido bisonte" replica il mago. "Il clima è troppo caldo per i cinghiali, quello sul fuoco dev'essere stato importato da qualche mercato del nord o dalle isole. E di sicuro costerà un occhio".
Elin si avvicina pulendosi le mani sul grembiule e fissa gli avventurieri con uno sguardo truce. "Ecco qui i miei clienti migliori. Avete detto voi a quel branco di marinai di venire qui per cena?"
"Sì, li abbiamo invitati noi" risponde Miodrag.
"E non vi è venuto in mente di avvertire?" esclama la locandiera, fissando lo spadaccino con occhi torvi.
"E perché? Siamo solo in quindici!" ribatte lo spadaccino.
"Se tutti mangiano come lui" replica Elin indicando il mezzorco, "non mi basterà l'intera dispensa!"
"Probabilmente qualcuno mangerà anche di più" ridacchia Miodrag. "Siamo tutti reduci da un lungo viaggio per mare".
Elin sbuffa, quindi si gira verso la cucina ed urla: "Ehi, Timas! Metti sul fuoco qualche chilo di stufato!" Poi, girandosi verso lo spadaccino, commenta: "Fortuna che qualcuno ha mandato per voi un intero cinghiale da cucinare. Avete amici ricchi, non c'è che dire".
"Per caso è stato uno gnomo con il panciotto di nome Bilmin?" chiede Delorean.
"L'hanno portato un paio di uomini robusti" risponde la locandiera. "Mi pare abbiano detto che era un dono da parte di un certo Occhiodoro".
Il chierico sorride. "Proprio lui".
"Accomodatevi, sarà pronto tra un quarto d'ora. Intanto vi servo la birra".
Il gruppo saluta Lizzy e si accomoda accanto ai suoi uomini, che hanno già trangugiato parecchi boccali di birra. Altri cinque boccali raggiungono il tavolo, quindi la nana ritorna in cucina per controllare la cottura del cinghiale ed aiutare il suo aiutante con lo stufato.
"Come siamo carine, stasera" esclama Delorean, osservando il vestito succinto della halfling e soffermandosi sull'abbondante scollatura. "Che ne dici se dopo...?" aggiunge, facendo un eloquente gesto con la mano.
"Mai e poi mai" ribatte Lizzy con un sorriso di circostanza, quindi si alza e si sposta vicino a Fiona ed Iriel.
"Mi sa che devi trovartene una della tua razza, se vuoi concludere qualcosa" ridacchia Miodrag, sorseggiando la birra.
"Sono solo fuori allenamento" ribatte il chierico, scuro in volto.
Elin interrompe le varie discussioni lanciando oltre il bancone un marinaio che si stava spillando una birra da solo, quindi torna in cucina e ne esce con un enorme vassoio carico di spezzatino, porchetta e costate. Si fa largo tra i marinai e lo deposita sul tavolo, quindi provvede a recuperare i boccali vuoti. Tutti si fiondano sul cibo, commentando a bocca piena l'ottima qualità della carne e l'abbondanza della cena.

Lizzy si alza in piedi sulla panca e solleva il boccale. "A nome di tutti i miei uomini, vi ringrazio per l'ottima cena! Era da tanto che non mangiavamo così bene!"
"Grazie a te per la traversata, invece" risponde Zigfrid. "Non ho vomitato neanche una volta".
"Parla per te, tappo" interviene Delorean, addentando l'ennesimo pezzo di carne. "Anzi, non farmici pensare che sennò perdo l'appetito".
"Facile dirlo a stomaco pieno" ribatte il mago, ridacchiando.
"Potremmo nominare la Aleta come nostra nave ufficiale per le future traversate" propone Miodrag, alzando a sua volta il boccale.
"Ne saremo molto onorati!" risponde l'halfling, appoggiando il boccale sul tavolo e facendo un profondo inchino. "Ah, volevo avvertirvi che il salvataggio di quei naufraghi ha creato un po' di trambusto giù al porto" aggiunge, tornando a sedersi.
"Davvero? Che è successo?" chiede Delorean.
"Un paio di uomini sono venuti a chiedere informazioni su di voi e sulle altre persone sbarcate" risponde Lizzy. "Tranquilli, non abbiamo detto nulla di compromettente".
"Uno dei tizi era un tipo anonimo, con pochi capelli in testa e vestito con un mantello marrone?" chiede Iriel.
"Dalla descrizione sembrerebbe di sì".
"E poi cosa ha fatto?" domanda Fiona.
"Dopo aver parlato con me, è tornato a bordo della Rayo de Luna".
Miodrag apre la bocca per parlare, ma viene interrotto dalla porta della locanda che si apre. Un uomo avvolto in un mantello varca la soglia ed esclama a gran voce: "Buonasera oste! Ha per caso dato ospitalità a quattro avventurieri scesi da una nave?"
Delorean e Zigfrid si voltano verso la porta, quindi Lizzy esclama: "Parli del diavolo... è lui".

venerdì 18 settembre 2015

0101 - pitoni e saponi

"Io proprio non capisco voi maghi" sbotta Iriel. "Sempre in competizione su chi ce l'ha più grosso".
Sbigottita, Fiona si volta di scatto ed inizia a fissare ad occhi sgranati la druida, che si affretta a precisare: "Il libro degli incantesimi, intendo. Che avevi capito?"
"Certo che il mio libro è più grosso!" ribatte Zigfrid. "E non solo quello!" conclude, alzando la tunica e mostrando a tutti le sue grazie.
Miodrag e Delorean esplodono in una sonora risata, mentre Fiona si volta dall'altra parte coprendosi gli occhi. "Vedo che non hai perso l'abitudine di girare senza mutande!"
Iriel cerca di distogliere lo sguardo, ma il suo cervello è incapace di reagire. Con la bocca distorta in una smorfia di puro disgusto, trova solo la forza di mormorare: "Mi sento sporca..."
La ladra, notando l'espressione sconvolta della druida, la afferra per le spalle e la conduce tra le bancarelle. "Vieni, troviamo qualcosa per toglierti di dosso la sporcizia e quell'orribile immagine dalla testa".
"Ok, abbiamo capito il tuo punto di vista" esclama lo spadaccino, afferrando la veste del mago e tirandola giù. "Ora vedi di ricomporti prima che qualcun altro ammiri i tuoi gioielli".
"Siamo in un vicolo, chi vuoi che mi veda?" ribatte Zigfrid, sistemandosi la tunica. "E poi mi aveva fatto incazzare! Cosa avrei dovuto fare? Lasciare che offendesse il mio onore?"
"L'hai sconvolta, poveretta" commenta Delorean, osservando la druida mentre si allontana. "Speriamo abbia visto altri serpenti, in vita sua".
"Un pitone così grande scommetto che non l'ha mai visto!" sogghigna il mago.

