Dopo aver abbassato di nuovo la leva, il mago si volta verso l'uscita e urla: "Entrate!"
L'eco rimbomba lungo i corridoi, raggiungendo le orecchie di Miodrag e Fiona, fermi insieme al goblin a pochi passi dall'apertura.
Lo spadaccino si avvicina ed appoggia la mano a conca accanto alla bocca. "Ottimo! Avete scoperto come si apre e si chiude! Rimane il fatto che non siamo attrezzati".
Tsadok risale le scale e si piazza davanti al compagno con i pugni piantati sui fianchi. "Di che cavolo di attrezzatura avresti bisogno?" esclama scocciato, fissandolo cupamente negli occhi.
Miodrag inizia a balbettare qualche spiegazione, ma viene bloccato dalla ladra. "Il problema principale è la spada, no? Di sicuro troverai un'altra spada qui dentro".
"Di sicuro è entrato qualcun altro prima di te" aggiunge il mezzorco. "O pensi che sia rimasto sigillato dalla notte dei tempi?"
"Non ne sono convinto" mormora lo spadaccino.
"Che problema c'è?" chiede Zigfrid raggiungendo i compagni all'esterno.
"Questo testone non vuole scendere" risponde Fiona, indicando Miodrag con un cenno del capo.
Il mago osserva lo spadaccino per qualche secondo, poi scrolla le spalle e si volta. "Se vuole rimanere qui, faccia pure" esclama iniziando a scendere i gradini. "Io voglio vedere che c'è qui sotto".
La ladra lancia un'occhiata a Miodrag, poi scuote la testa e superando Tsadok con pochi passi veloci affianca Zigfrid.
Il goblin osserva interdetto la scena, poi si affretta a raggiungere la mezzelfa. "Aspetta me! Aspetta me!"
Il mezzorco fissa per un po' lo spadaccino, poi allarga le braccia. "Devi deciderti. Scendi o rimani qui da solo?"
"Io voglio tornare ad Assur" mormora Miodrag, osservandosi le punte dei piedi.
Tsadok socchiude gli occhi. "Sei un testone" commenta, poi si volta e comincia a scendere nella caverna artificiale.
Lo spadaccino si guarda attorno ed inizia a pensare al viaggio di ritorno. A cavallo ci abbiamo messo quattro giorni, quindi potrei farcela in sedici. Forse ci potrei mettere meno, se camminassi anche di notte. L'unico problema è il sole. Se svengo in mezzo al deserto, nessuno mi troverà più.
"Maledizione" sbuffa Miodrag, poi si affretta a raggiungere i compagni.
Le scale continuano per parecchi piani, scendendo nelle profondità del terreno. La luce verde delle torce incantate proietta una tetra luce sulle scure pietre levigate con cura. Dopo una decina di minuti i gradini terminano e davanti agli avventurieri si apre un passaggio più largo, dalla volta a botte. Altre fiamme verdi sono piantate nelle pareti a distanza regolare; la loro luce illumina una grossa porta di pietra, alta quasi quanto tre uomini, che chiude il corridoio dopo una ventina di metri.
"Fiaccole magiche anche qui" mormora Tsadok. "Zigfrid, riesci a capire se c'è qualche congegno magico posto a protezione del corridoio?"
"Perché lo chiedi a me?" ribatte il mago. "Abbiamo con noi un'esperta di questo tipo di congegni!"
Fiona sbuffa, poi avanza di un passo ed inizia a controllare minuziosamente il pavimento e le pareti di fronte a lei; qualunque anomalia viene esaminata con attenzione prima di essere dichiarata inoffensiva.
Zigfrid comincia a sbuffare: dopo quindici minuti, la ladra ha esaminato appena tre metri.
"Allora, ti sbrighi?"
"Avete detto che è un luogo pericoloso" ribatte Fiona, "per cui sto esaminando tutto attentamente".
Il mago inizia a scandire il tempo con il piede; dopo aver contato fino a trenta, scrolla le spalle ed avanza tranquillamente, superando la ladra e proseguendo lungo il corridoio.
"Fermo, Zigfrid!" esclama Fiona, alzandosi di scatto e muovendo un passo in avanti. I suoi muscoli si bloccano quando una parte del pavimento si abbassa ed una fossa appare sotto i piedi del mago. Il grido di stupore di Zigfrid si spegne quando il suo corpo raggiunge il fondo, poi riesplode quando le punte acuminate piantate nel terreno lo infilzano in più punti.
Le scale continuano per parecchi piani, scendendo nelle profondità del terreno. La luce verde delle torce incantate proietta una tetra luce sulle scure pietre levigate con cura. Dopo una decina di minuti i gradini terminano e davanti agli avventurieri si apre un passaggio più largo, dalla volta a botte. Altre fiamme verdi sono piantate nelle pareti a distanza regolare; la loro luce illumina una grossa porta di pietra, alta quasi quanto tre uomini, che chiude il corridoio dopo una ventina di metri.
"Fiaccole magiche anche qui" mormora Tsadok. "Zigfrid, riesci a capire se c'è qualche congegno magico posto a protezione del corridoio?"
"Perché lo chiedi a me?" ribatte il mago. "Abbiamo con noi un'esperta di questo tipo di congegni!"
Fiona sbuffa, poi avanza di un passo ed inizia a controllare minuziosamente il pavimento e le pareti di fronte a lei; qualunque anomalia viene esaminata con attenzione prima di essere dichiarata inoffensiva.
Zigfrid comincia a sbuffare: dopo quindici minuti, la ladra ha esaminato appena tre metri.
"Allora, ti sbrighi?"
"Avete detto che è un luogo pericoloso" ribatte Fiona, "per cui sto esaminando tutto attentamente".
Il mago inizia a scandire il tempo con il piede; dopo aver contato fino a trenta, scrolla le spalle ed avanza tranquillamente, superando la ladra e proseguendo lungo il corridoio.
"Fermo, Zigfrid!" esclama Fiona, alzandosi di scatto e muovendo un passo in avanti. I suoi muscoli si bloccano quando una parte del pavimento si abbassa ed una fossa appare sotto i piedi del mago. Il grido di stupore di Zigfrid si spegne quando il suo corpo raggiunge il fondo, poi riesplode quando le punte acuminate piantate nel terreno lo infilzano in più punti.