giovedì 23 luglio 2015

0060 - esplorazione notturna

La mezzelfa seduta al bancone fissa con astio il gruppo, poi si alza e raggiunge il sacerdote, sedendosi accanto a lui e cingendogli le spalle con un braccio.
"Siamo riusciti a farci una nuova amica, a quanto pare" mormora Fiona, osservando con la coda dell'occhio la scena.
"Perché, ti importa qualcosa?" replica Zigfrid. "Abbiamo un indizio in più per trovare il tempio".
"Mentre stavate sconvolgendo quel povero sacerdote" si intromette Delorean, "ho sentito una conversazione tra Helcar e quel vecchio. L'oste si lamentava di alcuni tizi che sono scomparsi da cinque giorni e non hanno saldato il conto. Forse sono gli stessi di cui parlava il padrone dell'emporio. Ha detto detto che terrà le stanze ancora per un paio di notti, poi venderà quello che c'è nelle due stanze".
"Ehi! Helcar!" urla Miodrag, sbracciandosi per farsi vedere dall'oste. "Vieni qui!"
L'uomo deposita un paio di birre ad un tavolo e si avvicina. "Complimenti, siete riusciti a far piangere il povero Roland. Che volete?"
"Abbiamo sentito che ci sono dei tizi che non pagano l'affitto delle camere da un po'. Prima di vendere all'emporio quello che trovi nelle stanze, possiamo darci un'occhiata noi? Pagheremo bene".
"Nessun problema" replica Helcar.

La locanda pian piano si svuota ed in breve nel salone rimangono solo i quattro avventurieri. Anche la giovane mezzelfa è uscita, dopo aver lanciato un'ultima occhiata stizzita al loro tavolo. Mentre l'oste comincia a pulire i tavoli e recuperare i boccali, il gruppo sale al piano di sopra per andare a dormire.
La stanchezza fa sprofondare in un sonno pesante tutti tranne Fiona, che rimane vigile e si mette ad ascoltare i rumori della locanda. Ad un certo punto il silenzio viene rotto da un debole cigolio proveniente dal corridoio, seguito dal rumore di una porta che si apre e si richiude e da una serratura che scatta.
La ladra attende immobile per un'altra mezz'ora, finché non sente altro che un sonoro russare. Quindi esce con circospezione nel corridoio, illuminato debolmente dalla piccola fiammella di una lampada ad olio appesa alla parete e comincia ad osservare le porte delle varie camere. Allora, se escludo le stanze in cui dormono Miodrag, Delorean e Zigfrid e le porte con la chiave nella toppa... Cavolo, ne rimangono tre!
Avvicinandosi di soppiatto alla porta senza chiave più vicina, Fiona posa l'orecchio sul legno e trattiene il respiro. All'inizio non avverte nulla, poi dall'interno si sente un debole respiro. Questa è la stanza occupata dall'altro ospite... ottimo!
La ladra si dirige in fondo al corridoio, estrae l'astuccio con il set di grimandelli e con calma forza la serratura della prima stanza. La maniglia gira senza rumore e davanti a lei si para una stanza con due letti, una scrivania ed un armadio. Una breve perquisizione rivela che l'unico oggetto estraneo è un vestito gettato su uno dei due pagliericci. La porta viene richiusa silenziosamente e il chiavistello torna alla posizione originale.
Ora vediamo l'ultima stanza Fiona si china davanti alla toppa ed i suoi attrezzi fanno scattare con un sonoro click la serratura. La mezzelfa si immobilizza, cercando di capire se il rumore possa aver svegliato qualcuno. A parte un colpo di tosse, nulla rompe il silenzio della notte.
Dopo qualche secondo, la porta viene aperta e si richiude alle sue spalle. Quando i suoi occhi si abituano alla debole luce che filtra dal corridoio, lo sguardo della ladra si posa su un piccolo bauletto appoggiato sopra al tavolino. Dopo un rapido controllo in cerca di eventuali trappole, il lucchetto si apre. All'interno c'è solo una lettera ed un medaglione, che Fiona si infila in tasca prima di richiudere il piccolo scrigno.
Ora posso tornare a dormire pensa la mezzelfa, chiudendo la porta e tornando nella sua stanza.

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