lunedì 19 dicembre 2016

0263 - e poi, all'improvviso, un urlo

Fiona riapre gli occhi e scorge la familiare piazza del mercato, le case in pietra che fanno da sfondo ad un caterva di bancarelle ricolme di merci, spezie e cibarie. Parecchia gente sta facendo acquisti ed alcuni si voltano a guardare la strana apparizione. Le basta una veloce occhiata per notare che sono tutti presenti all'appello tranne Azura.
Tsadok molla di colpo la mano di Ninkle, si allontana di qualche passo, si appoggia al muro di una casa ed inizia a vomitare.
Il goblin si volta raggiante verso Fiona. "Ancora! Ancora!"
La ladra risponde con un sorriso tirato, poi abbassa lentamente il suo sguardo fino a guardarsi gli stivali, immersi per un paio di dita negli escrementi di un qualche animale, coperti alla buona con della paglia. Dalla puzza, si direbbe il prodotto di una mucca.
"Fenomenale!" mormora Zigfrid tra sé e sé, "Proprio come avevo chiesto!"
Lo sguardo assassino della mezzelfa lo trapassa da parte a parte. "Ecco cosa gli avevi sussurrato!"
"No, non è stata colpa mia!" esclama sorridendo il mago. "Io sono stato molto preciso sulle coordinate, se poi Azura ha capito male..."
"Io ti uccido" sibila Fiona, iniziando a strofinare la suola degli stivali sulla parte pulita della balla di fieno sparsa per terra.
Un urlo stridulo richiama l'attenzione di tutti verso una donna, a pochi metri da loro, che si nasconde dietro le spalle del marito. "Un goblin! Ci stanno attaccando!"
"No! Non è vero!" urla Fiona, balzando in avanti e nascondendo Ninkle dietro di sé.
"Mettigli il tuo cappello magico" propone Miodrag, avvicinandosi. "Così evitiamo rogne".
"Ottima idea!" esclama la mezzelfa.
Gli piazza velocemente la cappa in testa e la figura del goblin assume le sembianze di un magro bambino di sei anni, dagli occhi grandi e lattiginosi. La ladra raddrizza le spalle e si volta verso la signora. Il suo sguardo furente la fa sparire ancora di più dietro al marito. "E' solo brutto, non c'è bisogno di offendere!"
La signora si scosta un po' ed osserva meglio la magra figura del bambino, quindi abbassa il capo e prorompe in mille scuse, imbarazzata per la brutta figura. Fiona, ancora infuriata, si volta facendole cenno di andarsene.
"Non capisco questa reazione" borbotta Fiona, avvicinandosi a Miodrag. "I goblin a Vaelan possono stare, giusto?"
"Sì, mi pare che la legge lo consenta" conviene lo spadaccino. "Probabilmente è solo una svitata. Tu comunque tienilo nascosto, almeno per il momento".
"Non in casa nostra" sentenzia Zigfrid, avvicinandosi. Nessuno si era accorto che si era fatto da parte per evitare di farsi vedere insieme a loro.
"Per il momento rimane con me" sibila Fiona, guardandolo storto. "E dopo lo scherzo che mi hai tirato, non sei nella posizione di dettare condizioni".
"Ti ripeto che non è stata colpa mia" ribatte il mago, sfoggiando un sorriso conciliante.
"L'abbiamo salvato, per me ora può andare per la sua strada" esclama Tsadok, pulendosi la bocca con il dorso della mano e strofinandosela poi sui calzoni. "Dopo averci ricompensato, naturalmente. Oppure possiamo tenerlo come domestico. Potrebbe fare le pulizie!"
"No! No! No!" esclama Zigfrid scuotendo la testa. "Goblin e pulizie sono parole che non si possono usare nella stessa frase".
"Potremmo chiedere a Nieven di usare uno dei suoi incantesimi per dargli un aspetto decente" propone Miodrag. "Che ne dite?"

lunedì 12 dicembre 2016

0262 - preparativi per il viaggio

L'imperiosa voce di Azura fa voltare tutti e fa ritrarre Ninkle dietro la schiena dei Fiona. "L'accordo è concluso. Fateci sapere dove volete essere condotti".
"Un momento!" esclama Miodrag, guardandosi attorno. "E il mio uovo?"
Fiona scoppia a ridere insieme a Tsadok. "Quindi alla fine ci tenevi!"
Azura indica un cumulo di coperte vicino ai resti della statua e lo spadaccino ci si avventa. "Con tutta la fatica che ho fatto per portarlo sano e salvo fin qui..." borbotta, spostando i lembi del tessuto e controllando l'integrità dell'uovo. Non ci sono crepe, né altri segni di rottura. Al tatto, il guscio è leggermente caldo.
"Stai controllando se scalcia?" lo canzona Fiona, senza smettere di ridere.
"Tutto a posto" ribatte Miodrag, ignorando il sarcasmo e legandosi l'uovo in vita con la vecchia fascia. "Ora possiamo andare".
Zigfrid spiega in dettaglio dove vuole essere condotto, illustrando la città di Vaelan con l'ausilio di una piccola magia illusoria, poi si avvicina e sussurra qualcosa al genio.
"Formate un cerchio e tenetevi per mano" comanda Azura, mentre gli altri due djinni si allontanano.
Fiona prende la mano di Minkle, che si volta alla sua destra per fare lo stesso con Zigfrid, ma il mago si allontana scuotendo la testa. Allora porge la mano ad Azura, ma anche lei si rifiuta di toccarlo.
"Perché non volete dargli la mano?" chiede Fiona, incredula. "Me lo sarei aspettata dal tappo, ma non da un genio".
"I goblin sono esseri malvagi" spiega Azura, senza scomporsi. "Quella ignobile creatura è ancora in vita solo perché è in vostra compagnia".
"Ma Ninkle è buono!" supplica la ladra, alzando il tono di voce.
"Lo afferro io" esclama Tsadok, allungando una mano verso il goblin.
Ninkle tende timidamente la sua, temendo che il mezzorco gliela stritoli. Tsadok stringe forte il polso ed il goblin inizia a strillare cercando di liberarsi.
"E' per il tuo bene" sbotta Tsadok, "così non apri il cerchio nel momento cruciale!"
Fiona sussurra qualcosa a Ninkle, che si calma e stringe i denti per evitare di pensare al dolore che gli corre su per il braccio.
"Se questo è il vostro primo viaggio magico, vi consiglio di chiudere gli occhi" spiega Azura, "così eviterete il disorientamento".
Ninkle chiude gli occhi strizzandoli il più possibile. Sorridendo per la buffa espressione del goblin, Fiona lo imita abbassando le palpebre; Tsadok, Miodrag e Zigfrid, invece, tengono gli occhi aperti ed osservano i movimenti del genio.
Azura inizia a salmodiare, e le orecchie di tutti si riempiono del fragore del vento foriero di tempesta; le sue palpebre diventano rosse, come se i suoi occhi fossero diventati dei globi infuocati, poi attorno al gruppo inizia a sprigionarsi del fumo, che vortica attorno alle loro gambe.
Tutti, per una frazione di secondo, si sentono sollevare e poi cadere verso il basso.

lunedì 5 dicembre 2016

0261 - la mano più veloce del Durpar

La bocca di Azura si contrae in un terrificante sorriso. Con estrema lentezza, la sua mano destra si allunga verso il braccio sinistro ed afferra uno dei bracciali dorati che pendono dal polso, lo libera e lo allunga verso il gruppo.
"Uno solo?" chiede Tsadok, interdetto.
"Anch'io pensavo che l'accordo fosse per averne uno a testa" borbotta Fiona, fissando in tralice il mago. "Così è un po' scomodo".
"No, l'accordo riguardava un solo bracciale per comunicare con i geni. Ed è per questo che lo terrò io" ridacchia Zigfrid, avanzando per prenderlo.
Fiona, contrariata, gli posa una mano sulla spalla e lo ferma, poi alza lo sguardo verso Azura. "Proprio a lui devi darlo? Ho riportato io la boccetta!"
L'espressione neutra del genio non cambia ed il suo braccio rimane teso in avanti. 
"A questo punto lo prendo io" esclama Tsadok, balzando in avanti ed allungando una mano.
Fiona, senza farsi prendere alla sprovvista, supera con una capriola il mago ed afferra al volo il bracciale, sostituendolo con la fiaschetta. Azura ritira la mano e le dita del mezzorco si chiudono sul vuoto.
"Veramente un bel gioiello" esclama la ladra, osservando il circoletto d'oro dal fine intarsio e mettendoselo al polso.
"Sì, splendido" borbotta Zigfrid, guardando con sufficienza la compagna.
"Come funziona?" chiede Fiona, lanciandogli un'occhiata. "Bisogna parlarci?" aggiunge, avvicinandolo alla bocca e parlando al braccialetto.
Il mago scuote la testa, poi le scocca un'occhiataccia. "Evita di darti troppe arie, se non sai di cosa stai parlando".
"Simpatico, molto simpatico" commenta la mezzelfa.
"Ed è per lo stesso motivo che non finirà in mano al nostro bestione".
Gli sguardi di Fiona, di Miodrag e di Tsadok si posano sul volto sghignazzante del mago, sottintendendo la domanda che vortica nella mente di tutti.
"Le sue... arie" spiega Zigfrid, indicando la pancia del mezzorco. 
Lo spadaccino scoppia a ridere e scuote la mano tesa davanti al naso. "Sì, lui di arie se ne intende parecchio!"

lunedì 28 novembre 2016

0260 - ultimi dubbi prima del ritorno

Dopo aver oltrepassato il portale, il gruppo ripercorre a ritroso il buio corridoio e, seguendo le istruzioni di Zigfrid, oltrepassa senza problemi le stanze con le illusioni.
Ad un tratto, la luce del bastone del mago illumina la magra figura del goblin, seduta a gambe incrociate davanti al crocevia.
"Ninkle!" esclama Fiona. "Sei salvo!"
"Sì! Sì!" risponde la creatura, balzando in piedi ed abbracciando la mezzelfa. "Lui... cattivo" aggiunge con un sibilo, dopo aver indicato Miodrag.
"Suvvia, era un semplice scherzo..." ribatte sorridendo lo spadaccino davanti allo sguardo velenoso della ladra.
"Sì, è vero" esclama comprensivo Zigfrid, poi si avvicina al goblin e gli afferra la collottola. L'urlo stridulo di Ninkle riempie il corridoio mentre il mago lo trascina verso la stanza dei golem di pietra.
La mano di Fiona si posa sulla spalla dell'halfling. "Che intenzioni hai?" chiede, fissando il compagno con occhi furenti.
"Niente, niente" esclama sorridendo Zigfrid, dopo aver mollato la sua vittima, che si rintana dietro la schiena della sua salvatrice. "Andiamo" sibila la ladra, indicando con un gesto secco l'uscita.
Miodrag incrocia le braccia e si guarda pensieroso i piedi. "Siete sicuri che quella leva nella stanza con l'acqua non sia importante?" chiede senza alzare lo sguardo. "Sono curioso di sapere cosa succede nel tirare quella leva. Zigfrid, ti ho visto più volte far ricorso ad un incantesimo che consente di volare. Non è che potresti lanciarmelo, così attraverso la stanza senza pericolo ed esamino quel piedistallo?"
"Sicuro!" esclama il mago, voltandosi verso Tsadok. "Senti, afferralo per il colletto e per la cintura, poi lancialo con tutta la forza che hai nella stanza".
"Davvero posso farlo?" chiede il mezzorco con un sorriso divertito sul volto.
"Ehi... non era questo ciò che intendevo!" esclama Miodrag, alzando le mani e allontanandosi di un passo dai compagni. "Va bene" aggiunge, abbassando le spalle e sospirando. "Mi terrò la mia curiosità".
"Bravo ragazzo!" esclama soddisfatto Zigfrid.