Iriel e Fiona vengono attratte dai dolci profumi provenienti da una bancarella che espone saponi, lozioni e altri prodotti per il corpo. Una donna di mezz'età sta illustrando ad alcune attempate signore le capacità rigenerative dei propri prodotti. "Con queste lozioni la vostra pelle sarà morbida come seta!"
Mentre la druida osserva alcune boccette piene di liquido trasparente, la venditrice si avvicina. "Cercava qualcosa di particolare, bella signorina?"
"Questi saponi al cocco hanno un buon profumo, quanto vengono?"
"Due monete d'argento. Ma se acquista anche questa lozione, le faccio solo cinque monete d'argento per tutto".
"Mi pare un ottimo prezzo! Fiona, potresti...?" dice Iriel, girandosi verso la ladra ed accorgendosi che non è più accanto alla bancarella, ma che si sta allontanando tra la folla.
"Mi scusi un momento!" esclama la druida appoggiando le boccette tra le mani della venditrice, quindi si fa largo tra la gente e raggiunge Fiona. "Perché te ne sei andata? Ho bisogno di cinque monete d'argento per acquistare del sapone ed una lozione!"
"Il tuo approccio all'acquisto è fuori moda" mormora la ladra, sfilando con noncuranza alcune saponette dalla tasca e sistemandole nella borsa magica.
Iriel la fissa interdetta. "Non avrai mica... rubato?"
"Rubare? Io?" replica Fiona, sfoggiando la sua espressione più innocente.
"Mi dai le monete? Voglio fare il mio acquisto".
La ladra si volta verso la bancarella, da cui iniziano ad arrivare urla e schiamazzi. Un paio di guardie passano accanto alle due e raggiungono la venditrice, che si sta lamentando di aver subito un furto. "No, non ne hai bisogno. Andiamocene".
La druida la afferra per un braccio. "Vuoi dirmi cosa hai preso?"
"Niente di che. Solo una decina di saponi, una ventina di lozioni, qualche sacchetto alla lavanda..." elenca a bassa voce Fiona, facendo mente locale. "Ah, ho preso anche la cassa" aggiunge sorridendo.
"Ed io adesso cosa faccio?" esclama la druida. "Mi fornisci tu sapone e lozione? In fondo è per colpa tua che non posso tornare alla bancarella!"
La mezzelfa riflette per un momento, poi fruga nel sacchetto della venditrice ed estrae cinque monete d'argento. "E meglio se invece vai a fare il tuo acquisto, così sviamo l'attenzione delle guardie!"

giovedì 17 settembre 2015

0100 - l'ira di Zigfrid

"Eccovi qui!" esclama Zigfrid, battendo sulla spalla di Delorean con il bastone. "Vi ho cercato ovunque!"
"Mentre tu hai perso tempo ad ascoltare quelle stupide lezioni" dice Miodrag, "noi abbiamo sistemato parecchie faccende in sospeso!"
"Era una lezione interessante!" dice il mago fissando duramente lo spadaccino, poi il suo volto si apre in un largo sorriso. "Ho fatto domande inopportune ed in un paio d'occasioni ho anche fatto notare al maestro che stava sbagliando. Devo ammettere che non pensavo se la prendesse così tanto... quindi alla fine voi che avete fatto?"
"Abbiamo parlato con Nieven e liberato Tinky" risponde lo spadaccino, "abbiamo portato i contratti ad Amir ed abbiamo fatto un po' di indagini sul medaglione. Sembra che sia il simbolo di un nuovo culto che si sta diffondendo tra i poveri".
"Ottima notizia, non c'è che dire..." mormora Zigfrid con un espressione scocciata.
"Questi negozianti sono dei veri ladri!" sbraita Fiona, uscendo da un negozio e raggiungendo il gruppetto. "Non avete idea di quanto mi hanno chiesto per un semplice oggettino".
"E cosa volevi comprare?" chiede Zigfrid.
"Niente di che, un anello che rende invisibili" risponde la mezzelfa, furiosa. "Con quello che mi hanno chiesto potrei comprarci una nave!"
"Gli oggetti magici costano, bambina" dice l'halfling con tono condiscendente.
"Devo procurarmi altro denaro" borbotta Fiona, sistemandosi le cinghie dello zaino.
Tutti portano istintivamente la mano al borsello e si allontanano di un passo.

Mentre Fiona e Iriel si fermano davanti ad una bancarella, Zigfrid trascina Delorean verso un vicolo, lontano da orecchie indiscrete. "Quando torniamo in locanda mi daresti il globo di vetro? Vorrei iniziare a studiarlo".
"Intendi l'artefatto? L'abbiamo lasciato a Nieven per farglielo studiare".
"Cosa?" esplode il mago, fissando il chierico con gli occhi fuori dalle orbite. "Siete impazziti?! Dimmi che stai scherzando!"
"No, sono serio" ribatte Delorean. "Così non ce lo portiamo sempre dietro e siamo più tranquilli!"
Zigfrid nasconde il volto tra le mani. "Non rivedremo più quell'artefatto".
"Ma cosa dici!" esclama lo spadaccino, attirato dalle grida. "Quando glielo abbiamo consegnato lui ci ha regalato questi bracciali".
"Mi state dicendo che avete scambiato un artefatto di incommensurabile valore in cambio di alcune fascette di cuoio da pochi spiccioli? Dei geni, non c'è che dire!"
"Ne abbiamo uno anche per te!" ribatte Miodrag, porgendogli il bracciale.
Anche Iriel e Fiona si avvicinano, mentre alcuni passanti si voltano a guardare il gruppetto che litiga.
"Che succede?" chiede la druida. "State facendo un baccano infernale".
"Mi hanno appena detto che avete regalato la sfera a Nieven" risponde furente il mago.
"In realtà ci ha promesso che studierà l'artefatto" precisa Iriel, incrociando le braccia e fissando duramente l'halfling.
"Cosa che avrei potuto benissimo fare io! E sicuramente meglio di quel mago da strapazzo!" grida Zigfrid, poi abbassa lo sguardo. "Ormai possiamo dire addio a quella sfera".
"E perché mai? Ci ha dato questi bracciali che consentono di entrare in casa sua in qualunque momento. Potrai andare a studiare quell'artefatto quando vorrai ed inoltre potrai usare la sua biblioteca".
"E voi vi fidate della parola di un mago conosciuto pochi giorni fa?" sibila Zigfrid.
Fiona lo guarda con un sorriso a trentadue denti. "Di solito ci fidiamo di te. E spesso ci pentiamo della scelta".
Delorean posa una mano sulla spalla del mago, che sta tentando di fulminare la ladra con lo sguardo. "Dato che secondo te da soli facciamo danni, la prossima volta verrai con noi, invece di seguire le lezioni di un tizio qualsiasi incontrato per strada".

