mercoledì 10 maggio 2017

0276 - dignità e coraggio

Decine di occhi si alzano a guardare il cielo e un coro di urla riempie il quartiere. Tsadok, attirato dalle grida, supera lo spadaccino, esce in strada e si piazza in mezzo al vicolo, poi alza lo sguardo e vede l'enorme rettile che volteggia sopra la sua testa. La sua gola sussulta mentre deglutisce a fatica. Da dove diavolo è spuntato fuori quel drago!?! Se non mi tolgo dalla strada, finisco arrosto!
Il mezzorco si guarda attorno alla ricerca di un posto dove proteggersi. Rientrare nella casa non è un'idea molto saggia: se il soffio della creatura ha incendiato il tetto dell'edificio, e la struttura potrebbe collassare da un momento all'altro. Oltre il piccolo giardino, però, c'è l'ingresso sul retro del rifugio Tulloch, che sembra decisamente più resistente.
Con un balzo Tsadok supera la staccionata e con poche, rapide falcate raggiunge la porta e la spalanca. Una feroce zaffata di cavolo lo investe; in mezzo alla stanza, tra pentole e fornelli, c'è un mezzorco con un grembiule lercio che sta rimestando un enorme pentolone di stufato. "Che c'è?" chiede il cuoco ringhiando. "Chi sei? Cosa vuoi?"
Quando l'odore di carne raggiunge le sue narici, il chierico dimentica per un momento il pericolo incombente, chiude la porta alle sue spalle e si passa una mano sulle labbra. "Quello è stufato!" esclama, mentre il suo stomaco, vuoto da troppo tempo, comincia a brontolare. "Posso assaggiare?"
Il cuoco gli lancia un'occhiataccia, poi il suo sguardo si fa preoccupato e si concentra sulla porta; seppur attutite, le urla della gente nella strada principale sono perfettamente udibili anche dalla cucina. "Cosa sta succedendo?"
Con un grugnito, Tsadok ignora i brontolii allo stomaco e, senza rispondere, supera il mezzorco ed entra nella stanza comune del rifugio. Una decina di teste si voltano a guardarlo, poi si girano dalla parte opposta quando la porta che dà sull'esterno si spalanca ed un tizio vestito di stracci entra tutto trafelato.
"Scappate!" urla a squarciagola. "C'è un drago!"
Come un sol uomo, la folla di senzatetto stipati nella sala si alza e comincia a correre scompostamente verso le uscite.

Anche Fiona, notando il naso all'insù di Tsadok, alza lo sguardo e vede il drago che volteggia nel cielo, pronto a scaricare un'altra ondata di fiamme. Le sue guance si fanno pallide e la fronte si iperla di sudore; dal suo petto scaturisce un urlo di terrore e le sue gambe, mosse solamente dall'istinto, iniziano a galoppare. La ladra corre fuori dal vicolo, si appoggia sul muro dietro l'angolo e chiude gli occhi per riprendere il controllo.
Miodrag, sulla porta della piccola casa, si volta di scatto ed osserva la mezzelfa urlare, incespicare sui propri piedi e lanciarsi verso la strada principale. Senza esitare le corre dietro e la raggiunge all'imbocco del vicolo. "Calmati! Perché stai urlando?"
Gli occhi di Fiona, fuori dalle orbite per la paura, si fissano sul volto interdetto dello spadaccino. La bocca si apre, ma nessuna parola riesce ad uscire dalla sua gola. Lottando contro l'istinto, che vorrebbe spingerla ad imbarcarsi su una nave e veleggiare lontano, Fiona gli afferra il mento e lo costringe a guardare in alto, verso il drago. Anche lo spadaccino sbianca, ma rimane fermo sulle ginocchia. "Ma che diamine! Quello è un drago!"
Davanti ai suoi occhi appare il suo compagno mago, che scompare subito dopo dietro le ali del bestione. "Zigfrid è lassù, insieme al drago!" esclama, poi i suoi occhi si stringono in due fessure. Dopo tutto quello che è successo, sono quasi certo che l'abbia evocato lui.
"Tranquilla, Fiona" esclama Miodrag, posando di nuovo gli occhi sulla compagna, "è sicuramente una creatura evocata da Zigfrid".
Fiona si sporge leggermente e impallidisce ancor più quando il drago le appare di nuovo davanti agli occhi. Il tetto della casa sta bruciando, alte fiamme si levano dalla copertura di legno. Non è un buon segno. L'unica reazione che il suo cervello le permette è un altro urlo.
"Le cose evocate da Zigfrid provocano sempre casini, tranquilla!"
"Tranquilla? TRANQUILLA?" urla Fiona, di rimando. "Quel bestione ha appena arrostito il tetto di quell'edificio! E per te devo stare tranquilla? Probabilmente Tsadok è già un mucchietto di cenere".

6 commenti:

Mr. Mist ha detto...

E' emblematico il fatto che dopo che Miodrag, cercando di calmare Fiona, ha spiegato che il drago era opera di Zigfrid, la paura della mezzelfa sia aumentata! ;)

Mr. Mist ha detto...

A proposito il titolo è grandioso! XD

andrea ha detto...

Grazie, grazie =D

andrea ha detto...

Comunque la giocatrice ha fatto il tiro per la paura due volte. Entrambe le volte fallito.
Ed il giocatore di Zigfrid si è preso una "schicchera"... XD

Nicholas ha detto...

Lol!
Epico!
Valeva la pena aspettare.
Mi sa che la multa per Zigfrid sarà decisamente alta stavolta.

miodrag ha detto...

"Le cose evocate da Zigfrid provocano sempre casini, tranquilla!"(...perchè il demone non ha mica strappato il cuore a me...) però in effetti tranquilli tranquilli non c'è da stare...