lunedì 20 marzo 2017

0272 - un altro fantasma dal passato

Miodrag osserva per un attimo il cadavere coperto di sangue della gnoma, quindi alza gli occhi e nota altre due figure oltre il basso steccato; una è allampanata, e sfoggia delle vistose orecchie a punta. L'altra è più bassa e decisamente più magra. Lo spadaccino non fa fatica ad identificarlo: è Petar, il compagno di Ronika che l'ha aiutata a fuggire dalla prigione di Assur.
"Petar, pensateci voi" esclama l'elfo, poi inizia a gesticolare pronunciando un complesso incantesimo. Una stella rossa brucia il terreno attorno ai suoi piedi, disegnando una stella circondata da strani simboli. Una nuvola di fumo nerastro avvolge la figura, che svanisce nel nulla.
"Con sommo piacere" ribatte Petar, stappando una boccetta e tracannando il contenuto in una sola sorsata. La testa del ragazzo si volta verso Miodrag, mentre la sua sagoma si sfuoca e scompare del tutto. Rapidi passi risuonano nel vicolo, poi la figura ricompare di fronte allo spadaccino. Un ghigno crudele compare sul suo volto mentre un pugnale si fa strada tra gli strati di cuoio dell'armatura del suo avversario.
"Tutto qui quello che sai fare?" replica Miodrag, arretrando di un passo e alzando la sua spada. Due precisi fendenti tagliano i vestiti e le corde che tengono insieme il corpetto di cuoio del ragazzo, raggiungendo il torace e segnando la sua carne. Rivoli di sangue scorrono dalle ferite, coprendo il ventre di rosso e gocciolando fino a terra.

Tsadok, ripresosi dallo stupore iniziale, afferra l'ascia e urlando come un ossesso si scaglia contro il ragazzo. La sua foga, però, non gli permette di prendere accuratamente la mira e la lama manca la testa di un paio di centimetri, tagliando solamente qualche capello.
La testa di Petar si volta di scatto verso il suo nuovo avversario, poi la sua espressione risoluta lascia il posto allo stupore mentre la bocca si apre in una O sorda. La sua mano si alza lentamente verso il collo, ma non riesce a raggiungere la freccia che si è appena piantata nella sua giugulare, trapassandolo da parte a parte. Senza un grido, il ragazzo si accascia a terra accanto a Ronika.

lunedì 6 marzo 2017

0271 - tutto in una frazione di secondo

Ad un paio di metri dalla staccionata, lo sguardo di Miodrag viene attirato da una porta dall'altra parte del vicolo, nascosta alla vista da una rientranza tra due case.
Lo spadaccino si ferma a riflettere. Il cancelletto al centro della bassa palizzata non sembra aperto e la porta è leggermente più vicina; è probabile che i due si siano infilati in quella casa invece di entrare nel piccolo cortile. Meglio controllare.
Miodrag allunga una mano verso la maniglia della porta, ma si ferma quando nota un movimento alla sua destra, nella direzione da cui è arrivato. Sospira quando nota le sagome di Fiona e Tsadok, illuminate dal sole, che si fermano ed attendono un suo cenno per avanzare. Lo spadaccino indica la porta, poi ruota la maniglia. La porta, chiusa a chiave, non si muove di un millimetro.
"Chi è quello?" sente dietro di sé, alle sue spalle. E' una voce maschile, già sentita, ma lo spadaccino non riesce ad associarla a nessun volto.
"Non può essere..." ribatte la familiare voce di Ronika.
Miodrag si volta di scatto e vede la piccola figura della gnoma saltare la staccionata con una piroetta e lanciarglisi contro. Un bagliore attira la sua attenzione e, prima che il suo cervello registri la fonte del riflesso, il suo corpo agisce d'istinto, spostandosi sulla destra.
Il pugnale si infila tra le maglie dell'armatura, raggiungendolo al fianco e penetrando a fondo nella carne. Un rivolo di sangue inizia a scendergli lungo la gamba, inzaccherandogli i pantaloni. La fitta di dolore, però, non riesce a impedirgli di pensare che, se non fosse stato per il suo istinto, la lama l'avrebbe raggiunto qualche centimetro più a destra. Proprio all'altezza del fegato.
Sul volto di Miodrag compare un ghigno compiaciuto, gli occhi brillano di euforia. Finalmente ha la possibilità di vendicarsi dell'onta di essersi fatto sfuggire la piccola ladra.
Con la mano sinistra colpisce il polso della gnoma, allontanando il coltello, quindi rotea la spada in una serie di rapidi fendenti. Ronika salta indietro, senza però riuscire ad evitare i colpi: la lama taglia il corpetto di cuoio ed incide in profondità la pelle. Una smorfia di dolore compare sul suo volto, mentre allarga le braccia per mantenere l'equilibrio.

Tsadok rimane paralizzato alla vista della piccola furia che affonda il pugnale nel compagno. Fiona, invece, impugna l'arco ed incocca una freccia. Se volessi prenderla viva, dovrei abbattere prima Miodrag riflette, alzando l'arco e puntando il bersaglio. La corda si tende e l'occhio si allinea alla punta della freccia. In una frazione di secondo, la mezzelfa riesce ad individuare una fessura nell'armatura della donna.
Ora!
Fiona lascia andare la corda e la freccia saetta in avanti, infilandosi appena sopra uno dei borselli legati alla vita di Ronika, bucandole la pancia e trapassandole il fianco da parte a parte.
Gli occhi della gnoma si spalancano, mentre la mano scende a toccare la ferita. Le sue dita, coperte di sangue, sono l'ultima cosa che la seguace della Fredda Mano vede prima di crollare a terra esanime.