Dopo le stanze piene di illusioni, attraversare il vecchio ponte traballante è una passeggiata. I due janni che li avevano condotti fin lì sono spariti e dietro il grosso portone si vedono le tre maestose figure dei djinni, allineate, che stanno guardando verso di loro. Zigfrid si avvicina e si prostra in un leggero inchino.
La possente voce di Azura riempie la grande sala e rimbalza sulle pareti. "Avete portato a termine la vostra parte dell'accordo?"
"Ovviamente" replica il mago, alzando leggermente gli angoli della bocca.
"Ci abbiamo messo più del previsto" borbotta Miodrag, grattandosi nervosamente una gamba.
La testa di Zigfrid si gira appena. "Le menti semplici faticano a superare ostacoli semplici" esclama, raccogliendo con soddisfazione il mugugno del compagno.
"Mostratemi l'artefatto" tuona il djinn, allungando un braccio.
Fiona fruga nella sua sacca, recupera l'ampolla e la tende davanti a sé, senza però consegnarla nelle mani del genio. Azura piega le spalle e si avvicina per esaminare l'oggetto, poi annuisce e si volta, facendo cenno a due janni di avvicinarsi. Il genio sussurra loro qualcosa, poi si raddrizza e ritorna a guardare il gruppo di avventurieri. Le due creature scompaiono in un sbuffo di fumo e ricompaiono dopo pochi secondi portando con sé un baule, che appoggiano ed aprono davanti alle vorticanti gambe di Azura. All'interno ci sono parecchie monete d'oro che rilucono al bagliore delle fiamme eteree e della sfera luminosa sulla sommità del bastone di Zigfrid. Sopra di esse, due pergamene arrotolate e legate da un cordino di seta azzurra fanno bella mostra di sé.
"E il bracciale?" chiede il mago, fissando dritto negli occhi il genio.

lunedì 21 novembre 2016

0259 - ulteriori ricerche

Una piccola catasta di libri è ammonticchiata ai piedi del mago ed un sottile velo di polvere aleggia per la stanza, aggrappandosi agli stivali e posandosi sulle mensole più basse. Tsadok allunga per l'ennesima volta la mano, recupera dallo scaffale più alto gli ultimi due tomi rimasti e li porge a Zigfrid.
"Grazie" esclama giulivo l'halfling, cominciando a sfogliare con delicatezza le pagine ingiallite e leggendone attentamente il contenuto.
"Hai finito di fare la spesa?" chiede Miodrag, varcando la soglia insieme a Fiona. L'unica reazione di Zigfrid è una leggera scrollata di spalle. Il mezzorco invece si volta e osserva lo sguardo rabbuiato della ladra. "Qualcosa non va?"
"Niente" lo zittisce lei, cominciando a guardarsi attorno alla ricerca di un'altra nicchia nascosta.
"Ha trovato troppi pochi tesori per i suoi gusti" spiega lo spadaccino, avvicinandosi a Tsadok ed a Zigfrid.
"E cioè?" chiede l'halfling, senza alzare gli occhi dal libro.
Fiona per tutta risposta si slaccia il sacchettino dalla cintura, lo lancia a Miodrag e ritorna a tastare le pareti. Lo spadaccino allenta il cordino e si fa cadere il contenuto del borsello sul palmo della mano. Il mago chiude di colpo il libro, avvicina la punta illuminata del bastone ed osserva attentamente le pietre. "Direi sulle quattrocento monete d'oro" commenta. "Forse qualcosina di più".
"Ho trovato un'altra nicchia!" esclama la ladra soddisfatta, infilando il braccio attraverso la parete illusoria ed estraendo una scatola di legno larga e bassa. Dopo averla appoggiata su un tavolo, controlla che non ci siano altri trucchetti sulla chiusura. "Non c'è nessun lucchetto" borbotta perplessa, poi solleva il coperchio. Una serie di piccole scatoline, tutte allineate, fanno bella mostra di sé; polveri di vari colori, petali, pezzi di legno e altri materiali ignoti emanano odori che spaziano dal piacevole al nauseabondo. "Cos'è questo schifo?"
"Quello schifo, come l'hai chiamato tu, sembra una borsa dei componenti" ridacchia Zigfrid, avvicinandosi. "Interessante l'idea di conservarla all'interno di un vano segreto. Forse è il kit per le emergenze, dato che nessun mago sano di mente girerebbe senza i propri effetti personali".
Fiona apre alcune delle scatoline chiuse e ne esamina il contenuto. "Una volta ti ho visto utilizzare delle perle per i tuoi incantesimi, dici che qui ce ne siano?"
Il mago osserva la disposizione dei componenti, poi alza un involucro cilindrico e lo apre. Vuoto. "Mi spiace, questo era lo scomparto più probabile. Non penso ce ne siano".
Man mano che esamina le varie scatole ed apre le bustine di tessuto, le spalle della ladra si abbassano. "Uffa! Niente di niente!"

Appoggiato alla spalla di una delle librerie, Miodrag osserva i gesti meticolosi della ladra poi, annoiato, si volta verso la parete scurita da quella che sembra essere una vampata di calore. La roccia sottostante sembra liscia, anche se in alcuni punti si notano delle piccole bolle ruvide. Lo spadaccino allunga una mano e passa un dito sulla fuliggine: una parte si trasferisce sul polpastrello, ma la parete non si schiarisce più di tanto. Strati su strati di nero pensa Miodrag, Sembra la parete di un caminetto, peccato non ci sia la canna fumaria...
"Che stai facendo?" chiede Tsadok, notando i movimenti del compagno.
"Volevo capire cosa avesse causato questo" risponde lo spadaccino, indicando la parete. "Secondo te?"
Il mezzorco guarda un po' la parete, poi scrolla la testa. "Non saprei, forse è il segno lasciato dal lancio di una magia malvagia" spiega senza molta convinzione, poi il suo sguardo viene catturato dalla forma sul pavimento. Attorno al cerchio che delimita il pentacolo ci sono delle scritte, tracciate con la stessa sostanza usata per il resto. Facendo appello agli insegnamenti dei maestri del tempio di Gond, comincia ad analizzare ed interpretare le scritte. "Questo è un incantesimo per incanalare il potere per altri incantesimi".
"Che tipo di incantesimi?" chiede Zigfrid, continuando a guardare nella borsa degli incantesimi ritrovata.
"Non ne ho idea" risponde Tsadok. Mastro Randolf aveva ragione, avrei dovuto stare più attento durante le lezioni...
Il mago si volta, lancia un'occhiata al pentacolo e poi ritorna ai suoi affari con un sorrisetto.
"Quindi? Hai capito cos'è?" domanda il mezzorco. "Non dovresti copiarlo? Potrebbe tornarti utile".
"Non mi interessa" replica Zigfrid. "E poi io saprei farlo meglio".
"Se non c'è altro che può tornarci utile" si intromette Miodrag, raggiungendo la porta, "propongo di tornare dai geni e consegnare l'artefatto".
Il mago chiude il libro di colpo e lo infila nella borsa. "Va bene, va bene... andiamo".

lunedì 14 novembre 2016

0258 - un piccolo tesoro

"Attento!" esclama di colpo Fiona, balzando di lato ed evitando per un soffio una selva di aghi fuoriusciti dal bordo superiore della serratura. I piccoli frammenti di metallo rimbalzano per terra e si perdono nei meandri della stanza.
"Tutto bene?" chiede lo spadaccino, aiutando la compagna ad alzarsi.
"C'è mancato poco" sussurra la ladra. "Dovevo girare il grimaldello a sinistra".
"Aprilo, dai!" la incita Miodrag con un sorriso incoraggiante, dopo un ultimo sguardo preoccupato ai sottili aghi che riflettono la luce della torcia. 
Fiona recupera i suoi attrezzi, traffica un altro po' con la serratura ed alla fine fa scattare il meccanismo di apertura.
Ancora scossa per l'imprevisto di poco prima, la ladra apre il coperchio e guarda il contenuto dello scrigno: una dozzina di grosse pietre giacciono sopra un piccolo cuscino di velluto nero. La luce eterea delle torce rende difficile capire di che minerale siano composte, però dalle dimensioni sembrano molto preziose.
"Belle pietre" esclama Miodrag, "quanto pensi possano valere?"
"Un po', ma non abbastanza" mormora Fiona, alzando il cuscino e controllando la presenza di un doppio fondo o di uno scomparto segreto. "Chi è che costruisce una nicchia magica, ci nasconde dentro un baule protetto da aghi probabilmente avvelenati e poi ci conserva dentro solo una manciata di pietre preziose?"
"Non saprei..." risponde dubbioso lo spadaccino. "Tu cosa ci terresti, lì dentro?"
"Un artefatto, un unguento miracoloso, la chiave di un immenso tesoro" inizia ad elencare la ladra. "Avrebbe più senso".
Notando lo sguardo sconsolato della mezzelfa, Miodrag le appoggia una mano sulla spalla. "Magari le pietre hanno qualche significato particolare! Non ci pensare, o ti verrà mal di testa!"
"Hai ragione" mormora Fiona, sforzandosi di sorridere. "Torniamo dagli altri, è ora di consegnare la fiaschetta".
"Magari prima diamo un'occhiata più approfondita al laboratorio, se non ci ha già pensato Zigfrid" esclama lo spadaccino, dirigendosi verso la porta.

lunedì 7 novembre 2016

0257 - luce verde

La luce emanata dalle torce eteree all'esterno rimbalza sulle pareti donando alla stanza un'aria spettrale. Solo un punto sulla parete, delle dimensioni di un piccolo quadro, è differente e sembra riflettere luce naturale. Fiona si avvicina e tasta il bordo, accorgendosi che le sue dita passano attraverso la parete: c'è uno scomparto segreto, nascosto alla vista da un incantesimo di illusione.
"Che cosa stai guardando?" chiede Miodrag, alzandosi ed avvicinandosi alla mezzelfa.
Fiona sorride. "Qui dietro c'è qualcosa, una specie di nicchia segreta".
"Cosa aspetti?" esclama lo spadaccino. "Controlla cosa c'è dentro!"
La ladra infila con prudenza la mano e inizia a controllare alla cieca cosa è stato nascosto dietro al muro illusorio. Sotto le sue dita sente qualcosa dalla forma strana, difficile da definire. E' freddo e liscio al tatto, però il fatto che non si stia muovendo è un ottimo segno.
Miodrag osserva l'espressione di Fiona farsi prima perplessa e poi disgustata. Quando la mezzelfa ritira il braccio, lo spadaccino osserva incuriosito ciò che tiene in mano: il teschio di uno gnoll, perfettamente bianco, con sopra una candela mezza consumata.
"Che schifo!" esclama Fiona, gettando l'oggetto sul letto e pulendosi la mano sui pantaloni. Con un po' di riluttanza, infila di nuovo il braccio nella nicchia e ricomincia a frugare, concentrandosi sui bordi e sul fondo. Dopo poco, le sue dita incontrano qualcosa di rigido, una superficie rugosa con angoli netti. Aiutandosi con l'altra mano, estrae dalla nicchia nascosta un piccolo bauletto e lo deposita sul comodino. Il coperchio è fissato alla struttura principale da un complesso lucchetto innestato all'interno.
"Riesci ad aprirlo?" chiede Miodrag, eccitato dal ritrovamento.
"Ci provo" mormora la ladra, recuperando da una piccola tasca interna della giacca una bustina ed appoggiandola sul letto. Dopo aver scelto con cura il grimaldello adatto, comincia a lavorare sulla minuscola toppa.
Quando, dopo alcuni tentativi, il piccolo strumento ruota finalmente a destra, si sente distintamente un CLIC.