mercoledì 16 settembre 2015

0099 - dubbi e proposte

"Ci vorrà un po' di tempo. Dovrò recuperare i tomi in cui si fa cenno a questo artefatto" spiega Nieven, avvicinandosi ad una scrivania e cominciando a prendere appunti su un foglio di carta.
"Possiamo affidarlo a lui, se a voi va bene" dice Miodrag guardando i compagni e ricevendo da tutti un cenno affermativo come risposta. "Tanto per sapere, quanto può valere un oggetto del genere?"
"Penso non abbia prezzo" replica Iriel, mentre il mago osserva pensieroso la sfera.
"Dipende da quali sono le proprietà dell'artefatto. E' avvolto da un'aura molto forte, ma non è detto che corrisponda ad un potere utilizzabile. Per farvi un esempio, si potrebbe vincolare un demone dentro ad un contenitore con delle magie potenti, ma ciò non aumenterebbe il prezzo dell'oggetto".
"Stamattina c'era un tipo che ci seguiva" interviene Delorean. "Secondo me era interessato a questa sfera. Le chiediamo di prestare attenzione e di non dire a nessuno che è in suo possesso".
"Non vi preoccupate, rimarrà un segreto tra voi e me. E per quanto riguarda la sicurezza, ho posto degli incantesimi a protezione del mio studio. Nessuno può vedere cosa contiene la stanza usando la magia" replica Niewen. Poi, dopo averci pensato su, si alza ed esce dal salotto, tornando poco dopo con un set di braccialetti. "Ecco, prendete. Indossando questi bracciali, avrete accesso alla mia villa anche in mia assenza. Potrebbe tornarvi comodo se desiderate consultare la mia biblioteca o assicurarvi che la sfera sia al sicuro. Vi prego solo di non perderli".
"Caspita!" esclama Fiona, con gli occhi che brillano. "Grazie!"
"Ovviamente la casa è sorvegliata e saprò sempre cosa succede al suo interno" aggiunge il mago, sorridendo alla ladra. "Il tentativo di furto della ragazzina mi ha fatto capire che dovevo proteggermi meglio".
"Se non c'è altro, alziamo i tacchi ed andiamo in taverna" esclama Delorean. "Il mio stomaco brontola".
"Senza contare che abbiamo un appuntamento con Lizzy!" replica Miodrag.
"Non è possibile allungare un po' la strada e fare un salto al mercato, prima di tornare alla Duna di Zaffiro?" propone la ladra. "Non ci siamo ancora stati e vorrei spendere i miei sudati guadagni!"

Il gruppo saluta Nieven e si dirige verso il Cortile Dirham per dare un'occhiata alle bancarelle ed ai negozi.
"Mi piacerebbe sapere perché ci hanno seguito" borbotta Fiona. "E soprattutto che cosa c'entra la Rayo de Luna".
"Potremmo salire a bordo e fare qualche domanda" propone Miodrag. "Così magari riusciamo anche a dare un'occhiata in giro".
"Io lì sopra non salgo" ribatte Iriel. "Soprattutto se c'è il tizio che ci stava seguendo".
"Perché?" chiede Delorean.
"E me lo chiedi? Ormai sanno chi siamo. Un topo non si infila mai tra le zampe del gatto".
"Così però non ne veniamo a capo" dice lo spadaccino, scuotendo la testa. "Qualcuno è interessato a noi e non sappiamo perché. E dato che non si sono presentati, direi che hanno cattive intenzioni".
"Potremmo risolvere facilmente il problema" esclama Delorean con un ghigno. "Iriel, potresti evocare una sfera di fuoco sulla nave ed affondarla!"
La druida si ferma in mezzo alla strada, incrociando le braccia e guardando rabbiosa il chierico. "Così poi nella migliore delle ipotesi mi sbattono fuori dalla città! Ti sembrano cose da dire?"
"Certo che se affondasse ci saremmo liberati di una bella rogna!" commenta ridacchiando Miodrag.
"E' l'idea più stupida che abbia mai sentito" interviene Fiona. "Primo, bisognerebbe farlo in mezzo alla gente. Secondo, anche se riuscissimo a non farci individuare, di sicuro ci sarebbe un'indagine approfondita. E terzo, non è consentito usare la magia in città".
"Era solo un'idea!" si difende Delorean, alzando le mani.
"Un'idiozia bella e buona" borbotta la druida, raggiungendo la ladra che si è fermata ad una bancarella per guardare la merce esposta.

martedì 15 settembre 2015

0098 - attentato alla non vita

"Complimenti" esclama Fiona, piantando le mani sui fianchi e fissando lo spadaccino. "Hai perso una buona occasione per stare zitto".
"Non mi ha nemmeno lasciato il tempo di fargli vedere i miei topi scheletrici" replica lui con aria scocciata.
"Ci mancava solo quello" lo interrompe Delorean. "Hai già fatto abbastanza danni, per oggi".
"Io direi di tornare alla taverna" propone lo spadaccino. "E' stata una giornata faticosa".
"Per noi di sicuro" brontola la ladra.
"No, io tornerei da Nieven" ribatte il chierico. "Secondo me dobbiamo mostrare a lui l'artefatto".
"I chierici di Gond non ci sono stati molto utili, effettivamente" conviene Miodrag. "Magari l'elfo sarà più incline a darci una mano ad identificare quella sfera".
"Il tappo non sarà contento..." borbotta la ladra, avviandosi insieme agli altri verso il Cortile Rabat.

