lunedì 14 settembre 2015

0097 - l'alto prelato di Gond

"Ora dobbiamo trovare un sacerdote che sappia qualcosa su quel simbolo" dice Iriel. "I vostri contatti non ci sono stati di grande aiuto".
"Ma indagheranno" ribatte Fiona. "Per queste cose bisogna avere pazienza".
"In questa città i templi principali sono cinque: Akadi, Gond, Ilmater, Shaundakul e Waukeen" riferisce Delorean, dopo aver parlato con alcune guardie all'entrata della Lama della Fede. "I chierici di Gond ricercano la conoscenza, magari qualcuno di loro ha già visto la stella ad undici punte".
"Vale la pena tentare" commenta Miodrag, oltrepassando la grande porta che conduce al quartiere religioso. "Speriamo abbiano una biblioteca ben fornita".
Le ombre si allungano mentre il gruppo percorre la strada principale, popolata di sacerdoti ingioiellati, novizi vestiti con semplicità e paladini nelle loro armature scintillanti. Agli angoli delle strade ci sono alcuni mendicanti che chiedono l'elemosina. Gli alti templi adombrano la piazza centrale, in cui parecchi discepoli stanno assaporando un momento di tranquillità prima di tornare alle loro incombenze.
Gli avventurieri varcano la soglia del tempio di Gond, percependo subito la piacevole differenza di temperatura con l'esterno. La navata centrale è praticamente vuota, solo alcuni banchi sono occupati da persone concentrate nella preghiera. Un sordo rimbombo ritmico pervade la struttura. "Questi devono essere i sacerdoti di Gond che si stanno esercitando nell'arte della forgiatura" spiega a bassa voce Delorean. "In pratica, sono una congrega di artigiani".
Un uomo robusto, vestito con una tunica marrone ed un grembiule in cuoio conciato, sta disponendo le panche per la preghiera della sera.
Miodrag si avvicina e gli batte sulla spalla. "Buonasera, padre. Avremo bisogno di parlare con un suo superiore per chiedere informazioni riguardo ad un simbolo. Potrebbe annunciarci?"
L'uomo allinea l'ultima sedia, si pulisce le mani sui pantaloni, quindi fissa lo spadaccino. "Seguitemi, vi accompagno".
Il gruppo viene condotto attraverso vari corridoi ed ampie sale fino a raggiungere una stanza nei sotterranei del tempio, dove il rumore è più forte. All'interno ci sono parecchi scaffali ricolmi di oggetti in legno e metallo, oltre ad un paio di tavoli scheggiati su cui sono disposti alla rinfusa vari attrezzi da lavoro. Al centro, un individuo corpulento sta battendo con un martello su un pezzo di metallo appoggiato su un'incudine, sagomandolo per formare una spirale.
"Maestro Vyddensen, queste persone vorrebbero porti alcune domande" dice l'accolito, facendo un piccolo inchino.
Il sacerdote infila il frutto del suo lavoro in un barile pieno d'acqua, generando una nuvola di vapore, quindi appoggia la scultura ed il martello sull'incudine.
"Ditemi, cosa volete sapere?" dice Vyddensen, alzando gli occhi ed asciugandosi la fronte con uno straccio e congedando l'altro sacerdote con un gesto.
"Volevamo sapere se riconosceva un simbolo che abbiamo trovato durante un nostro viaggio" inizia Miodrag, porgendo il ciondolo al sacerdote. "Si tratta di questo".
Vyddensen lo prende e se lo rigira tra le mani. "Intanto cominciamo con il medaglione. Dalla fattura, dal materiale e dalle condizioni è stato fatto di recente. Non ha più di un anno di vita".
"E per quanto riguarda il simbolo inciso sopra?"
"Non appartiene a nessuna divinità venerata nel Faerun".
"E quindi cosa rappresenta?" interviene Iriel.