lunedì 31 ottobre 2016

0256 - la spesa del mago

Dopo aver dato un'occhiata ai fogli pieni di scarabocchi accatastati alla rinfusa sulle mensole, il mago afferra i libri senza nemmeno guardare le copertine ed inizia ad infilarli nello zainetto. Quando la libreria è stata svuotata, si avvicina al tavolo. "Formule, appunti..." mormora, dando una scorsa alle scritte dal carattere minuto e regolare. "Meglio prendere anche questi" aggiunge, chiudendo con delicatezza i due tomi e facendoli sparire in una delle capienti tasche laterali della borsa, poi passa al successivo scaffale.
Miodrag, intanto si guarda attorno con aria delusa. "Non c'è nemmeno un forziere!" esclama sbuffando. "Possibile che..."
"Un saggio sull'erbologia!" lo interrompe Zigfrid, aprendo la copertina di un piccolo libro dalla copertina sgualcita. "Ce l'avevo anch'io quando andavo a scuola, e non era nulla di che" aggiunge commosso, prima di lasciarlo cadere per terra e passare al successivo.
"Niente armi, armature o artefatti" mormora lo spadaccino perlustrando con gli occhi l'ambiente. "Possibile che il padrone di casa possedesse solamente una montagna di libri inutili e nient'altro?"
"Non sono inutili!" lo interrompe il mago. "E comunque solo un mago può aver edificato una struttura simile, e lo sanno tutti che i maghi sono soliti riempire le proprie case di scintillanti armature ed armi dall'elsa ingioiellata, giusto?"
Le parole grondanti sarcasmo del compagno zittiscono Miodrag, che incrocia le braccia e si appoggia pesantemente sul bordo di una scrivania ingombra. Alcune ampolle vuote rotolano a terra e si rompono in mille pezzi. Lo spadaccino allunga di colpo una mano e ferma un portaprovette di legno prima che raggiunga il pavimento. Le fialette sembrano piene, quindi si volta verso il mezzorco. "Tu conosci le pozioni, vero? Prova a capire queste a cosa servono".
Tsadok ne afferra una, rimuove il tappo e l'annusa, ritirandosi di colpo. "Dal forte odore sembra... un solvente".
Fiona guarda i compagni, lancia un'ultima occhiata alla stanza e poi si volta. "Mentre aspettiamo che Zigfrid finisca di fare la spesa, che ne dite se controlliamo l'altra stanza?"
"Volentieri" esclama Miodrag, alzandosi di scatto e raggiungendo la mezzelfa.

"Direi che è la camera da letto del padrone di casa" esclama Fiona, aprendo la porta e guardandosi attorno. "Da dove vogliamo iniziare?"
Pochi oggetti arredano la piccola stanza: un armadio appoggiato sulla parete, una piccola scrivania dotata di cassetti, un grande letto a baldacchino dalle lenzuola scure ed un piccolo comodino.
"Tu controlla i cassetti della scrivania, io cerco nel resto della camera" borbotta Miodrag avvicinandosi al letto. Dopo aver aperto il comodino, getta in mezzo alla stanza un paio di pantofole e qualche fazzoletto, poi si alza ed apre l'armadio. Un paio di vesti lunghe sono appese accanto ed alcune cinture, ma non c'è nulla che attiri la sua attenzione. "Qui niente".
"Qui ci sono solo fogli bianchi, buste e stecche di ceralacca nera" commenta la ladra, delusa. "Nulla che valga la pena prendere" aggiunge alzandosi.
E in quel momento il suo occhio allenato nota, all'estremità del suo campo visivo, qualcosa che non quadra.

lunedì 24 ottobre 2016

0255 - scambio di sguardi

Zigfrid, Miodrag e Tsadok trattengono il fiato, in attesa che il corpo della mezzelfa si dissolva, che il suo braccio prenda fuoco o che una legione di demoni prorompa dal pavimento e si scagli contro di loro.
Non accade nulla di tutto questo. Fiona osserva per un po' la fiaschetta, rigirandosela tra le mani e soppesandola. "In fondo, non era poi così difficile prenderla" esclama sorridendo, poi se la infila in borsa.
"Guarda che non è tua" mormora Zigfrid, osservando le mani della mezzelfa mentre stringono le fibbie.
"Io l'ho presa, io la conservo" sentenzia la mezzelfa, piantandosi i pugni sui fianchi. "Hai qualcosa da obiettare?"
Zigfrid sbuffa e Miodrag interviene per evitare inutili litigi. "Bene, io direi di controllare cosa c'è nelle altre stanze" esclama, piazzandosi tra i due.
Il mago e la ladra si lanciano un'ultima occhiata di sfida, poi Fiona scende i gradini e si dirige verso la porta alla propria destra. Dopo aver controllato gli stipiti e la serratura, ruota il pomolo e spinge sui rinforzi di metallo.
La porta si apre cigolando e rivela dietro di sé una piccola stanza, anch'essa scavata nella roccia. Su tre delle pareti sono addossate numerose scaffalature e scrivanie, mentre la quarta è completamente sgombra; sui vari ripiani sono ammassate pergamene arrotolate, ampolle piene di liquidi dai colori sgargianti e attrezzatura alchemica di ogni tipo. Due libri sono aperti sulla scrivania, uno molto grande, pieno di disegni e formule, ed uno più piccolo, in cui sembra che siano stati presi degli appunti. Al centro, sul pavimento, è disegnato un pentacolo; sui vertici sono poste delle candele nere, spente e mezze sciolte, mentre a fianco ci sono i resti anneriti di una piccola creatura, probabilmente un coniglio o una gallina.
"Fantastico! Un laboratorio!" esclama Zigfrid, attraversando il varco e cominciando a frugare in giro.

lunedì 17 ottobre 2016

0254 - far combaciare i pezzi del puzzle

Fiona osserva i solchi e ci soffia sopra per vedere se qualcuno è più profondo e nasconde qualche marchingegno al suo interno. "Sembrano solo incisioni" borbotta, quindi estrae il pugnale e lo infila sotto i cuscini, spostandolo lateralmente per tagliare eventuali fili nascosti. La lama stride contro la pietra, ma non c'è nulla che opponga resistenza.
"Proviamo un'ultima cosa" sussurra, piegando l'elsa del pugnale e sollevando di qualche millimetro il cuscino. Miodrag e Tsadok si ritraggono d'istinto; Zigfrid lancia loro un'occhiata di sufficienza, quindi si rivolge alla ladra. "Tutto a posto?"
"Sembra tutto in ordine" mormora Fiona, reinfilando il pugnale nel fodero. "Probabilmente chi utilizza queste stanze non si aspetta che qualche intruso arrivi fin qui. E dato l'esiguo peso della fiaschetta, dubito che ci sia una trappola a pressione".
"Può essere" conviene Zigfrid, osservando i tre cuscini. Nel suo cervello comincia a farsi strada un'idea. "Tre colori, rosso, verde e azzurro. Il colore del liquido contenuto nella fiaschetta richiama la tonalità del cuscino. Forse all'appello mancano due artefatti, uno legato al fuoco" dice, indicando il cuscino rosso, "ed uno legato alla terra" aggiunge, spostando il dito in direzione di quello verde.
"Ne sei sicuro?" chiede Tsadok.
"No, la mia è solo un'idea" esclama il mago alzando le spalle. "Non c'è nulla di concreto su cui posso basarmi. Ma la struttura esterna, i colori ed i simboli che abbiamo visto sembrano confermare la mia ipotesi".
Miodrag, Fiona e Tsadok osservano pensierosi le superfici di velluto, indecisi sul da farsi.
Zigfrid allunga una gomitata a Fiona ed esclama: "Ora puoi prenderla".
"Perché non lo fai tu?" ribatte la mezzelfa.
"Ci tengo alle mie mani".
"Ma non ci sono trappole, ho controllato!"
"Sei tu l'esperta, quindi spetta a te confermare che non ce ne siano" ribatte Zigfrid, indicando l'artefatto con la mano aperta. "Puoi anche recuperarla con una corda" aggiunge con un ghigno.
"Ma non rischiamo di romperla?" interviene Miodrag, poi inizia a guardarsi attorno. "Non conviene utilizzare... dov'è finito il goblin?"
"Era svenuto, quindi l'ho lasciato all'ingresso" risponde Fiona con un sorriso divertito. "Così non potrai usarlo per le tue idee geniali".
Lo spadaccino incrocia le braccia, contrariato. "A cosa serve un goblin che ti segue, se non puoi utilizzarlo per gli incarichi pericolosi?"
"Non mi abbasso nemmeno a risponderti" sibila Fiona ad occhi socchiusi. "Va bene, facciamola finita" esclama poi, allungando la mano e afferrando l'artefatto.

lunedì 10 ottobre 2016

0253 - oltre il portale

Zigfrid sbatte un paio di volte le palpebre e strizza gli occhi per tentare di eliminare le macchie scure che vede davanti a sé. Quando la vista torna a fuoco, comincia a guardarsi attorno.
Una grande stanza si apre dinnanzi a lui; le pareti di roccia scavata ed il pavimento piastrellato hanno una sfumatura di verde, dovuta alla luce proiettata dal portale e dalle quattro torce eteree appese alle pareti. Sulle pareti laterali, ben visibili tra le torce, si stagliano due porte di legno scuro, rinforzate da sostegni in metallo lucido decorati a sbalzo. In fondo, alcuni gradini conducono ad una zona rialzata, sopra alla quale s'innalza maestoso un altare di pietra grigia. Tre cuscini di velluto, appoggiati sulla ruvida superficie di pietra, spezzano la monotonia cromatica ed attirano l'attenzione del mago. Uno rosso, uno verde ed uno azzurro. Sopra quello centrale si vede chiaramente una fiaschetta che scintilla alla luce delle torce.
Cuscini sopra ad un altare? pensa Zigfrid, tirando gli occhi per vedere meglio. Se questa stanza appartiene al creatore della fortezza, magari sopra ai cuscini ai lati ci saranno dei rari libri di magia!
Fiona, Miodrag e Tsadok compaiono dalle nebbie del portale e, dopo essersi strofinati gli occhi, si guardano intorno.
"Ecco laggiù la fiaschetta" esclama il mago, indicando davanti a sé. "Fiona, controlla se c'è qualcosa che la protegge".
La ladra controlla il pavimento e si avvicina alle pareti, esaminando ogni sporgenza e rientranza. Dopo una decina di minuti avverte che si può avanzare senza pericolo, poi precede il gruppo fino agli scalini. "Anche qui nessuna trappola" esclama, salendo con passi leggeri fino a raggiungere l'altare.
Il gruppo la raggiunge e la affianca, osservando quello che si para loro dinnanzi. La fiaschetta di cristallo, grande quanto un grosso pugno e chiusa da un tappo decorato con una spirale, sembra colma di un liquido azzurro. Zigfrid osserva con disappunto gli altri due cuscini: non c'è appoggiato sopra nulla.
Tsadok allunga una mano verso l'artefatto, ma Fiona lo blocca. "Qui non ho ancora controllato. Hai davvero così tanta voglia di farti amputare la mano da una lama fuoriuscita da uno di questi solchi?" esclama, indicando i disegni geometrici che decorano la superficie dell'altare.
"Veramente ci tengo, alle mie mani" ribatte imbarazzato Tsadok, ritirando il braccio ed accarezzandosi istintivamente il polso.