La porta si apre ed il mago non nasconde la sorpresa nel vedere il gruppo fermo davanti alla sua porta. "Come mai siete tornati?"
"Buonasera, Nieven. Trovato nulla sul simbolo?" lo saluta Miodrag, appoggiandosi allo stipite.
"Sto ancora consultando i miei libri, ma finora non ho trovato niente di utile".
"Abbiamo noi qualche informazione in merito" interviene Fiona. "Dovrebbe essere il simbolo di un nuovo culto che sta prendendo piede in città".
Lo spadaccino inizia a ridacchiare. "E come sempre parliamo sulla porta..."
"Oh, scusate" dice il mago, visibilmente imbarazzato. "Prego, accomodatevi".
Dopo aver raggiunto il salotto, Fiona si siede e riprende il discorso. "Sembra che il culto si chiami l'Undicesimo Fuoco e stia prendendo piede tra la povera gente".
"Se avete bisogno di informazioni sui mendicanti" replica l'elfo, "vi conviene parlare con Malika. Di sicuro avrà più informazioni di me al riguardo".
"Comunque non siamo qui per questo" taglia corto la druida, iniziando a fissare Delorean.
Il chierico fa un cenno di assenso, quindi estrae il globo di vetro e lo lascia a mezz'aria. Nieven spalanca gli occhi per lo stupore, quindi si avvicina timoroso all'oggetto fluttuante. Dopo aver osservato per un po' il dito al suo interno, che si sta muovendo lentamente, pronuncia le parole di un incantesimo. Immediatamente distoglie lo sguardo dalla sfera, come se non riuscisse più a sopportarne la vista. "Una magia potente, non c'è che dire".
"E' la stessa reazione che ha avuto Zigfrid" commenta sorridendo Fiona.
"L'abbiamo trovato nella stessa stanza in cui abbiamo incontrato il fuoco fatuo del paladino" dice Delorean. "All'interno del tempio di Myrkul".
Miodrag si sporge dalla sedia con un sorriso impudente. "E nel tempio abbiamo trovato anche questi!" esclama, estraendo il topo scheletrico dalla borsa e piazzandolo sotto il naso del mago.
Nieven guarda imperturbabile il piccolo mostro ed alza un indice, che si illumina di una vaga luce violacea, poi glielo punta addosso.
"No! No! Non lo ammazzare!" esclama lo spadaccino, allontanando la mano dal pericolo. Il topo riesce a contorcersi tanto da liberare la testa, quindi gira il piccolo teschio ed affonda i denti sul pollice di Miodrag, strappandogli un grido di dolore.
"Piccolo bastardo..." mormora a denti stretti lo spadaccino, fissando iroso il piccolo non morto. Con un rapido gesto, lo scheletro torna a dimorare nella borsa magica.
Il mago lo fissa per un momento con sguardo impassibile, poi si volta di nuovo a contemplare la sfera galleggiante. "Se volete, posso dare una mano al vostro amico mago a capire cos'è e come funziona".
"Ci farebbe un grande piacere!" esclama Delorean.
"Oh, no... il piacere è tutto mio" ribatte il mago, sorridendo. "Dico davvero".

lunedì 14 settembre 2015

0097 - l'alto prelato di Gond

"Ora dobbiamo trovare un sacerdote che sappia qualcosa su quel simbolo" dice Iriel. "I vostri contatti non ci sono stati di grande aiuto".
"Ma indagheranno" ribatte Fiona. "Per queste cose bisogna avere pazienza".
"In questa città i templi principali sono cinque: Akadi, Gond, Ilmater, Shaundakul e Waukeen" riferisce Delorean, dopo aver parlato con alcune guardie all'entrata della Lama della Fede. "I chierici di Gond ricercano la conoscenza, magari qualcuno di loro ha già visto la stella ad undici punte".
"Vale la pena tentare" commenta Miodrag, oltrepassando la grande porta che conduce al quartiere religioso. "Speriamo abbiano una biblioteca ben fornita".
Le ombre si allungano mentre il gruppo percorre la strada principale, popolata di sacerdoti ingioiellati, novizi vestiti con semplicità e paladini nelle loro armature scintillanti. Agli angoli delle strade ci sono alcuni mendicanti che chiedono l'elemosina. Gli alti templi adombrano la piazza centrale, in cui parecchi discepoli stanno assaporando un momento di tranquillità prima di tornare alle loro incombenze.
Gli avventurieri varcano la soglia del tempio di Gond, percependo subito la piacevole differenza di temperatura con l'esterno. La navata centrale è praticamente vuota, solo alcuni banchi sono occupati da persone concentrate nella preghiera. Un sordo rimbombo ritmico pervade la struttura. "Questi devono essere i sacerdoti di Gond che si stanno esercitando nell'arte della forgiatura" spiega a bassa voce Delorean. "In pratica, sono una congrega di artigiani".
Un uomo robusto, vestito con una tunica marrone ed un grembiule in cuoio conciato, sta disponendo le panche per la preghiera della sera.
Miodrag si avvicina e gli batte sulla spalla. "Buonasera, padre. Avremo bisogno di parlare con un suo superiore per chiedere informazioni riguardo ad un simbolo. Potrebbe annunciarci?"
L'uomo allinea l'ultima sedia, si pulisce le mani sui pantaloni, quindi fissa lo spadaccino. "Seguitemi, vi accompagno".
Il gruppo viene condotto attraverso vari corridoi ed ampie sale fino a raggiungere una stanza nei sotterranei del tempio, dove il rumore è più forte. All'interno ci sono parecchi scaffali ricolmi di oggetti in legno e metallo, oltre ad un paio di tavoli scheggiati su cui sono disposti alla rinfusa vari attrezzi da lavoro. Al centro, un individuo corpulento sta battendo con un martello su un pezzo di metallo appoggiato su un'incudine, sagomandolo per formare una spirale.
"Maestro Vyddensen, queste persone vorrebbero porti alcune domande" dice l'accolito, facendo un piccolo inchino.
Il sacerdote infila il frutto del suo lavoro in un barile pieno d'acqua, generando una nuvola di vapore, quindi appoggia la scultura ed il martello sull'incudine.
"Ditemi, cosa volete sapere?" dice Vyddensen, alzando gli occhi ed asciugandosi la fronte con uno straccio e congedando l'altro sacerdote con un gesto.
"Volevamo sapere se riconosceva un simbolo che abbiamo trovato durante un nostro viaggio" inizia Miodrag, porgendo il ciondolo al sacerdote. "Si tratta di questo".
Vyddensen lo prende e se lo rigira tra le mani. "Intanto cominciamo con il medaglione. Dalla fattura, dal materiale e dalle condizioni è stato fatto di recente. Non ha più di un anno di vita".
"E per quanto riguarda il simbolo inciso sopra?"
"Non appartiene a nessuna divinità venerata nel Faerun".
"E quindi cosa rappresenta?" interviene Iriel.
Il sacerdote fissa pensieroso il ciondolo. "Se è religioso, potrebbe essere legato ad un nuovo culto che sta nascendo" risponde alla fine. "Ho sentito alcuni mendicanti parlare di un nuovo credo che sta prendendo piede in città".
"Può presentarceli?" chiede speranzosa Fiona.
"Mi spiace, non posso. Ai mendicanti che cercano di elemosinare qualcosa nel nostro tempio chiediamo di contribuire con alcuni lavoretti. Serve per insegnare loro la disciplina che potrà aiutarli a migliorare la propria esistenza. Non obblighiamo nessuno, sia chiaro. Molti non accettano ed alcuni di quelli che hanno scelto di andarsene hanno fatto cenno a questo Undicesimo Fuoco. Magari questo medaglione ne è il simbolo".
"Quindi si sta diffondendo tra i poveri" borbotta Miodrag tra sé e sé.
Delorean attira il suo sguardo e fa cenno alla borsa. "Gli mostriamo l'artefatto?" sillaba senza parlare.
Lo spadaccino scuote la testa. Fiona e Iriel, che hanno capito le intenzioni di chierico, fanno invece un cenno affermativo. Alla fine il mezzorco estrae il globo di vetro, che comincia a levitare a mezz'aria. Il dito scheletrico ora si muove lentamente, si ferma, quindi schizza verso un altro punto e ricomincia a muoversi di nuovo lentamente. "Nel luogo in cui abbiamo trovato quel ciondolo abbiamo trovato anche questa sfera".
"Ora che il dito non si muove all'impazzata, sembra una bussola" osserva Iriel.
"Potremmo seguire il dito di Myrkul e vedere dove ci porta" commenta Miodrag, osservando la direzione indicata dall'artefatto.
Vyddensen afferra il martello dall'incudine e punta il suo sguardo carico d'ira sullo spadaccino. "Di chi sarebbe quel dito?"
"No, ecco..." inizia a balbettare Miodrag, alzando le mani e facendo un passo indietro.
"Quello sarebbe un dito della divinità defunta dei morti?" ringhia il sacerdote. "Ho capito bene?"
"No, il mio amico si è sbagliato" esclama Delorean. "E' di vecchio mago... Morkul! Si chiamava Morkul!"
"Prima che vi rimodelli il cranio a martellate, fate sparire quella cosa dalla mia vista!" urla Vyddensen, indicando la porta con la pesante arma. "E non fatevi più rivedere nel mio tempio!"
Il mezzorco afferra la sfera e la infila nello zaino prima che il sacerdote provi a sfasciarla con il suo maglio, quindi spinge di peso i suoi compagni fuori dalla stanza. "Non era nostra intenzione farla adirare. E quello che ha visto non è il dito della divinità, l'abbiamo solo trovato in un tempio abbandonato di Myrkul".
"Fuori di qui!" grida Vyddensen, avanzando a grandi falcate e chiudendo con violenza la porta.

