mercoledì 28 giugno 2017

0279 - il dubbio serpeggia

Gli incantesimi esplodono attorno al drago e a Zigfrid. La carne viene ustionata, i capelli iniziano a fumare e la stoffa del vestito si annerisce mentre alcune piccole fiammelle si levano dai risvolti delle maniche e dall'orlo della tunica. Facendo leva sulle poche forze rimaste, il mago plana dolcemente nel vicolo mentre altri incantesimi si schiantano sul drago che, dopo aver urlato la sua ira al cielo, scompare.
Zigfrid, senza toccare il suolo, batte i palmi sul vestito per spegnere un principio d'incendio, quindi guarda attorno alla ricerca dei resti dei suoi compagni. Non vedendo nessuno a terra a parte Ronika ed un altro tizio incappucciato, si dirige verso la folla che sta scappando lungo la via principale, svolta l'angolo e cozza contro la schiena di Miodrag.
"Tu!" urla Fiona per farsi sentire sopra il rombo della folla urlante. "Era opera tua, ammettilo!"
"Cosa?" domanda il mago, spalancando gli occhi e cercando di assumere l'espressione più innocente che le bruciature sul volto riescono a concedergli. "Guardami! Sono ustionato, secondo te è opera mia?"
La ladra squadra disgustata il piccolo halfling. Non è un bello spettacolo: la veste è piena di buchi dai bordi carbonizzati, il volto è rosso e coperto di bolle ed i bianchi capelli sono ora anneriti e puzzano di pollame.
"Magari le esplosioni non sono opera tua, ma il drago l'hai evocato tu, ne sono convinto!" esclama Miodrag unendosi alle accuse di Fiona.
"Insomma, basta con queste baggianate!" ribatte Zigfrid, tossendo una nuvoletta nerastra. "Sono ad un passo dalla morte, non voglio sentire le vostre stupide insinuazioni!"
"Ok, forse non sei stato tu la causa di tutto questo trambusto, anche se giurerei di aver sentito la tua voce urlare qualcosa sull'avere un drago" commenta Fiona; le parole e, soprattutto, l'aspetto del mago instillano in lei il dubbio che l'attacco di panico le abbia fatto solo immaginare di aver sentito la voce di Zigfrid. "Però sappi che d'ora in poi ti terremo d'occhio".
Miodrag osserva un po' la faccia dell'halfling, poi si guarda intorno. "Dobbiamo trovare Tsadok, hai bisogno di cure e non penso bastino un paio di pozioni magiche" borbotta, poi alza gli occhi al cielo. "Se non sei stato tu ad evocare quel drago, vuol dire che dobbiamo abbatterlo prima che distrugga il quartiere".
"Quel bestione è stato ormai polverizzato" esclama Zigfrid.
"E chi l'avrebbe fatto?"
"Mentre stavo volando vicino al tetto, ho notato dei maghi al centro della piazza del mercato. Sono stati talmente sconsiderati da scagliare tutto il loro arsenale magico senza controllare eventuali presenze... innocenti... nel raggio d'azione".
Miodrag si sporge e osserva il vicolo. Non c'è alcuna traccia della carcassa dell'animale, né di pozzanghere colme di acido o altri segni che indichino la presenza del drago. "Questo mostro è comparso dal nulla, ha terrorizzato tutti ed è scomparso nel nulla. Non c'è nessuna traccia. Questo è davvero molto strano".
"Comunque grazie per avermi lasciato indietro" tossisce Zigfrid.
"Stavamo inseguendo Ronika" ribatte lo spadaccino. "L'ho vista mentre parlava con un tipo che poi è scomparso. Sono certo fosse un mago. Forse il drago l'ha evocato lui".
Zigfrid apre la bocca per ribattere, ma la risposta gli muore in gola quando nota un cavallo fermarsi davanti al rifugio Tulloch. 
I tre avventurieri si voltano verso Malika, il capitano delle guardie, che smonta e si piazza a braccia conserte di fronte a loro, gli occhi socchiusi ed uno sguardo che potrebbe tagliare una lastra di metallo.

lunedì 5 giugno 2017

0278 - paura e delirio in strada

Zigfrid riacquista la vista e nota che il giovane è stato trapassato da un paio di frecce ed ora giace riverso sul tetto, mentre una pozza di sangue si allarga sotto di lui.
"Idioti" mormora il mago scuotendo la testa, poi ignorando l'origine dell'incantesimo si guarda attorno alla ricerca dei propri compagni. Fiona, Tsadok e Miodrag sembrano essersi volatilizzati, però dal rifugio Tulloch sembra stia uscendo un fiume di gente. Zigfrid si concentra ed il drago si appoggia sul tetto dell'edificio, sporgendo la testa su cui è montato il mago.
"Fermi tutti! Ho un drago e non ho paura di usarlo!" esclama con quanto fiato ha in gola. Una trentina di teste si voltano nella sua direzione, gli occhi sbarrati dalla paura fissi sul bestione alato.

Miodrag osserva il vicolo, valuta per un momento l'idea di dirigersi verso il piccolo giardino sul retro, poi spinge Fiona verso l'ingresso principale del rifugio. Quando la sua mano sfiora la maniglia, la porta si apre di colpo ed un fiume di gente esce travolgendo i due.
La ladra afferra il braccio dello spadaccino e lo tira in disparte, evitando che il compagno venga travolto dall'orda in fuga. I mendicanti si riversano nelle strade, poi un grido stridulo attira lo sguardo di tutti: la testa di un enorme drago verde sporge dal tetto del rifugio e la familiare voce di Zigfrid sbraita di fermarsi.
Fiona chiude gli occhi rabbrividendo. "Ora ci cacceranno da Vaelan per colpa di quel cretino".
Miodrag alza lo sguardo, si appoggia alla parete e annuisce senza proferir parola.
"Perderemo la casa e la Casata della Sabbia ci disconoscerà" continua la ladra, affranta. "Dovremo rifarci una reputazione da qualche altra parte".

Ora chi è il piccoletto? Eh? EH? pensa raggiante Zigfrid. Aver dimostrato che anche un piccolo halfling può assoggettare decine di persone lo rende euforico. Mentre la folla inizia ad urlare ed alcune persone si accasciano svenute in mezzo alla strada, venendo travolte da altri mendicanti, il mago decide di cercare l'origine della palla di fuoco esplosa accanto a lui. I suoi occhi individuano nella piazza del mercato un manipolo di persone in tunica che stanno guardando nella sua direzione, le mani che si muovono in cerchi disegnando complessi simboli nell'aria. Poco distante, una ventina di soldati con l'arco puntato che attendono un segnale per scoccare.
"Oh, cavolo" esclama Zigfrid, sentendo i propri arti irrigidirsi e vedendo una selva di piccole sfere luminose dirigersi verso di lui.