lunedì 3 ottobre 2016

0252 - chiarire gli ultimi dubbi

"Interessante" mormora Fiona, poi alza la voce. "Ora che cosa facciamo?"
"Zigfrid, secondo te come funziona? E' pericoloso?" chiede Miodrag, continuando a osservare il portale.
Lo sguardo del piccolo halfling si fa serio. Dopo averci riflettuto un po', si avvicina e allunga un braccio. La mano scompare nella nebbia, ed un fastidioso formicolio gli tende i muscoli e arriva fino alla schiena. Quando ritira il braccio, la mano ricompare intatta.
"Non sembra pericoloso" mormora, osservandosi le dita: i muscoli si muovono come al solito e tutta la pelle è ancora al suo posto.
"Non sono ancora convinto che la leva nella stanza dell'acqua sia solo un diversivo" esclama Tsadok, mettendo una mano sulla spalla del mago quando questi avanza di un passo. "Secondo me dovremmo tentare di nuovo di sbloccarla".
Zigfrid gli lancia un'occhiataccia. "Prova a utilizzare la segatura che ti ritrovi nella zucca" esclama seccato. "Qui ci sono solo tre simboli, aria, fuoco e terra. Sono tutti e tre illuminati. Non c'è traccia di quello dell'acqua. E la stanza con la leva che non si tira è differente dalle altre. Ed è l'unica realmente pericolosa" aggiunge a bassa voce, fissando il vuoto e socchiudendo gli occhi.
"Secondo te perché l'avrebbero costruita?" chiede dubbioso Miodrag. "Mi pare uno spreco".
"Perché chi ci si avventura per tirare la leva muore nel tentativo" sbuffa il mago. "E' un ottimo sistema di sicurezza, semplice ed efficace".
"Una letale piscina al chiuso, insomma" ridacchia Fiona.
"Hai idea di che bel massaggio ti facciano quei cosi?" ribatte Zigfrid con un sorriso. "Meglio di una locanda per nobili!"
"Spero solo che la leva non servisse per sbloccare qualcosa oltre questo portale" mormora lo spadaccino, accarezzandosi il mento preoccupato.
"Speriamo di no" risponde Fiona, poi si volta verso il mago. "Andiamo?"
"Direi di sì" esclama Zigfrid, entrando nel portale.
I tre avventurieri si lanciano un'occhiata rassegnata, poi si infilano a turno nella nebbia che vortica sotto l'arco di pietra.

lunedì 19 settembre 2016

0251 - sguardo d'intesa

Fiona balza nella stanza e d'istinto si china per evitare un poderoso colpo diretto contro la sua testa. Con un paio di rapidi balzi affianca Tsadok, che in quel momento scarta di lato per scansare un pugno. L'ammasso di roccia si schianta sul torace della mezzelfa; il dolore le fa tremare le ginocchia, ma facendosi forza scatta di nuovo in avanti ed imbocca l'uscita.
Anche Tasdok, dopo aver menato un fendente ed aver tranciato di netto una delle braccia del mostro, si muove velocemente verso il corridoio e raggiunge la compagna.
Miodrag, con la schiena appoggiata alla parete, osserva i due compagni piegati dalla fatica. "Forza, ce n'è ancora una" esclama quando il mago lo raggiunge e si inoltra nelle profondità del corridoio.
Il chierico e la ladra si scambiano uno sguardo, poi si raddrizzano quasi all'unisono.
"Se prima mi stavo pentendo della scelta, ora non più" mormora Fiona a bassa voce.
"Di cosa stai parlando?" chiede Tsadok, guardandola senza capire.
Fiona, dopo uno sguardo alla schiena dei compagni che intanto si sono allontanati, risponde battendo una mano sulla borsa a tracolla, piena del denaro ritrovato nella tana del behir.
"Ah, intendevi quello" esclama sorridendo il chierico. "Brava ragazza!"

Dopo aver passato anche la stanza successiva, il gruppo si ferma appena oltre l'ingresso dell'ultimo varco inesplorato. Il corridoio è identico a quelli esplorati in precedenza, caldo e asciutto.
"Andiamo" esclama il mago evocando un incantesimo di luce e muovendo un passo in avanti.
"Speriamo che le sorprese siano finite" mormora Tsadok, seguendo l'halfling insieme ai compagni. "Sono stufo di tutte queste illusioni".
La luce che risplende sulla punta del bastone di Zigfrid si riflette sulle pareti scure di roccia scavata. Mentre avanzano, tutti si accorgono che attorno a loro l'ambiente cambia aspetto: la solida roccia lascia il posto a blocchi di pietra levigata ed anche la terra battuta del pavimento viene sostituita da piastrelle di marmo.
"Fermi" esclama il mago alzando una mano, poi indica la fine del corridoio.
Al centro della parete c'è un arco di pietra su cui risplendono tre simboli, uno al centro, in cima all'arco, e due sulle colonne laterali. Fuoco, terra ed aria. Non sembra esserci traccia di alcun simbolo legato all'acqua. Il varco è composto di una leggera nebbia eterea, vagamente lattiginosa, che impedisce di vederci attraverso.
"Forse mi sbaglio" borbotta Zigfrid sorridendo, "ma questa è la prova che la stanza con gli elementali dell'acqua è stata messa lì solo come trappola".

lunedì 12 settembre 2016

0250 - credere a ciò che si vede

Miodrag, Zigfrid e Tsadok entrano nella stanza degli elementali della terra. Il chierico comincia a menare fendenti alle sagome dei due mostri, e si piega sotto i colpi ricevuti. Con movimenti lenti e cercando di evitare altri pugni, il mezzorco si muove fino all'uscita.
Zigfrid ridacchia alla vista del suo compagno che ingaggia le illusioni, poi si ferma quando non sente i leggeri passi di Fiona.
"Allora?" esclama, voltandosi a guardare l'esile figura della mezzelfa, ferma all'ingresso.
"Non voglio entrare" mormora la ladra, gli occhi sbarrati dalla paura. Davanti a lei i due colossi stanno letteralmente facendo a pezzi i suoi tre amici.
"Muoviti" esclama il mago, facendo un teatrale gesto per convincerla ad avanzare.
Le orecchie della mezzelfa sentono le parole dell'halfling, ma i suoi occhi vedono solo il massacro dei suoi compagni. Dentro di sé sa che tutto quello che sta vedendo è solo un'illusione, ma il suo cervello si rifiuta di accettarlo. L'esperienza con gli elementali dell'acqua non è stata piacevole e le immagini che le si parano davanti nutrono i suoi dubbi sul fatto che questi grossi bestioni di terra, roccia e fango siano solo frutto di una magia.
"N... no" balbetta, muovendo un passo indietro.
Zigfrid ritorna accanto alla mezzelfa, le afferra il mento e la costringe a guardarlo dritto negli occhi. "Visto? Sono ancora vivo. E' tutta un'illusione. Ora muoviti".
"Non... non ce la faccio" mormora Fiona, abbassando lo sguardo.
"Facciamo così" esclama ridacchiando il mago. "Chiudi gli occhi ed entra nella stanza. Se l'illusione che vedi ti sembrerà ancora reale, non c'è problema. Soccomberai sotto i colpi di quei due bestioni. Così finalmente potremo trascinarti oltre la stanza".
"Sei uno stronzo" sibila Fiona, irrigidendosi. "Lo sai, vero?"
Le labbra del mago si piegano in un sorriso. "Sono stato anche gentile, non credi?"
Poi, senza preavviso, spinge la donna nella stanza.

lunedì 5 settembre 2016

0249 - si torna indietro

Fiona, in equilibrio precario sui talloni, ruzzola all'indietro e finisce sopra a Tsadok, che sbuffa più per lo stupore che per il peso della mezz'elfa.
Zigfrid recupera il pezzo di leva, poi fissa per un po' la colonnina. "E' inutile perdere tempo qui, dovremmo affrontare questi due bestioni per riuscire a raggiungere il meccanismo rotto".
I due elementali d'acqua, intanto, avanzano velocemente verso l'ingresso della stanza. Il loro movimento solleva un'onda alta quasi un metro che si schianta sul mago, fermo sul ciglio dell'apertura; la forza dell'urto lo sbatte per terra.
"Penso non abbiano la minima intenzione di lasciarci passare" borbotta Zigfrid, sputacchiando quello che gli è entrato in bocca. "Facciamo il giro e vediamo dove porta l'altro tunnel".
"Uffa!" esclama Fiona, rialzandosi e fissando con ira le due figure vorticanti. "Non mi piacciono i contrattempi, soprattutto quando tentano di ammazzarci!"
Zigfrid intanto le passa accanto e torna verso l'ingresso della struttura. Fiona e Tsadok seguono il compagno fino alla stanza con le illusioni di fuoco; Ninkle è disteso per terra al centro della stanza, svenuto. La ladra si avvicina e delicatamente lo solleva; dopo essersi fatta passare le esili braccia attorno al collo, se lo issa in spalla.
Il sorriso divertito di Miodrag si spegne quando lo sguardo glaciale della mezzelfa si posa su di lui. "Con te facciamo i conti dopo" sibila Fiona, passandogli accanto.
"Era solo uno scherzo innocente..." borbotta lo spadaccino, scrollando le spalle ed incamminandosi dietro ai compagni. "Siete riusciti a tirare la leva?"
"Si è rotta" è la laconica risposta di Zigfrid.
"Cosa vuol dire che si è rotta!?!" sbraita Miodrag. "E ora cosa facciamo?"
"Magari quella leva era solo un esca" borbotta il mago, "forse non serviva tirarla".
Nel corridoio cala il silenzio: tutti stanno riflettendo sulle possibili implicazioni delle parole di Zigfrid e nessuno vuole pensare all'eventualità di aver fallito.