venerdì 11 settembre 2015

0096 - raccolta di informazioni

"Ora che abbiamo sbrigato gli affari, possiamo farle vedere una cosa?" chiede lo spadaccino. "Magari lei può darci qualche informazione utile".
"Ditemi pure, vi aiuterò per quanto posso" risponde Amir sedendosi alla scrivania ed iniziando a registrare i nuovi contratti su un grosso libro.
"Per caso, ha mai visto questo simbolo?" domanda lo spadaccino, facendogli vedere il medaglione.
Il nababbo lo afferra con due dita e comincia ad esaminarlo con attenzione. "Mi spiace, non lo riconosco" dice, restituendo l'oggetto.
"Ed ha mai sentito parlare di una nave chiamata Rayo de Luna?" chiede Iriel.
"Rayo de Luna... l'ho già sentita" mormora tra sé Amir, accarezzandosi il mento, poi alza gli occhi sul gruppo. "Qualche tempo fa stavo parlando con Malika ed è venuto fuori quel nome. Se non ricordo male, il capitano della nave si chiama Frederik Acquadisorgente o qualcosa di simile".
"Malika è il capitano della guardia cittadina" spiega sussurrando Miodrag.
"L'ha descritto come un umano con una parte di sangue gnomico" continua. "Ed ha detto che ha preso il peggio da entrambe le razze. Sembra gestisca alcune attività illecite, ma sono solo voci. Malika non ha trovato nulla sul suo conto".
"Io starei attento" dice Delorean. "La Rayo de Luna è in porto ed a quanto pare qualcuno del loro equipaggio ci ha seguito in giro per la città".
"Se volete, posso mettere un paio di uomini a controllare la nave" propone Amir.
"Ci farebbe molto comodo se potesse anche informarsi sugli ultimi spostamenti della Rayo de Luna e se c'è sono al soldo di qualcuno. A quanto pare ci conoscono, per noi potrebbe essere un problema girare per il porto. Daremmo troppo nell'occhio".
"Alloggiate al solito posto?" domanda il nababbo, ottenendo in risposta un cenno di assenso da parte di tutti. "Quando avrò informazioni sulla nave e sui suoi spostamenti, vi manderò qualcuno".

"Se qui abbiamo finito, mi accompagnereste al mercato?" propone Fiona ai compagni, contando le ultime monete e facendole sparire in un borsello. "Mi piacerebbe fare un giro per cercare qualche oggetto interessante".
Miodrag si volta verso il nababbo. "Per caso lei ha qualche mercante di fiducia che potrebbe farci qualche sconto?"
"Nessun mercante lavora direttamente per me, ma molti accettano note di accredito da parte della Casata della Sabbia" risponde Amir, afferrando un foglio e scrivendoci sopra qualcosa. "Ecco, con questo otterrete uno sconto di mille monete d'oro su un oggetto magico".
"Troppa generosità da parte sua" esclama la ladra, affrettandosi a prendere la lettera.
"Un dipendente ben equipaggiato ha migliori probabilità di avere successo nelle sue imprese" ribatte il nababbo, sorridendo. "Spero che questi favori servano a farvi ottenere contratti sempre migliori!"

giovedì 10 settembre 2015

0095 - onorare gli accordi con la Casata

Bilmin accompagna alla porta gli ospiti mentre il maggiordomo inizia a pulire il salottino. "Grazie ancora per quello che avete fatto. Mi farò sentire quanto prima, bisogna assolutamente organizzare qualcosa per festeggiare la vostra impresa!"
Il gruppo ringrazia, quindi si allontana dalla villa del mecenate per dirigersi verso il Cortile Nador. Durante il tragitto Iriel illustra ai compagni il pedinamento terminato a bordo della Rayo de Luna. "Quando hanno tentato di farmi allo spiedo, me ne sono andata". Tutti continuano a camminare in silenzio, immersi nei loro pensieri.