Il sacerdote fissa pensieroso il ciondolo. "Se è religioso, potrebbe essere legato ad un nuovo culto che sta nascendo" risponde alla fine. "Ho sentito alcuni mendicanti parlare di un nuovo credo che sta prendendo piede in città".
"Può presentarceli?" chiede speranzosa Fiona.
"Mi spiace, non posso. Ai mendicanti che cercano di elemosinare qualcosa nel nostro tempio chiediamo di contribuire con alcuni lavoretti. Serve per insegnare loro la disciplina che potrà aiutarli a migliorare la propria esistenza. Non obblighiamo nessuno, sia chiaro. Molti non accettano ed alcuni di quelli che hanno scelto di andarsene hanno fatto cenno a questo Undicesimo Fuoco. Magari questo medaglione ne è il simbolo".
"Quindi si sta diffondendo tra i poveri" borbotta Miodrag tra sé e sé.
Delorean attira il suo sguardo e fa cenno alla borsa. "Gli mostriamo l'artefatto?" sillaba senza parlare.
Lo spadaccino scuote la testa. Fiona e Iriel, che hanno capito le intenzioni di chierico, fanno invece un cenno affermativo. Alla fine il mezzorco estrae il globo di vetro, che comincia a levitare a mezz'aria. Il dito scheletrico ora si muove lentamente, si ferma, quindi schizza verso un altro punto e ricomincia a muoversi di nuovo lentamente. "Nel luogo in cui abbiamo trovato quel ciondolo abbiamo trovato anche questa sfera".
"Ora che il dito non si muove all'impazzata, sembra una bussola" osserva Iriel.
"Potremmo seguire il dito di Myrkul e vedere dove ci porta" commenta Miodrag, osservando la direzione indicata dall'artefatto.
Vyddensen afferra il martello dall'incudine e punta il suo sguardo carico d'ira sullo spadaccino. "Di chi sarebbe quel dito?"
"No, ecco..." inizia a balbettare Miodrag, alzando le mani e facendo un passo indietro.
"Quello sarebbe un dito della divinità defunta dei morti?" ringhia il sacerdote. "Ho capito bene?"
"No, il mio amico si è sbagliato" esclama Delorean. "E' di vecchio mago... Morkul! Si chiamava Morkul!"
"Prima che vi rimodelli il cranio a martellate, fate sparire quella cosa dalla mia vista!" urla Vyddensen, indicando la porta con la pesante arma. "E non fatevi più rivedere nel mio tempio!"
Il mezzorco afferra la sfera e la infila nello zaino prima che il sacerdote provi a sfasciarla con il suo maglio, quindi spinge di peso i suoi compagni fuori dalla stanza. "Non era nostra intenzione farla adirare. E quello che ha visto non è il dito della divinità, l'abbiamo solo trovato in un tempio abbandonato di Myrkul".
"Fuori di qui!" grida Vyddensen, avanzando a grandi falcate e chiudendo con violenza la porta.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

pensa se facevo vedere a questo i miei ratti non morti...chierici...tutti invasati..._Rocco

andrea ha detto...

Ti avrebbero trattenuto per una "chiacchierata informale"... a suon di martelli!

Nicholas ha detto...

Pensavo che finisse con il globo in frantumi, ogni tanto i pg riescono a mandare a monte le avventure per distrazione, una delle mie preferite, successa in una nostra campagna è stata:

Chierico *lancia un parlare con i morti. Ha a disposizione ancora 2 domande*
Chierico “come faccio a far funzionare l’artefatto?”
Morto “devi avere le 4 chiavi”
Chierico “quattro?!”
Morto “si”.



andrea ha detto...

ahahahahah ='D

rocco ha detto...

il mio pg veramente è dal tempio sull'isola che dice di distruggere il globo...in fondo essendo di una divinità malvagia non può portare che guai!

andrea ha detto...

La risposta di Zigfrid: "fallo pure, ma prima fammi raggiungere un altro continente".

I giocatori navigati hanno sperimentato sulla loro pellaccia cosa succede a rompere gli oggetti magici!