lunedì 29 agosto 2016

0248 - corda bagnata, corda sfortunata

"Cosa devo fare?" chiede la ladra osservando la vasca; gli elementali girano senza meta alzando vortici schiumosi in aria e bagnando le pareti. "Perché non entri?" aggiunge, voltandosi verso Zigfrid. "Anche queste sono solo illusioni, no?"
"E' un po' più complicato di così" ribatte Zigfrid. "Purtroppo questi sembrano reali, anche se sembra siano confinati da un qualche potere all'interno della stanza. Devi centrare quella leva laggiù con il cappio che ho preparato. Pensi di farcela?"
Senza rispondere, Fiona prende il pesante rotolo dalle mani del mago, controlla il nodo, poi inizia a far roteare il cappio sopra la sua testa. Con un veloce colpo del polso, la ladra fa scattare il braccio in avanti. Mentre la corda sta volando verso il bersaglio, uno dei due elementali scatta in avanti, solleva una mano ed afferra al volo la fune. Presa alla sprovvista, Fiona allarga le dita per evitare di essere trascinata nella vasca. La corda sfila velocemente tra le sue mani e finisce sul fondo della vasca. Un rumore di risacca sembra irridere il gruppetto, come se i due elementari stessero ridendo del tentativo fallito.
"Brava, ora mi devi una corda nuova" borbotta Zigfrid, scuotendo la testa.
"Se quel... coso non si fosse messo di mezzo, avrei preso di sicuro la leva" ribatte Fiona. "E poi era più pesante del solito. Ci avevi giù provato tu, per caso?"
Zigfrid incrocia le braccia e senza ribattere osserva i due mostri che nel frattempo hanno ripreso a girare per la stanza. "Sono sicuro che ci sia sotto qualche trucco, ma non riesco a capire quale".
"Provo io" esclama Tsadok, slacciando la sua corda dalla cintura. Fiona osserva divertita la lingua del mezzorco sporgere da un lato della bocca mentre si concentra nell'annodare il cappio. Dopo un minuto, Tsadok non ha ancora terminato di approntare il nodo.
Scuotendo la testa, Fiona recupera un'altra corda, appronta velocemente un lazo e, controllando questa volta la posizione degli elementali, esegue un tiro da manuale: quando il punto più lontano del cappio supera la leva, la ladra blocca il polso e stringe il nodo attorno alla sbarra di metallo.
"Fatto!" esclama Tsadok, alzando la testa e notando la corda tesa tra le mani di Fiona.
"Dammi una mano a tirare, svelto!" esclama la mezzelfa digrignando i denti, puntando i piedi ed iniziando ad inarcare la schiena. I muscoli delle braccia guizzano nello sforzo, tendendosi e mettendo in risalto le vene.
Il mezzorco abbandona la sua corda e afferra quella in tensione, iniziando a tirare con tutte le sue forze. Nonostante gli sforzi combinati dei due, la leva non si sposta di un millimetro.
"Presto!" grida Zigfrid, notando i due colossi d'acqua che si spostano velocemente in direzione della colonna.
"Più di così non riesco" esclama la ladra, puntando i talloni e dando un ultimo potente strattone. La leva si piega alla base e si spezza con uno schiocco secco. La corda, senza più nulla a bloccarla, saetta all'indietro.

lunedì 22 agosto 2016

0247 - cattivi pensieri

Dopo un attimo di riflessione, Zigfrid recupera la corda dalla borsa, annoda un'estremità formando un cappio e, dopo averla fatta volteggiare un paio di volte sopra la testa, prova ad afferrare la leva al lazo.
Il primo tiro è troppo basso: la corda colpisce la colonna e si inabissa nella vasca. I due elementali si gettano sul corpo estraneo e tentano di afferrare la fune. Zigfrid, nonostante lo stupore per la veloce reazione dei due mostri, dà uno strattone e recupera la corda prima che i due colossi possano agguantarla.
Soppesando il rotolo, il mago si accorge che l'acqua ora appesantisce la canapa, rendendo più difficile effettuare un lancio decente. Con un sospiro si volta e ritorna dagli altri, che ora stanno osservando gli elementali che fanno a pezzi la sua figura tra atroci tormenti.
"Quando avete finito di vedermi agonizzare" esclama Zigfrid, disgustato dal comportamento dei suoi compagni, "potete venire a darmi una mano?"
"Dopo averti visto morire una decina di volte, cominciavo un po' ad annoiarmi" borbotta Fiona, alzandosi e spolverandosi i pantaloni.
"Vengo anch'io" esclama Tsadok, recuperando l'ascia appoggiata alla parete.
"Io quasi quasi lancio dentro il piccoletto e vedo cosa succede" ridacchia Miodrag, voltando la testa verso Ninkle. Il goblin, terrorizzato, si addossa alla parete ed inizia a tremare.
"Non ti azzardare!" urla la ladra, socchiudendo gli occhi e puntandogli il dito contro.
"Tanto sono solo illusioni, non succede niente!" esclama lo spadaccino, alzando le mani senza smettere di ridere.
"Lui probabilmente non se ne renderebbe conto" ribatte Fiona, livida di rabbia. "Sarebbe terribile per la sua povera mente. A te piacerebbe sentire la tua carne divorata dalle fiamme? No, non credo proprio. Quindi non azzardarti a fare una cattiveria simile!" aggiunge, seguendo poi il mago all'interno della stanza.
Tsadok, un po' titubante, varca la soglia e sospira di sollievo quando si accorge di poter di nuovo vedere attraverso le fiamme degli elementali.
"Aspettatemi!" grida, accelerando il passo per raggiungere i due compagni.

lunedì 15 agosto 2016

0246 - il regno dell'acqua

Quando la scossa smette di far vibrare il pavimento, Zigfrid osserva per un momento la successiva apertura al centro della parete alla sua destra; senza nulla che la distingua dalle altre, anch'essa si perde nel buio. Con una scrollata di spalle, il mago ritorna sui propri passi.
Quando raggiunge il corridoio d'ingresso, nota che i suoi tre compagni sono intenti a guardare nella stanza. Le sagome trasparenti stanno abbattendo i loro poderosi pugni sul corpo di un halfling disteso per terra, mentre una pozza di sangue etereo si spande tutt'attorno.
"Forza, torniamo indietro" esclama con una smorfia, sfilando loro accanto.
"Noi ci gustiamo ancora un po' lo spettacolo degli elementali che ti prendono a randellate in testa" esclama la ladra, senza distogliere lo sguardo.
Il mago scuote la testa sbuffando, poi si dirige a passi spediti verso l'ultima stanza; se le rappresentazioni all'ingresso sono esatte, dovrebbe ospitare l'illusione degli elementali dell'acqua. Finora, a parte una piccola incertezza iniziale, l'esplorazione di questa piccola fortezza a prova di genio si è rivelata più semplice del previsto. A parte le illusioni, il costruttore non ha aggiunto nessuna trappola meccanica o magica. E questo un po' impensierisce il mago.
Dopo aver camminato tranquillamente tra le immagini trasparenti dei due colossi di fuoco, Zigfrid prosegue e raggiunge il successivo corridoio. Dopo aver illuminato la punta del bastone con un piccolo trucchetto, l'oscurità attorno a sé viene respinta. Uno sguardo alle pareti blocca il piccolo mago: il corridoio, a differenza degli altri, sembra coperto da alcuni ciuffi di muschio ed è leggermente lucido.
Strano pensa avanzando verso il varco che si apre di fronte a sé. Il pavimento finisce improvvisamente all'altezza dell'entrata, sprofondando in un'enorme vasca piena d'acqua, all'interno della quale vorticano due figure indistinte dalle fattezze vagamente umanoidi. In fondo, nell'angolo a destra, c'è una sporgenza nella roccia su cui svetta la familiare colonna di granito con sopra la leva.
Non devo nemmeno utilizzare la moneta pensa sorridendo Zigfrid; si abbassa e prova ad infilare la mano nella vasca. Le sue dita si intorpidiscono a contatto con l'acqua. Quando si rialza, piccole gocce cadono sul pavimento del corridoio.
Ok, questa non sembra un'illusione pensa stupito il mago. Però potrebbe essere solo un trucco differente.
Recuperata la moneta di rame dalla tasca, l'halfling la lancia contro uno degli elementali. Il dischetto penetra per qualche centimetro nella colonna d'acqua, poi viene sparato contro la parete, rimbalzando a mezzo metro dalla sua testa. I due mostri voltano le rozze teste nella sua direzione.
No, questa decisamente non è un illusione riflette, notando con sollievo che i due esseri comunque non si sono ancora mossi per scagliarsi contro di lui.

lunedì 25 luglio 2016

0245 - elementale, Zigfrid!

Il piccolo halfling prosegue fino a che la luce delle fiamme illusorie gli permette di vedere di fronte a sé, poi accende la punta del suo bastone con un incantesimo.
Le pareti del corridoio continuano fino ad un varco rettangolare, ad una decina di metri di fronte a lui. Qualunque cosa ci sia oltre, è completamente immersa nel buio.
Zigfrid avanza fino al varco e lì si ferma, illuminando l'interno della stanza con il bastone. Nell'angolo c'è un piccolo altarino, simile a quello della stanza precedente, e al centro stazionano due colossi di pietra, immobili.
Vediamo se anche questi sono illusioni pensa, frugandosi in tasca e recuperando una moneta di rame. Dopo aver soppesato per un attimo il piccolo dischetto di metallo, lo lancia contro uno dei bestioni. La moneta rimbalza sulla testa del mostro e rotola a terra fino a fermarsi tintinnando in un angolo.
Sospirando, il mago entra. Ci vuole un contatto diretto... pensa, dandosi da solo dello stupido.
I due grossi ammassi di roccia e terriccio si voltano lentamente verso di lui ed iniziano ad avanzare. Il rumore della pietra che gratta sul terreno risuona fastidiosamente nella piccola stanza, provocando un brivido lungo la schiena dell'halfling, che si blocca e si mette in attesa.
Quando i due mostri sono a portata, Zigfrid rotea il suo bastone e tenta di colpire il più vicino. Il bastone passa attraverso la roccia e prosegue verso il secondo, non incontrando nient'altro che aria.
Come sospettavo pensa soddisfatto, notando che le sagome dei due bestioni ora sono vagamente trasparenti. Incurante dei pugni che gli piovono addosso, il mago si avvicina al piccolo pilastro nell'angolo e tira la leva. Il pavimento vibra per un secondo, poi tutto ritorna alla normalità.
Dopo un rapido sguardo al resto della stanza, Zigfrid raccoglie la monetina di rame e si infila nella seconda apertura, proseguendo lungo il corridoio. I suoi passi alzano parecchie nuvolette di polvere, che rimangono sospese a mezz'aria.
Se ricordo bene, davanti a me dovrebbe esserci la stanza dell'aria pensa allungando il bastone davanti a sé.
La luce illumina il varco e due figure, che si muovono turbinando al centro della stanza. Sassolini e pulviscolo vorticano furiosamente attorno ad essi.
Ottima illusione! pensa Zigfrid, sogghignando. Peccato che la polvere che ho alzato non subisca lo stesso effetto.
Il mago entra nella stanza e viene assalito dal forte vento. Scuotendo la testa per ritrovare la concentrazione, chiude gli occhi e si ferma. Attorno a sé sente un vago rumore, ma l'effetto del vento sembra svanito. Sollevando lentamente le palpebre, nota che le due figure che gli si avventano contro sono traslucide, quindi prosegue tranquillo fino all'altare e tira la leva.

lunedì 18 luglio 2016

0244 - deduzioni logiche

Miodrag si gira ed osserva l'interno della stanza. I due elementali, fermi al centro della stanza, ora sono leggermente trasparenti. Il pilastro in fondo ora presenta due leve: una, solida, completamente abbassata ed una, traslucida, ancora alzata.
"Ma com'è possibile?" esclama lo spadaccino, cercando di capire cosa i suoi occhi gli stanno mostrando.
Zigfrid alza il bastone e gli dà un colpo sulla testa.
"Ahia!" esclama Miodrag, massaggiandosi il punto colpito.
"Così magari ti schiarisci le idee" mormora il mago, accennando un sorriso.
Lo spadaccino fissa il volto del compagno, si volta a guardare l'interno della stanza, quindi torna a fissare gli occhi dell'halfling. "Quindi non sei morto. Neanche stavolta!" aggiunge con una smorfia.
Fiona scoppia a ridere. "Mi spiace, magari saremo più fortunati la prossima volta!"