Gli avventurieri entrano nella sede della Casata della Sabbia e si dirigono verso l'ufficio del nababbo, fermandosi davanti alla porta. All'interno è in corso una feroce discussione tra padre e figlio.
"Non puoi pensare di fare affari del genere e credere di trarci anche un guadagno!" urla Amir. "Sei solo un idiota!"
"Sono abbastanza grande per decidere come stipulare un contratto! Per chi mi hai preso, per uno che non sa valutare cosa sia bene per la Casata della Sabbia?"
"Assolutamente no!"
La porta si apre di colpo e Gamal esce di corsa, borbottando qualcosa mentre si allontana lungo il corridoio. Miodrag afferra la porta ed entra nell'ufficio, seguito da tutti gli altri. Amir, in piedi dietro alla scrivania, chiude un libro di scatto quindi alza lo sguardo. "Che c'è?! Cosa vuoi ancora?!"
Quando si rende conto che di fronte a sé non c'è il figlio ma gli avventurieri, si ricompone. "Ah, siete voi. Dovete scusarmi, è un brutto momento. Accomodatevi, vi prego".
"Siamo ritornati dal nostro viaggio sull'isola di Bhelani" inizia Miodrag. "Abbiamo recuperato una cosa per Bilmin".
"Buon per voi" risponde Amir seccamente.
Lo spadaccino lancia un'occhiata a Delorean, poi riprende: "Durante il viaggio di ritorno abbiamo incontrato dei naufraghi e li abbiamo tratti in salvo. Erano membri dell'equipaggio di una nave della Casata Seltarir che era stata attaccata ed affondata da alcuni pirati. Kalina dovrebbe avervi contattato".
"Non mi ha ancora avvisato, ma non vi preoccupate. Kalina è una donna di parola".
Delorean recupera dalla borsa i contratti firmati e li appoggia sulla scrivania. "Siamo riusciti a stipulare questi contratti per dei gioielli realizzati con un materiale strano e per un infuso curativo molto efficace".
Amir comincia a sfogliare i contratti ed annuisce, soddisfatto. "Gamal dovrebbe imparare da voi".
"Quindi sono dei buoni accordi?"
"Sono ottimi. Che ne dite di millecinquecento monete d'oro?"
Miodrag guarda i compagni, che rispondono annuendo. "Direi che accettiamo".
Fiona si fa avanti ed accompagna Iriel alla scrivania. "Vorremmo inoltre presentarle un altro membro della nostra squadra, Iriel. Se è d'accordo, si unirà a noi".
"Ci è stata molto utile nella missione e soprattutto nelle relazioni con gli abitanti dell'isola" aggiunge lo spadaccino.
Il nababbo stringe la mano alla druida, poi recupera da un cassetto un plico di fogli e lo piazza sulla scrivania. "Questo è il contratto" dice Amir, suscitando in Iriel un moto d'angoscia.
"Non spaventarti, l'abbiamo firmato tutti" la tranquillizza Fiona, poi le illustra brevemente le varie clausole. Con un po' di riluttanza, la druida appone la sua firma.
Il nababbo si siede alla scrivania e sfoglia ancora i contratti, poi alza lo sguardo sul gruppo. "Un'ultima cosa. Mi sembra giusto onorare questo contratto fornendovi una scorta di infuso di abrotano. Potrete ritirarne uno a testa ogni settimana presso la sede".
Miodrag si batte la fronte con il palmo della mano. "Stavo quasi per dimenticarmene! A Shilparam abbiamo preso un regalo per lei".
Dopo aver frugato nella borsa, estrae un vasetto di confettura di mirtilli rossi e la appoggia sul tavolo.

