martedì 26 gennaio 2016

0182 - ipotesi sulla fortezza

"Puoi descriverci le altre persone che ricevevano ordini da Selina?" chiede Fiona. "Sappiamo che, oltre a Ronika e Petar, c'erano anche Gligor e Iskra".
"Iskra non è importante, sul foglio che abbiamo trovato c'è scritto che è impazzita" commenta Zigfrid.
"E' vero, ve lo confermo" esclama lo schiavo. "Ho visto che si dimenava mentre la caricavano su un carro, legata ed imbavagliata, insieme ad altri uomini vestiti di stracci. Questi ultimi, però, erano liberi e sono saliti volontariamente".
"Sai per quale motivo è impazzita?" chiede Miodrag.
"No, mi spiace".
"C'era altra gente, immagino" continua lo spadaccino. "Magari hai visto qualcuno di importante, tipo il capo di Selina".
"Non penso che quella donna avesse un capo, o almeno io non l'ho mai visto. Selina non usciva praticamente mai. Passava tutto il giorno tra lo studio e la camera".
"E come comunicava con le altre sedi?" mormora Miodrag, massaggiandosi il mento.
"Con messaggi e galoppini?" ribatte Zigfrid con aria di sufficienza.
"E con chi comunicavano? Con la fortezza?" chiede Fiona.
"Sai dell'esistenza di una fortezza nelle vicinanze?" aggiunge lo spadaccino.
"Penso comunicassero con i sottoposti, non saprei. No, non so se qui attorno ci sia una fortezza".
"Sicuro?" domanda Miodrag. "Dai documenti che abbiamo trovato sembra che abbiamo portato in questa fantomatica fortezza più di cento persone".
"Mi spiace" risponde l'uomo, affranto.
"Dev'essere bella grossa, questa fortezza" pensa a voce alta lo spadaccino. "Capitano, lei sa dire se esiste una fortezza o un castello nei dintorni?"
Il nano ci pensa un po', sorseggiando il forte liquido chiaro. "L'unico che mi viene in mente è il Palazzo delle Nuvole a Vaelan. Ma è impossibile che abbiano utilizzato quello. E' interdetto a chiunque".
"E perché?"
"Perché è solo un simbolo" spiega Tidrek. "E' lì da sempre e ricorda a tutti il dominio dei beholder, in modo che la storia non si ripeta. Era il loro centro di potere".
"Un luogo più che adatto, insomma" mormora Zigfrid. "E capisco perché non l'hanno abbattuto. Sarà costato un occhio della testa".
Il capitano scoppia in una fragorosa risata e colpisce con la mano la spalla del mago. Un dolore sordo gli risale fino al collo, strappandogli una smorfia di dolore.
Mi devo ricordare di non fare battute in presenza di questo nano pensa Zigfrid, massaggiandosi la spalla dolorante. "Purtroppo quel documento parla anche di trasferimenti da Vaelan alla fortezza. Non può essere il Palazzo delle Nuvole, non avrebbe senso".
"Mi è venuta in mente una cosa" esclama il domestico. "I carri con le persone si allontanavano dirigendosi verso la porta che dà sul deserto, a ovest".
"Intendi la strada che porta a Radapur, ai piedi delle montagne Curna" mormora Miodrag, lanciando un'occhiata ai compagni.
Lo schiavo sorride ed annuisce con la testa.

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