Tsadok osserva i suoi compagni discutere, incurante del gigante di fuoco che continua ad affondare i suoi pugni nel suo corpo senza veramente colpirlo, quindi si alza, esce dalla stanza e si aggrega alla risata della ladra, appoggiata alla parete del corridoio. "Eheh... perché stai ridendo? Che succede, quindi?"
"A quanto pare, Zigfrid ha abbassato la leva" risponde Miodrag.
"Incredibile, vero?" sbotta il mago. "Se non ci fossi io..."
"E che effetto ha avuto abbassare quella leva?" chiede lo spadaccino. "Non vedo grandi cambiamenti".
"Neanch'io, in effetti" conferma Zigfrid. "Probabilmente bisogna tirare le altre tre leve".
Tsadok, ancora concentrato sulla prima frase di Miodrag, sorride. "Quindi è grazie a me che abbiamo capito tutto! Se non ti avessi lanciato dentro, ora non sapremmo che pesci pigliare".
"Dovrei ringraziarti per avermi fatto rischiare il collo?" ribatte sdegnato il mago. "Ti prego, non farmi rispondere a questa domanda".
"Ehi, genio" interviene Fiona. "Dove sarebbero le altre leve di cui parli?"
Zigfrid scuote la testa, poi conta sulle dita di una mano: "Acqua, terra, fuoco, aria. Quattro elementi. Abbiamo tirato la leva nella stanza del fuoco, quindi mi aspetto che quel varco" esclama indicando l'altra uscita nella stanza, "conduca ad un'altra illusione elementale. Stessa cosa dall'altra parte del corridoio, quello da cui siamo entrati, se il creatore di questa struttura ha usato un minimo di cervello".
"Forse la grande porta con i bassorilievi che abbiamo attraversato prima indica la disposizione delle stanze" mormora la ladra, riportando alla mente le immagini rappresentate. "Se torniamo indietro e proseguiamo lungo il corridoio, dovremmo trovare la stanza della terra".
"Ottimo!" esclama Tsadok, battendosi un pugno sul palmo. "Andiamo nella stanza della terra!"
"Un attimo" interviene Fiona, bloccando l'entusiasmo del mezzorco. "Come facciamo a sapere se quello che vediamo è reale o un'altra illusione?"
"Facciamo così" risponde Zigfrid con un ghigno, "tu entri e carichi a testa bassa tutto quello che si muove. Se sbatti contro il muro, allora sono illusioni".
"Pessima idea, tappo" commenta la ladra con una smorfia.
"Potrei lanciarti nell'altra stanza" propone Tsadok. "Nella prima ha funzionato".
"Questa è un'idea che mi piace" ridacchia Fiona.
"C'è sempre il nostro caro goblin" mormora Miodrag, indicando la piccola creatura con il pollice.
Ninkle, dopo aver assistito al massacro dei suoi nuovi compagni ad opera di feroci mostri di fuoco, scuote vigorosamente la testa a destra ed a sinistra e si ripara dietro alle gambe di Fiona.
"No, poverino!" esclama la ladra con voce squillante, accarezzando distrattamente la testa del piccoletto, poi si volta a guardarlo e gli sorride: "Non ti preoccupare, non ti manderemo al massacro".
Zigfrid, sbuffando, si volta e avanza da solo lungo il corridoio, lasciando i suoi compagni ad osservare la sua schiena.

lunedì 30 maggio 2016

0243 - squarciato il velo dell'illusione

Miodrag e Tsadok continuano a menare fendenti contro i due colossi avvolti dalle fiamme, cercando di avvicinarsi al corpo esanime di Zigfrid, che giace bruciacchiato in mezzo alla stanza. Dalla gola dell'halfling si leva una flebile voce: "Aiutatemi, vi prego... sto per... morire..."
"Presto! Non resisterà per molto!" esclama lo spadaccino, abbassandosi per evitare un pugno infuocato e rotolando accanto all'elementale.
"Li trattengo io!" esclama Tsadok, roteando l'ascia con veloci movimenti circolari. L'arma fende l'aria e taglia a metà le lingue di fuoco che si levano dal corpo della creatura, passando vicino alla testa del colosso. "Sbrigati a trascinarlo in salvo!"
Quando Miodrag si china per afferrare la tunica del mago, una voce familiare riempie la stanza. "Smettetela di perdere tempo con quelle illusioni! Andiamo dall'altra parte!"
Entrambi si voltano di scatto verso l'uscita: Tsadok scorge Zigfrid in piedi accanto a Fiona, ancora a bocca aperta per lo stupore. Miodrag, invece, vede solo Fiona che continua a scagliare frecce contro i due mostri.
"Allora, vi muovete? Ho già tirato la leva" urla il mago.
Tsadok si china istintivamente per evitare un colpo diretto al suo volto, poi comincia a guardare alternativamente il moribondo in mezzo alla stanza ed il mago in perfetta salute accanto alla ladra. "Che cavolo sta succedendo?"
Le grosse mani dell'elementale calano sulla sua testa, ma il mezzorco si accorge stupito che le fiamme gli passano attraverso e, soprattutto, che non prova dolore. "Non capisco..." mormora, sedendosi a gambe incrociate per terra, incapace di comprendere del tutto la situazione.
"Ouch!" esclama Miodrag, colpito di striscio da uno dei due elementali. I suoi vestiti cominciano a fumare e piccole fiammelle si levano dal suo mantello.
Fiona, sentendo l'esclamazione dello spadaccino, raddrizza la schiena e colpisce con la punta dello stivale la caviglia del piccolo halfling. "Che fai qua? Vai al tuo posto!" esclama, indicando il cadavere in mezzo alla stanza. "I tuoi compagni stanno cercando di salvarti! Vedi di collaborare!"
"Ahi!" esclama Zigfrid, alzando la gamba e massaggiandosi la caviglia. "Hai capito che sono io quello reale? Il cadavere laggiù è solo un'illusione!" sbotta guardando in cagnesco la ladra, poi alza una mano e prova a rifilarle uno schiaffo per farla riprendere.
Il braccio della mezzelfa si leva di scatto, bloccando a mezz'aria quello del mago, poi cala sul volto di Zigfrid. Un rumore secco sovrasta il crepitio delle fiamme. "Non ti permettere, sai!"
Zigfrid, massaggiandosi la guancia arrossata, osserva furente la compagna. "Che cavolo ti è preso!?!"
"Volevo insegnarti una lezione: mai colpire una donna!" esclama Fiona, restituendogli lo sguardo. "E poi volevo capire se eri veramente reale".
"Qualcuno mi vuole spiegare che cosa diavolo sta succedendo?" grida Tsadok, grattandosi la nuca e fissando uno dei due elementali che continua a tentare di colpirlo. Il mezzorco non si capacita di quello che i suoi occhi vedono: i pugni infuocati gli passano attraverso, ed il corpo carbonizzato del mago ora sembra vagamente trasparente.
Zigfrid scuote la testa esasperato, poi sbuffando entra nella stanza.

Miodrag osserva sgomento uno degli elementali strappare di mano l'ascia bipenne al mezzorco, poi colpirlo in pieno petto con un paio di poderosi colpi. Tsadok barcolla, poi stramazza a terra.
"No!" esclama lo spadaccino, arretrando istintivamente. Una lingua di fiamma si materializza dal nulla dietro di lui e gli afferra il colletto, quindi lo trascina giù. Piegando la testa in avanti per evitare di bruciarsi, il giovane tenta in tutti i modi di slacciarsi il cordino che fissa il mantello, in modo da liberarsi dalla minaccia.
La voce di Zigfrid gli rimbomba nella testa, troppo vicina per provenire dal corpo bruciacchiato a qualche metro da lui. "Smettila di divincolarti!"
Lo spadaccino continua a contorcersi mentre la lingua di fuoco lo trascina fuori dalla stanza. Quando la sua testa oltrepassa la soglia, le fiamme spariscono ed al loro posto compare la faccia rotonda dell'halfling, che lo sta fissando ad occhi socchiusi.
"Ma... ma... non sei morto carbonizzato!" esclama Miodrag, sbattendo le palpebre.
"Evidentemente no" ribatte irritato il mago, mollando il cappuccio ed incrociando le braccia infastidito.

lunedì 23 maggio 2016

0242 - libera la mente

Strano, non sto brillando pensa con stupore Zigfrid, osservandosi il cerchio di carne martoriata al centro della pancia, ancora annerita e coperta di croste. Anche le dita, rosse e piene di bolle, non accennano a guarire. Forse ho capito!
Il mago libera la mente dalla paura, quindi allunga una mano e la infila nello stomaco dell'elementale di fuoco, chino su di lui ed intento a colpirlo. Il suo braccio non incontra resistenza e penetra facilmente tra le fiamme, sbucando dall'altra parte.
Come immaginavo, questa è solo un'illusione pensa sorridendo, mentre con la mano spazia all'interno del corpo della creatura. Dannatamente potente, ma pur sempre un'illusione. Per fortuna l'ho capito prima che il mio cervello mi convincesse di essere morto. Una pessima morte, tra l'altro.
Il mago si alza mentre l'effetto magico, lottando invano con la sua consapevolezza, diventa trasparente ed a tratti scompare. Dopo aver inspirato profondamente aria fresca ed essersi spolverato le vesti, Zigfrid osserva divertito l'immagine del suo corpo esanime preso a pugni dalle proiezioni dei due elementali, poi alza lo sguardo e nota i due piccoli segni sul muro; per terra, poco più in basso, i resti delle frecce scoccate da Fiona. Ignorando le urla dei suoi compagni che si gettano nella stanza  nel tentativo di salvarlo, raccoglie il suo bastone ormai spento e si avvicina alla colonna di pietra.
La lunga leva di marmo chiaro, levigata e decorata con sottili incisioni, affonda nel meccanismo contenuto nella base. La luce verde emanata dalla torcia di Miodrag, gettata in un angolo quando lo spadaccino ha estratto la spada, non riesce ad illuminare l'interno della colonna. Qualunque sia il meccanismo che scatterà una volta tirata la leva, è fuori dalla portata dei suoi occhi.
Vediamo che succede pensa afferrando con entrambe le mani la leva e tirando verso di sé. Il pavimento trema per un momento, ma non accade nient'altro. Si guarda intorno alla ricerca di qualche cambiamento, ma nota solo Miodrag e Tsadok che, dopo un attimo di smarrimento dovuto alla scossa di terremoto, riprendono a combattere le illusioni.
Che idioti pensa scrollando le spalle. Non si sono accorti nulla. Meglio intervenire.
Con calma si dirige fuori dalla stanza e si piazza accanto a Fiona. La mezzelfa, sconvolta, lo fissa a bocca aperta, alternando lo sguardo tra lui e la sua immagine carbonizzata distesa al centro della stanza.
"Sì, sono vivo" esclama Zigfrid, con un sorriso.
"Ma... ma... eri morto!" balbetta Fiona, appoggiandosi alla parete.
"No, io sono l'unico, il solo ed inimitabile Zigfrid. Quel corpo è solo un'illusione" la tranquillizza il mago, poi richiama l'attenzione degli altri due. "Smettetela di perdere tempo con quelle illusioni! Andiamo dall'altra parte!"

lunedì 16 maggio 2016

0241 - fenice elementale

Tsadok osserva con soddisfazione il mago, le cui ferite si stanno rimarginando velocemente. Brandelli di pelle bruciata cadono a terra, rimpiazzati da lembi di tessuto sano. Poi lo stupore coglie lui, Fiona e Miodrag quando i due bestioni si avventano su Zigfrid e cominciano a massacrarlo a suon di pugni. Violentissimi colpi lo raggiungono al volto, al petto, alla pancia ed alle braccia. Il suo corpo si accascia esanime a terra, semicarbonizzato ed avvolto dalle fiamme. L'odore di carne bruciata, quasi insopportabile, si spande per tutta la stanza.
Fiona osserva atterrita la scena, incapace di reagire di fronte alla fine del suo amico. Anche se il suo comportamento è stato spesso discutibile e spesso si sono scornati per le sue uscite sarcastiche, la mezzelfa si è affezionata molto al piccolo halfling. Vederlo ridotto in quello stato è troppo per il suo sensibile cuore.
"No!" urla Miodrag, estraendo la spada e gettandosi dentro d'istinto, intenzionato a salvare la vita al compagno. I due elementali voltano la testa nella sua direzione senza smettere di prendere a pugni il corpo del mago.
Lo spadaccino con un balzo li raggiunge ed affonda la spada nel ventre della creatura più vicina, ruotando il polso per infliggere il massimo danno possibile. L'elementale si ritrae per liberarsi dalla lama, poi si getta su di lui. I suoi pugni però sono lenti e lo spadaccino li evita con facilità.