mercoledì 9 settembre 2015

0094 - la ricompensa per l'impresa

Una volta dentro, il padrone di casa chiama a gran voce il maggiordomo, pregandolo di stappare una bottiglia di vino d'annata. "Geoffryd, non dimenticarti di portare dei pasticcini!"
Iriel si ferma ad osservare i vari oggetti d'arte disposti all'ingresso, mentre il resto del gruppo si accomoda nel salottino.
"E allora? E allora?" chiede Bilmin a gran voce, seduto sul bordo della poltrona. "Raccontatemi tutto!"
"Alla fine ce l'abbiamo fatta" inizia Miodrag. "Siamo riusciti a recuperare l'artefatto e l'abbiamo portato al mago, che ha liberato la ragazza. E' stata durissima, abbiamo affrontato incredibili pericoli a rischio della nostra vita".
"Ci hanno quasi mangiato gli squali" rincara la dose Fiona.
"Giusto! Gli squali!" esclama lo spadaccino. "E sciami di millepiedi!"
"Non dimenticare i non morti!" aggiunge Delorean.
"E delle api grandi così" dice la ladra, alzandosi in piedi e aiutandosi con i gesti nella descrizione.
Per finire, Miodrag estrae dalla borsa uno dei topi scheletrici e lo piazza davanti al naso dello gnomo. "Guardi, è ancora non morto!" esclama, agitando il mostriciattolo.
Bilmin salta in piedi e si ripara velocemente dietro lo schienale. "La prego, lo metta via! Mi fa paura!"
Miodrag ripone l'essere nella bisaccia e si lascia andare sul divanetto, continuando a ridere di gusto.
Lo gnomo si ricompone e torna a sedersi sulla poltrona, guardando con apprensione la borsa in cui è finito il topo. "I bardi dovrebbero raccontare le vostre gesta!"
"Ce ne procuri uno e gli daremo di che campare per parecchi anni!" esclama Fiona, sedendosi a sua volta.
"Potrei farlo!" ribatte Bilmin, sorridendo a sua volta.
Geoffryd, intanto entra nel salottino ed appoggia sul tavolo un vassoio colmo di dolci, quindi procede a stappare la bottiglia ed a versare a tutti un vino profumato.
"Inoltre volevamo presentarle la nostra nuova compagna d'avventure" dice Fiona, indicando Iriel che si siede compostamente sull'ultimo divanetto rimasto libero. Bilmin si alza e stringe calorosamente la mano alla mezzelfa, per poi dirigersi dalla nipote e toglierle di mano un'arma che la giovane gnoma aveva preso da un'armatura.
"A quanto pare, sua nipote non ha imparato nulla da quanto è successo" commenta Iriel, divertita dalla scena.
"Ci raccomandiamo di tenerla costantemente sotto controllo" consiglia Miodrag, per poi aggiungere a bassa voce in direzione di Delorean: "Anche se noi, alla fine, abbiamo tutto l'interesse che si cacci ancora nei guai".
"Facciamo un brindisi alla vostra impresa!" esclama Bilmin alzando il calice, subito imitato da tutti gli altri.
Mentre Delorean si abbuffa di pasticcini, Miodrag guarda sorridendo lo gnomo. "Ora che ne dice di parlare di affari?"
"Giusto! Avevamo detto duemila monete d'oro, giusto?" replica il padrone di casa.
Tutti si guardano perplessi, quindi lo spadaccino appoggia il bicchiere sul tavolino e socchiude gli occhi. "Gli accordi erano per tremila. A testa".
"Eh, bisogna sempre provarci!" ribatte Bilmin facendo l'occhiolino. "Ma gente come voi non si fa fregare! Tranquilli, avrete il vostro denaro".
Lo gnomo si alza e ritorna poco dopo con un piccolo forziere pieno di lingotti d'oro. "Ecco qui, in questo modo sono più facili da trasportare".
"Non è possibile avere una nota di credito?" chiede Miodrag, osservando il contenuto del baule.
"Nessun problema, vi farò aprire un conto in una delle banche di Vaelan".
"Preferirei fosse depositata presso la Casata della Sabbia" ribatte lo spadaccino.
"Come volete, ma le banche offrono ad un piccolo prezzo anche il servizio di teletrasporto nelle città della regione" osserva lo gnomo appoggiandosi alla poltrona. "Potrete avere il denaro ovunque vi serva".
"E probabilmente alla Casata vorranno un contributo per tenercele" aggiunge Delorean.
"E se ce li tenessimo dentro gli zainetti magici?" propone Miodrag. "Li avremo sempre a portata di mano".
"Speriamo solo di non perderli o romperli" mormora Fiona, iniziando a dividere i lingotti.

martedì 8 settembre 2015

0093 - nessuna distrazione

"Torneremo per saperne di più sulla stella ad undici punte" dice Miodrag. "C'è un'uscita sul retro, vero?"
"Certamente, si trova di là" risponde Nieven, indicando un corridoio. "Per quanto riguarda il medaglione, appena avrò trovato qualche informazione ve lo farò sapere".
Delorean si sporge verso lo spadaccino e gli sussurra all'orecchio: "Non dovremmo parlargli anche dell'altro oggetto?"
Miodrag scuote la testa. "Non ora, prima lasciamolo lavorare sul medaglione".
"Va bene" replica il chierico.
Miodrag si alza e si dirige verso la porta, seguito da Fiona. Quando anche Delorean si alza dalla poltrona per seguire il compagno, il mago gli appoggia una mano sul braccio e gli sussurra: "Cosa ha accennato al suo amico, prima? Sono vecchio, ma le mie orecchie funzionano ancora bene".
Il chierico osserva pensieroso l'elfo, poi risponde: "Nulla, gliene parleremo quando ne sapremo di più".
Sentendo la risposta del compagno, Miodrag si volta di scatto per fare cenno al mezzorco di stare zitto, ma inciampa sul tappeto e vola lungo disteso.
"Ero solo curioso, magari potevo esservi utile" replica Nieven, osservando lo spadaccino mentre si rialza.
"Ahia..." si lamenta Miodrag, massaggiandosi il naso. "Apprezziamo il gesto, ma per il momento non vogliamo distoglierla dal medaglione".
"Come volete" sospira il mago, aprendo la porta e facendoli uscire.

Il gruppo si dirige alla volta della casa di Bilmin, fermandosi appena oltre il cancelletto d'ingresso e notando un gabbiano che si posa sull'ultimo gradino della scalinata che conduce alla porta.
"Quanto odio i gabbiani" mormora Delorean, afferrando l'ascia.
Iriel riprende le sue normali sembianze ed avanza verso il gruppo, fermandosi a pochi passi dal chierico. "Cosa pensavi di fare?" ringhia la mezzelfa, guardandolo con occhi carichi di collera.
"Nulla" ribatte Delorean con un sorriso sornione.
"Sei stato tu a picchiare il tuo amico?" domanda Iriel, osservando il naso sanguinante di Miodrag.
"Ha fatto tutto da solo".
Tinky, trattenuta dal chierico, osserva divertita la scena. "Possiamo vedere se mio zio è in casa o volete battibeccare ancora un po' sotto questo sole?"
La druida appoggia la mano sul naso dello spadaccino, che smette di sanguinare e riprende la sua forma originaria, quindi si dirige verso la porta del mecenate.
Fiona bussa alla porta, che dopo pochi attimi viene aperta da Bilmin in persona. Lo gnomo spalanca gli occhi quando realizza chi ha di fronte. "Per Garl Glittergold, siete tornati! E quella è Tinky! Ce l'avete fatta!" grida con voce stridula lo gnomo, correndo ad abbracciare la nipote. "Prego, prego, entrate!" comincia a ripetere Bilmin, spingendo in casa il gruppo.

