martedì 15 dicembre 2015

0163 - segregati in cantina

Tsadok risale la corda e raggiunge i compagni, quindi il gruppo segue il sergente fino al piano interrato, con le due guardie che chiudono la fila. Le scale portano ad una larga cantina, dotata di una rastrelliera per i vini vuota ed alcune botti ammassate in un angolo. In fondo c'è un buco nel muro, da cui parte un piccolo corridoio scavato nella roccia con delle aperture chiuse da grate e illuminate dalla luce di un paio di lampade. All'interno una decina di persone sta osservando i nuovi venuti.
Il domestico che ha aggredito il maggiordomo esce dalla prima cella e si ferma davanti al sergente. "Avete ucciso i nostri aguzzini?" chiede umilmente, concludendo la frase con un accenno di inchino.
"Finalmente ti abbiamo trovato!" esclama Miodrag, avanzando e piazzandosi accanto a lui. "Spiega per cortesia alla guardia cittadina che cosa è successo".
"Noi siamo poveri schiavi al servizio delle persone al primo piano" mormora il giovane a bassa voce. "I due vecchi domestici ci tenevano prigionieri e ci picchiavano quando non lavoravamo. Questi signori... dov'è il vostro amico?"
"Come? C'è un quarto uomo?" esclama il sergente, voltandosi verso lo spadaccino.
"E' uscito prima del vostro arrivo per chiamare rinforzi" ribatte Miodrag, sostenendo lo sguardo dell'uomo.
Mentre la guardia fa il giro delle celle, constatando il degrado in cui vivono i prigionieri, Fiona si avvicina al domestico. "Senti, ma chi erano i vostri aguzzini? Sai i loro nomi? Mi pare che una si chiamasse Selina".
"Sì, l'altra si chiama Galana o Galena. Non ho sentito il suo nome molto spesso, quindi non posso essere più preciso" mormora contrito il giovane. "Mi spiace".
"Il capo era la guerriera, giusto?" chiede lo spadaccino.
"No, Selina era il capo. L'altra era la sua guardia del corpo".
"E avete mai sentito parlare di un certo Petar? O di Ronika? Oppure di Gligor?"
"Sì, ogni tanto venivano a parlare con Selina".
"Portavano gente?" chiede Fiona.
"No, di solito venivano da soli, ogni tanto in due. Entravano e salivano al primo piano. Quando arrivavano il vecchio ci mandava nelle celle, ma un paio di volte siamo riusciti a nasconderci nella camera da letto ed abbiamo sentito parte dei loro discorsi. Sembravano prendere ordini".
"E sapresti riconoscerli?" interviene Miodrag.
"Sì, certo".
Il sergente ritorna dagli avventurieri. "Sembra che la vostra storia sia vera, dopotutto. Io però ho il dovere di portarvi tutti in guarnigione. Dovete spiegare al capitano quello che sta succedendo in questa città".
"Nessun problema" ribatte lo spadaccino. "Però dobbiamo farlo senza dare nell'occhio. Bisogna sistemare la casa come se non fosse successo nulla, così potremo catturare gli altri membri dell'organizzazione. Sappiamo che devono venire qui a prendere gli ordini".
"Siamo stati chiamati perché usciva fumo da una finestra" commenta sardonico il sottufficiale. "Secondo voi questo non attira l'attenzione?"
"Magari non erano nei paraggi e non se ne sono accorti" ribatte Tsadok. "Secondo me dovremo attenderli qui".
"Noi offriamo la massima collaborazione, ma la nostra indagine è troppo importante per mandarla all'aria" esclama Miodrag guardando il soldato.
"Lo direte al mio capo" ribatte il sergente, avviandosi verso la scala.
"Non possiamo aspettare almeno l'oscurità?"
Il sottufficiale parlotta un po' con i suoi uomini e Fiona sente i commenti di una delle guardie sul trascorrere una giornata in panciolle anziché camminare per strada. Alla fine l'uomo si volta verso il gruppo, sbuffa ed alla fine esclama: "E sia".

2 commenti:

Nicholas ha detto...

Fare la guardia in un medioevo fantasy era un lavoraccio...

andrea ha detto...

Decisamente! Soprattutto se ci sono avventurieri per la città =)