Anche Tsadok, morso dai sensi di colpa per aver scaraventato nella stanza il povero mago, si scaglia contro i mostri roteando l'ascia. Il potente colpo taglia di netto il tronco dell'elementale alle spalle di Miodrag; la creatura di fiamme, divisa in due, scompare in un'esplosione di fiamme. La soddisfazione per aver abbattuto il nemico cede subito il posto allo stupore: dalle ceneri ne nasce un altro, grosso quanto il precedente.
Il mezzorco solleva l'ascia sopra la testa e si appresta a sferrare un altro colpo, quando il pavimento sotto i suoi piedi inizia a tremare.

lunedì 9 maggio 2016

0240 - preso al lazo

La ladra si mette a ridere, fatto che non turba in alcun modo l'immobilità dei mastodonti di pietra. Tsadok, lo sguardo perso nel vuoto, si gratta la nuca cercando di capire il senso delle parole di Miodrag.
"Come pensi di farli uscire?" chiede tra le risate Fiona.
"Non... non saprei" borbotta lo spadaccino, abbassando lo sguardo.
Zigfrid, dopo aver scosso la testa in risposta alla proposta del compagno, lo supera e si dirige verso la prima stanza visitata. L'idea di Tsadok non è male... pensa recuperando la fune dalla borsa magica e cercando di annodarla in modo da formare un cappio.
Tsadok lo raggiunge e gli porge la sua, già pronta. "Prova con la mia".
Zigfrid, impegnato con i nodi, alza per un momento lo sguardo. "Meglio averne due. Tu intanto vedi se riesci ad afferrarla".
Tsadok annuisce, poi inizia a roteare il cappio in cerchi sempre più larghi, gli occhi fissi sul bersaglio. Ora è il momento giusto! pensa il mezzorco, quindi rotea il braccio velocemente per lanciare. La corda, invece di sfrecciare in avanti, oppone un'inaspettata resistenza. Tsadok gonfia i muscoli ed estende del tutto il braccio. 
"No!" esclama Zigfrid, ma ormai è troppo tardi. La corda si srotola dalle mani del mezzorco in direzione della colonna, portandosi dietro lo zaino del mago, preso al lazo, ed il mago stesso, trattenuto per la gola dalla tracolla. Il pesante involucro di tela sbatte contro il muro e rimbalza sul pavimento, finendo il suo volo accanto alla colonna. Zigfrid atterra di faccia poco distante, ancora agganciato alla borsa, a due passi dagli elementali che si voltano di scatto a guardarlo.
"Ops" balbetta Tsadok, imbarazzato e vagamente preoccupato.
"Prega il tuo dio, perché quando uscirò..." esplode il mago, rialzandosi senza rendersi conto di chi ha vicino. La frase gli muore in gola quando uno dei due elementali all'improvviso balza su di lui e gli assesta un pugno alla bocca dello stomaco. Il calore emanato dal bestione incendia l'aria attorno a Zigfrid, che si accorge troppo tardi di respirare fumi bollenti. I suoi polmoni emanano ondate di dolore, facendolo piegare in due. I lunghi capelli cominciano a bruciare e si arricciano mentre le fiamme attecchiscono sui suoi vestiti, emanando un acre odore di pollo bruciato.
Fiona, giunta in quel momento insieme a Miodrag, nota il compagno a terra in balia del mostro, quindi alza l'arco e scocca due frecce in rapida successione. La prima si pianta sul braccio dell'elementale, penetrando in profondità. Una parte delle fiamme si congela all'istante e cade a terra, rompendosi in mille pezzi. Il mostro si scansa d'istinto, evitando la seconda freccia per un soffio.
"Salvalo!" grida lo spadaccino, tenendosi a debita distanza.
Tsadok si arrotola la corda sull'avambraccio, quindi inarca la schiena e tira con tutte le sue forze per trascinare in salvo il compagno. La tracolla scava nel collo di Zigfrid, che istintivamente alza la testa nel tentativo di evitare di morire strangolato. La borsa, libera da ogni impedimento, scivola veloce fino ai piedi del mezzorco.
Mentre Fiona incocca un'altra freccia e Zigfrid rotola a destra ed a sinistra per evitare i potenti colpi degli elementali, Tsadok afferra il medaglione ed invoca i poteri di Gond. Una forte luce si sprigiona dal medaglione, investendo i compagni ed esplodendo nella stanza.

venerdì 6 maggio 2016

0239 - terra sottoterra

Lo spadaccino si volta ed accelera il passo per raggiungere i compagni. Quando la schiena di Tsadok viene rischiarata dalla verde luce della torcia eterna, Miodrag sente la voce di Zigfrid mormorare alcune parole in una lingua sconosciuta. La punta del bastone che il mago tiene in mano comincia a brillare; le nude pareti davanti a loro, ora ben illuminate, risplendono di luce riflessa. In fondo al corridoio si delinea un altro varco simile, al precedente. Oltre l'arcata di pietra c'è solo oscurità, ben differente dalle tonalità di rosso viste nella stanza degli elementali del fuoco.
"Potevi anche avvertire" borbotta Tsadok, sbattendo le palpebre per cercare di riacquistare la vista.
"Ogni volta mi dimentico che voi mezzorchi soffrite i repentini cambi di intensità luminosa" ribatte con tono strafottente Zigfrid, poi avanza di un paio di passi e si porta al limitare del corridoio.
La luce del bastone si irradia all'interno della stanza, delineando le pareti e rimbalzando sul soffitto, un paio di metri sopra le loro teste. Al centro ci sono due rozze creature, piene di bitorzoli e ricoperte da zolle, che girano in tondo, grattando le enormi mani sul pavimento.
"E questi che cavolo sono?" chiede Miodrag con una smorfia.
"Elementali di terra, mi pare evidente" sibila Zigfrid. "Ecco, si sono fermati, proprio come gli altri".
I due mastodontici cumuli di terra e pietra ondeggiano leggermente, voltati verso gli avventurieri in attesa di una loro mossa.
"Non mi pare il caso di entrare" mormora lo spadaccino, poi nota un'altra colonna vicina alla parete di fondo, identica a quella presente nell'altra stanza. "Lì c'è una leva, proprio come nell'altra stanza".
"Davvero?" chiede stupito Zigfrid. Tutti notano la sua espressione corrucciata; il non essersi accorto di un particolare così importante lo fa andare su tutte le furie.
"Potremmo creare un cappio con la corda e provare ad agganciare quella leva" propone Tsadok.
Il mago ignora le parole del mezzorco e chiude gli occhi. Nella sua mente inizia a delinearsi la pianta della struttura già visitata e la sua mente analitica comincia a pensare a quanto ha visto all'esterno, sul grande portone di pietra.
Se a destra c'è il fuoco ed a sinistra c'è la terra, proprio come sui bassorilievi, è probabile che le due porte che ho visto conducano ad altre stanze occupate da elementali dell'aria e dell'acqua pensa Zigfrid, Secondo lo schema che ho visto, dietro al fuoco dovrebbe esserci l'acqua e dietro alla roccia, l'aria. Probabilmente le leve attivano un qualche meccanismo per bloccare gli elementali, ma di questo non posso esserne certo. Potrebbero essere addirittura una trappola per invitare eventuali intrusi ad entrare nella stanza.
"Quindi?" sbotta Fiona. "Ci facciamo bruciare dagli elementali del fuoco e poi seppellire da quelli della terra, così da compiere il nostro destino?"
La bianca luce del bastone di Zigfrid illumina il volto di Miodrag, impallidito di colpo; di fronte alla possibilità di morire nelle viscere di un deserto, all'interno di una struttura sotterranea che non voleva visitare, la sua mente vacilla per un momento. "Per... Perché invece non cerchiamo di mettere gli uni contro gli altri?"

mercoledì 4 maggio 2016

0238 - fuoco e fiamme

I due grossi elementali del fuoco continuano a vagare con movimenti lenti all'interno della stanza, disegnando un cerchio affumicato sul pavimento.
"Non sono umani e non sono non morti" mormora Tsadok, poi si volta verso il mago. "Questa è materia tua, giusto?"
"I geni che abbiamo incontrato fuori sono stati gentili" dice Fiona tra sé e sé. "Magari possiamo parlare anche con questi".
Zigfrid le scocca un'occhiataccia, poi avanza fino al limitare della stanza. I due grossi elementali si fermano e si voltano di scatto verso di lui; gli occhi, due sfere nere al centro della testa, sembrano trapassarlo da parte a parte. Le fiamme, ora più vive che mai, bruciano di un colore arancione. Ignorando per il momento le due creature, il mago osserva il resto della stanza, completamente spoglia; solo un varco rompe la monotonia delle pareti, parzialmente colate dal calore e annerite dalle emanazioni dei due elementali del fuoco. I suoi occhi tornano alle creature, ancora immobili al centro della stanza.
"Vostra focosità, buongiorno!" esclama ad alta voce, senza ottenere alcuna reazione. I due ammassi di fuoco continuano a fissarlo immobili; solo le fiamme che avvolgono i loro corpi fugano ogni dubbio sullo scorrere del tempo.
"Parlate la mia lingua?" chiede di nuovo, con meno convinzione di prima.
"Mi sa che questi proprio non parlano" borbotta Tsadok, incrociando le braccia. "Questi mordono".
"Non vedo denti" ribatte distratto Zigfrid poi, dopo un'ultima occhiata distratta, si volta. "Andiamo a vedere cosa c'è dall'altra parte del corridoio".
Miodrag, rimasto in silenzio, osserva le fiamme farsi più spente e le teste voltarsi ad osservare il nulla. Quando gli elementali, con movimenti lenti e misurati, riprendono a camminare in cerchio, lo spadaccino nota in fondo alla stanza, sulla destra, un elemento rimasto finora nascosto: una piccola colonna di pietra simile ad un leggio con in cima una leva, anch'essa in pietra, che punta al soffitto. Senza accorgersene, fa un passo avanti e si ferma nella stessa posizione prima occupata da Zigfrid. I due elementali si bloccano di scatto e ruotano le teste verso di lui.
Percepiscono la nostra presenza, ma non hanno intenzione di uscire pensa Miodrag, sollevato. Almeno non ci inseguiranno!