lunedì 7 settembre 2015

0092 - tiro al gabbiano

"Cosa avete intenzione di fare?" chiede Iriel, alzandosi dalla sedia e raggiungendo il chierico alla finestra.
"Che ne dite di tendergli una trappola?" ribatte Delorean, voltandosi verso i compagni. "Fiona lo conduce sul retro, noi ci appostiamo e lo catturiamo".
"Potremmo anche semplicemente parlargli" commenta Miodrag.
"Io posso mascherarmi grazie al mio cappello magico" propone Fiona. "Se volete mi fingo un passante e lo induco a raggiungervi in un vicolo".
"Sarebbe meglio se assomigliassi al bambino" ribatte lo spadaccino. "Puoi riuscirci?"
"Ne dubito" risponde la ladra. "Non posso diventare così piccola".
Miodrag si volta verso Nieven. "Lei non può trasformarla nel bimbetto che ha parlato con quell'uomo?"
"Purtroppo non l'ho visto, quindi mi risulta impossibile" risponde il mago, alzando le spalle.
"Fiona potrebbe descriverglielo" propone Delorean. "Così funzionerebbe?"
"Potrei provarci, ma dev'essere una descrizione molto accurata" replica Nieven.
"Abbiamo perso troppo tempo a discutere" esclama la druida. "Il tipo si è appena alzato ed è sparito in quel vicolo".
"Magari si è solo nascosto ed aspetta di beccarci in strada" replica il chierico. "Non puoi usare qualcuno dei tuoi poteri omeopatici per seguirlo?"
Iriel lo fissa furente. "Ovviamente sì, così ti dimostrerò che i miei poteri... omeopatici, come li hai definiti, sono più utili delle tue preghierine".
Miodrag interviene per placare gli animi, piazzandosi tra la mezzelfa ed il mezzorco. "Benissimo. Intanto noi usciamo dal retro. Tu vedi di trovarlo e di seguirlo. Ci vediamo a casa di Bilmin".
Iriel apre la finestra ed invoca i suoi poteri. Lentamente le sue sembianze mutano, il suo corpo si rimpicciolisce mentre si ricopre di penne e piume. Strillando in direzione del chierico, il gabbiano spiega le ali e spicca il volo. Dopo aver volteggiato sopra la villa del mago, la druida si dirige verso il vicolo e si appollaia su un cornicione, osservando le figure che camminano tra i due edifici. Il tipo che li seguiva non si vede da nessuna parte. Iriel si alza in volo e volteggia sopra il quartiere, individuando finalmente il misterioso individuo che a lunghe falcate si sta dirigendo verso il porto.
L'uomo raggiunge il molo e sale a bordo della Rayo de Luna, sparendo sotto coperta. La druida scende e si posa sul parapetto della nave, quindi comincia ad osservare la caravella. Alcuni marinai stanno disponendo dei barili vicino ad un portello che conduce alla stiva, sotto lo sguardo attento di quattro uomini armati di arco che stanno pattugliando il ponte. Uno di questi dà di gomito ad un marinaio, quindi punta l'arco su Iriel e scocca. La freccia passa a pochi centimetri dal becco della druida, che con un colpo d'ali si alza in volo e si allontana in tutta fretta, dirigendosi verso la villa di Bilmin.

venerdì 4 settembre 2015

0091 - rivelazioni

"Già che siamo qui, possiamo approfittare della tua conoscenza?" dice Miodrag, estraendo dalla borsa il medaglione con la misteriosa incisione. "Durante il viaggio abbiamo rinvenuto questo oggetto e vorremmo sapere se riconosci questo simbolo".
"Fatemi vedere" dice Nieven prendendo il medaglione dalle mani dello spadaccino. Lo posa sullo scrittoio, vi distende sopra un foglio di carta e con un carboncino riproduce in negativo l'incisione. 
"Questo simbolo ho l'impressione di averlo già visto" dice il mago restituendo il grosso pendaglio. "Ma non ricordo dove. Devo controllare tra i miei appunti".
"Per noi sarebbe molto importante capire cosa rappresenta" replica lo spadaccino.
"Immagino. Lasciatemi un po' di tempo e vi farò sapere quello che trovo. Mi dispiace per lo spiacevole inconveniente e per aver dovuto trattenere la ragazzina. Voi siete persone degne di fiducia ed avete fatto un ottimo lavoro. Se avete bisogno di qualcosa, posso mettere a vostra disposizione le mie capacità e le mie conoscenze, nonché la mia biblioteca".
"A questo punto, se me lo consente, mi permetto di chiederle di nuovo a cosa le serve la Candela" domanda Miodrag.
Il mago scruta il volto dello spadaccino per lunghi secondi, quindi si volta a guardare fuori dalla finestra. "Dovete sapere che tanto tempo fa, durante uno dei miei viaggi, sono riuscito a vincolare un genio. Smanioso com'ero di accrescere le mie conoscenze, gli ho imposto di esaudire un mio desiderio. Lui l'ha fatto. Una volta libero, però, ha usato i suoi poteri per punirmi con qualcosa di terribile. Sono circa cent'anni che sto cercando un modo per sistemare le cose".
Nieven si gira, fissando gli avventurieri che lo stanno guardando con curiosità. Fiona fa un cenno, indicandogli di proseguire.
"Ha preso l'anima di mia moglie, la mia adorata Naimi, e l'ha vincolata in una statuetta di giada".
Tinky, nel breve momento di silenzio, sussurra: "Ora capisco chi è la donna seduta nel salottino al piano di sopra con lo sguardo perso nel vuoto".
"Non ci ha però detto a cosa le serve la Candela di Myrkul" commenta Miodrag, dopo aver scoccato un'occhiataccia alla gnoma.
"Lo spirito del paladino ha un accesso parziale alle conoscenze dell'aldilà. In fondo Myrkul era la divinità che reclamava per sé le anime dei mortali. Attraverso l'artefatto voglio trovare un modo per liberarla".
"Non potrebbe funzionare come la Candela? La rompe e l'anima si libera!" esclama lo spadaccino.
"Credete che non ci abbia provato? Non è così semplice" borbotta il mago, afferrandosi le mani dietro la schiena e passeggiando nervosamente per la stanza. "Ci dovrà pur essere un incantesimo che permetta di liberare la mia adorata Naimi".
"Non ha pensato di affidarsi a qualche sacerdote?" chiede Iriel, guardando con la coda dell'occhio il mezzorco.
"Non mi fido della loro magia" replica il mago. "Ho l'impressione che se accennassi a questa cosa mi chiederebbero parecchie spiegazioni ed alla fine non accetterebbero di aiutarmi".
Mentre Nieven discute con i compagni, Delorean si avvicina alla finestra ed osserva la strada di fronte alla villa. Un tipo anonimo seduto su un basso muretto sta addentando un frutto mentre con disinvoltura osserva i passanti, i giardini e gli edifici attorno a lui. "Fiona, è quello il tipo che avevi notato?"
La ladra si avvicina alla finestra, osserva l'uomo ed annuisce. "Sì, è lui".