lunedì 2 maggio 2016

0237 - nel dubbio, a destra

Fiona osserva i glifi luminosi che illuminano debolmente l'ambiente, poi supera con un balzo l'arco di pietra e raggiunge Tsadok. "Tutto qui?" borbotta, guardandosi le mani e le braccia, stupita di non trovarci qualche ferita.
"Cosa ti aspettavi?" esclama Zigfrid. "Di esplodere?"
"Beh... no" balbetta la ladra. "Però mi aspettavo qualche altro trucchetto magico".
Anche Miodrag passa oltre e raggiunge il gruppo. "Il tappo aveva detto che era sicuro, no?"
"E tu ti fidi delle sue parole?" chiede Fiona, sorridendogli.
"Per quanto riguarda la magia, sì. Per il resto... assolutamente no".
Zigfrid ignora i commenti che lo riguardano e si volta. Sul volto dei tre djinni, fermi davanti al ponticello, è comparso un largo sorriso. Siamo riusciti dove loro hanno fallito pensa con soddisfazione il mago. Per più di cento anni.
Dopo averli derisi un piccolo inchino, il mago raggiunge i compagni ed osserva l'ambiente che lo circonda. Il corridoio procede per un paio di metri, poi si biforca formando una T. L'aria fresca che giunge dall'abisso sotto al ponticello muove i capelli e le vesti e, vorticando, solleva piccole nubi di polvere e sabbia. Le pareti sono scavate nella roccia e lisce al tatto: un lavoro raffinato ma non all'altezza dell'opera di un nano.
Miodrag recupera la torcia magica dalla borsa ed illumina le pareti, poi si piazza in mezzo all'incrocio. I suoi occhi osservano i due corridoi a destra ed a sinistra fino a dove la torcia riesce ad illuminare, poi non vede altro che oscurità. "Non vedo rappresentazioni o segni. Come facciamo a decidere dove andare?"
"Nel dubbio, a destra" esclama Zigfrid.
Tsadok annuisce, poi oltrepassa lo spadaccino e comincia a percorrere il corridoio indicato dal mago. Quando supera la linea che separa la luce dal buio, il mezzorco si ferma e sbatte le palpebre per abituarsi all'oscurità. Il corridoio prosegue per una decina di metri, poi finisce con un'arcata che conduce a quella che sembra essere una stanza. Una tenue luce sembra provenire dalla fine del corridoio, ma è troppo debole per capire quale sia la fonte.
"Vedo una luce, laggiù in fondo".
"E' deciso, dunque" esclama Zigfrid, poi fa un cenno ai compagni ed avanza fino al bivio; recupera quindi un gessetto dalla tasca e fa un segno sul muro. Soddisfatto, prosegue a destra.
Miodrag lancia un'occhiata a Fiona, poi indica con la testa la fiaccola.
"Ok, ho capito" mormora la ladra, impugnando l'arco ed incoccando una freccia.
Dopo aver raggiunto Tsadok, gli avventurieri proseguono lentamente verso la fonte di luce. Fiona osserva il pavimento alla ricerca di eventuali trappole, gli altri invece guardano dritti davanti a sé, attenti ad eventuali sorprese. La luce della torcia avanza fino a delineare la sagoma della porta, poi si espande illuminando l'interno di una sala.
Miodrag si ferma a bocca aperta, imitato da tutti gli altri; al centro della sala ci sono due grosse figure antropomorfe, avvolte dalle fiamme, che vagano a caso. La rossa luce delle fiamme illumina debolmente le pareti della stanza, come se la fonte fosse in procinto di spegnersi.

venerdì 29 aprile 2016

0236 - un vecchio ponticello

Zigfrid raggiunge il corto ponte di legno e, tenendosi le vesti mosse dal vento che soffia dalle profondità della terra, guarda giù. La luce delle torce che filtra dalla porta illumina le pareti di roccia per alcuni metri, poi i suoi occhi incontrano solo il buio.
"Dev'essere bello profondo" mormora tra sé e sé.
"Vediamo quanto" esclama Fiona, recuperando una moneta di rame dal borsello e facendola cadere oltre il parapetto di corda. Il piccolo dischetto luccicante sparisce nella gola senza emettere alcun suono.
Se cado giù, ci rimango secco pensa il mago, poi si alza e sorride ai propri compagni. "Prego" esclama, invitandoli con un gesto ad avanzare.
Tsadok si avvicina al ponte e ne saggia la resistenza battendo un piede sulla prima asse. Le corde sussultano ed un po' di polvere scivola nella gola, ma il ponte sembra reggere.
Miodrag, per nulla convinto, ritorna nella sala e raggiunge uno janni che sta osservando il gruppo, in attesa di vedere se riuscirà a oltrepassare l'arcata o meno. "Voi avete detto che siete andati oltre il ponte, giusto?"
"" risponde laconico il genio.
"Quindi il ponte non cederà quando ci passeremo sopra, vero?" aggiunge lo spadaccino con sguardo interrogativo.
"Per i più esili tra voi direi proprio di no. Per quanto riguarda il vostro compagno mezzorco, però, non mi pronuncio".
Miodrag ringrazia con un cenno della testa e torna dai compagni. "I janni dicono che il ponte regge".
Fiona scrolla le spalle ed avanza. Dopo qualche passo, raggiunge sana e salva l'altro corridoio oltre la voragine. Ninkle le si fionda dietro, avanzando a passi incerti ed aggrappandosi al cordame, ma ben deciso a raggiungere la sua salvatrice.
"Bene" esclama soddisfatto Zigfrid, poi oltrepassa il ponte e raggiunge la ladra.
"Tu per ultimo" esclama Miodrag guardando Tsadok, poi con un paio di balzi supera il corto ponticello.
Il mezzorco fissa perplesso il compagno, poi appoggia il piede sulla prima asse e vi sposta il peso sopra. Il legno comincia a gemere, ma regge tranquillamente il suo peso.
"Per fortuna" mormora lo spadaccino, osservando il compagno raggiungere sano e salvo il resto del gruppo.

"Stavo pensando una cosa" mormora Fiona a mezza voce. "Quelli che tenevano prigioniero Ninkle avevano in mano una mappa che indicava questo posto. Secondo voi stavano cercando l'artefatto che i geni ci hanno mandato a recuperare?"
"Probabilmente sì" risponde Zigfrid, esaminando i glifi luminosi incisi sull'arcata di pietra.
"Io invece mi chiedo perché un mago abbia raggiunto un altro piano, rubato la boccetta, costruito questa piccola fortezza a prova di genio ed alla fine ci abbia nascosto dentro l'artefatto" esclama Miodrag. "Tutto per un semplice veleno".
"Un veleno che uccide chiunque ti sembra una cosa da nulla?" chiede il mago. "Comunque non è detto che abbia solo quelle proprietà".
"Continuo a ritenerlo uno spreco di tempo e risorse" borbotta lo spadaccino.
Zigfrid gli lancia un'occhiata in tralice, poi finisce di esaminare i segni magici. "E' un potente incantesimo di abiurazione. Troppo complesso da togliere" commenta ad alta voce. "Non dovrebbe avere effetti sulle creature del piano materiale, comunque".
"Ottimo" esclama Tsadok, oltrepassando l'arcata e raggiungendo il corridoio dietro ad essa.

mercoledì 27 aprile 2016

0235 - la decisione viene presa

"Nel caso ne aveste bisogno, potremmo portarvi noi il prezioso liquido" interviene Sorus. "Inoltre possiamo ricompensarvi con mille monete d'oro a testa e due pergamene di teletrasporto".
"Questo mi pare un ottimo affare!" esclama Tsadok, sorridendo. "Quattromila monete d'oro non sono poi così male".
Fiona tossisce. "Cinquemila".
Zigfrid le lancia un'occhiata in tralice. "Non pensarci nemmeno" sussurra. "Quel goblin pulcioso non otterrà nulla".
"Sì, invece".
"No".
"".
"Ok" sbuffa il mago. "Gli daremo cinque monete d'oro".
"Monete d'oro al goblin?" ridacchia Miodrag. "Poi si monterà la testa".
"Meglio dargli monete di rame" propone Tsadok.
"Non provateci" sibila Fiona, minacciando i compagni con lo sguardo. "Ninkle avrà le sue monete".
"... dove volete" conclude Azura, senza rendersi conto che nessuno la sta più ascoltando.
Zigfrid si volta di scatto verso il genio. "Scusi, come ha detto?"
"Ho detto che, una volta recuperato l'artefatto, vi teletrasportemo ovunque vogliate" ripete Azura, sospirando.
"Grazie mille, sua ariosità" esclama Zigfrid, accennando un inchino.
Miodrag osserva il volto dei sui compagni, tutti convinti ad accettare l'impresa, poi si rivolge ai geni. "Non è che potremmo avere solo un passaggio fino a Vaelan?"
"Non ci daranno alcun passaggio se non gli procuriamo l'artefatto" sibila il mago, assentandogli una gomitata allo stomaco.
"Promettiamo di tornare!" esclama lo spadaccino, massaggiandosi i muscoli indolenziti.
"Ci metteremo più di un mese a tornare" commenta Fiona, scuotendo la testa.
"Se ci teletrasportassero no".
"Sì! E perché dovrebbero essere così generosi da regalarci un passaggio?" interviene Zigfrid.
"Gli lasciamo qualcosa in cambio" propone Miodrag.
"Il goblin?" esclamano in coro l'halfling ed il mezzorco.
"State scherzando, vero?" sibila Fiona, lanciando loro uno sguardo truce. I due ridacchiano, osservando il piccolo goblin che si fa piccolo piccolo dietro alla ladra.
"Abbiamo bisogno di equipaggiamento" continua lo spadaccino, imperterrito.
"Ma se siamo abbiamo già tutto quello che ci serve, perché tornare indietro?" esclama Tsadok.
"A me manca una spada" ribatte Miodrag. "E ti ricordo che sto girando con un delicato uovo a tracolla".
"Queste sono scelte personali" sghignazza Zigfrid.
"Potresti lasciarglielo qua" propone Fiona. "Non penso che i geni siano interessati al tuo prezioso tesoro".
Tsadok si schiarisce la voce, poi fa un goffo inchino in direzione dei tre djinni. "Siete disposti a conservare l'uovo del mio amico fino al nostro ritorno?"
"E' una richiesta accettabile" tuona Sorus. "Affidatelo pure ad uno janni".
"Problema risolto" esclama il mezzorco, voltandosi verso i compagni. "Andiamo?"
"Finalmente" sospira Zigfrid, muovendosi verso la porta.
Tsadok e Fiona, con Ninkle al seguito, raggiungono il mago ed oltrepassano il varco, diretti verso il piccolo ponticello.
Miodrag sbuffa, poi si avvicina ad uno dei geni con i capelli che sfidano la forza di gravità, lo fissa con occhi socchiusi e gli porge l'uovo. "Mi raccomando, mi aspetto di ritrovarlo integro".
"Ovviamente" risponde il janni con una smorfia, prendendo poi l'uovo ed appoggiandolo su una coltre di paglia che compare dal nulla.