giovedì 24 settembre 2015

0105 - solo qualche ora di sonno

Fiona, assicuratasi che la porta sia chiusa a chiave, si siede sul letto ed estrae dallo zainetto pratico il borsello con la cassa presa alla bancarella dei saponi. Dopo aver slacciato il cordino, versa il contenuto sul lenzuolo ed inizia ad impilare il denaro.
"Una moneta d'oro, sedici d'argento e sessantuno di rame. Decisamente un magro bottino" mormora sconsolata. "Domani troverò un modo per restituirgliele. Se questo è il guadagno di una giornata, quella donna non se la passa molto bene".
Dopo aver sistemato il borsello sul comodino, la ladra si infila sotto le coperte e si addormenta quasi subito, nonostante il silenzio della notte venga rotto dal sonoro russare del mago e dal rumore ritmico che proviene dal piano di sopra, solo parzialmente smorzati dalle sottili pareti di legno.

Zigfrid si sveglia di soprassalto, disturbato da qualcuno che sta ripetutamente bussando alla porta della sua camera. L'emicrania esplode come una palla di fuoco dietro ai suoi occhi e deve usare tutta la sua concentrazione per non vomitare sul pavimento. Con un notevole sforzo spinge i piedi fuori dal letto e si issa in piedi, afferrandosi al bastone per non cadere.
"Chi osa svegliarmi nel cuore della notte?" esclama il mago appoggiandosi alla maniglia ed aprendo la porta. Elin, vestita con una camicia da notte che ha visto tempi migliori, è ferma davanti alla soglia con una lanterna in mano. Accanto a lei c'è un uomo vestito di stracci che si guarda attorno nervosamente.
L'oste squadra l'halfling con uno sguardo disgustato. "Fa troppo caldo per dormire vestito?"
"Sono abituato a dormire nudo, quando posso" ribatte Zigfrid, piantandosi i pugni sui fianchi. "E' un problema? E comunque non mi hai ancora detto perché mi hai tirato giù dal letto. Che ore sono?"
"Sono passate tre ore dalla mezzanotte" risponde Elin. "Questo tizio ha detto che doveva parlare urgentemente con te".
"E chi è?" chiede il mago, poi il suo sguardo annebbiato nota il simbolo ricamato sul fazzoletto che lo sconosciuto tiene in mano. "Ah, sei della Casata della Sabbia. Ok, accomodati pure mentre cerco i vestiti".
La nana fissa i due con uno sguardo torvo. "Quindi vi conoscete?"
"Non proprio. Elin, potresti allontanare quella lanterna dai miei occhi? Mi sento come se un branco di coboldi stesse prendendo a calci la mia testa".
La nana appende la lanterna ad un gancio del corridoio e si rivolge allo sconosciuto. "E' tutto tuo. Io avverto il tuo compare che può salire, poi me ne torno a dormire".
L'uomo osserva perplesso il mago, che lo sta fissando con gli occhi socchiusi. "Immagino lei sia il mago Zigfrid".
"Bravo, mi hai trovato" commenta l'halfling, raggiungendo il letto ed iniziando a frugare tra le sue cose.
Un altro uomo, più basso e più in carne del primo, raggiunge il compagno davanti alla camera, poi entrambi entrano e si chiudono la porta alle loro spalle. La debole luce che filtra tra le assi non impedisce ai due di vedere il fondoschiena del mago mentre recupera la tunica ed inizia a vestirsi.
"Io sono Haris e lui è Antar, il signor Sandstone ci ha mandato a controllare il porto per conto vostro" sussurra l'uomo più alto.
"Immagino abbiate scoperto qualcosa di interessante, sennò non mi avreste disturbato a quest'ora" brontola Zigfrid. "Insomma, si può sapere che avete da riferirmi?"
"Il signor Sandstone dice che per il servizio ci pagherai tu, giusto?" interviene l'altro.
"Dipende da cosa mi volete riferire" ribatte il mago. "O pensate che compri informazioni a scatola chiusa?"
I due si scambiano un'occhiata. "C'è stato parecchio movimento attorno alla Rayo de Luna" dice Haris. "Alcuni marinai hanno lavorato fino al tramonto per portare a bordo delle casse, poi a notte inoltrata hanno scaricato quelle che a noi sono sembrate le stesse casse".
"Fin qua niente di così strano" commenta Zigfrid. "Avranno sbagliato a caricare".
"Quando sono scesi sembrava facessero più fatica a trasportarle, come se all'andata le casse fossero vuote. Abbiamo anche notato due figure che sono salite a bordo".
"Immagino non fossero uomini dell'equipaggio".
"No. Quando hanno scaricato l'ultima cassa abbiamo visto parecchi marinai allontanarsi in direzione della Bandiera Nera, una bettola presente al porto. Poco dopo è arrivato un tizio con un borsone a tracolla che tintinnava, come se fosse pieno di metallo o di denaro. E' salito a bordo e se n'è andato dopo una decina di minuti senza il borsone".
"Avete parlato di due tizi" sottolinea il mago, battendo il piede con impazienza.
"Infatti. Il secondo è salito sulla nave circa un'ora fa, ha parlato con una guardia che era a bordo ed è sceso sotto coperta. Era un tipo magrolino ed abbastanza anonimo ed indossava un mantello nonostante il caldo".
"Forse ho capito di chi state parlando".
"Ad un certo punto, da una delle vetrate delle cabine a poppa abbiamo visto un lampo di luce. Poi, dopo qualche minuto, due marinai sono scesi a terra con un grosso e pesante sacco. Antar li ha seguiti, io invece sono rimasto a controllare la situazione. Dopo un po' è uscito Frederik, il capitano della nave. Ha sbraitato ad uno dei suoi uomini di andare a recuperare l'equipaggio e preparare la nave. Voleva salpare entro un paio d'ore".
"Cioè tra circa un'ora, giusto?" commenta Zigfrid, poi si volta verso l'altro uomo. "E tu invece hai seguito i due marinai. Dove sono andati?"
"Esatto" interviene Antar, "li ho seguiti fino al magazzino ventiquattro. Sono entrati dall'ingresso laterale e dopo un po' sono usciti senza il grosso sacco".
"Va bene" lo interrompe il mago. Tasta il letto fino a trovare il bordo del lenzuolo, afferra un oggetto dal comodino, vi lancia luce sopra e lo avvolge nel panno. Una tenue chiarore si diffonde nella camera. "Scusate, ma nella mia testa gli orchi stanno ancora suonando i tamburi".
Zigfrid afferra il borsello, ne estrae alcune monete e le porge ai due uomini, che guardano la mano ed alzano gli occhi perplessi.
"Non vi basta?"
"Anche tu lavori per il signor Sandstone, giusto? Dovresti conoscere il tariffario. Sarebbero cinquanta monete a testa".
Il mago li fissa per un momento, poi apre di nuovo il borsello e recupera il resto del denaro. "Sono ancora troppo ubriaco per pensare lucidamente, quindi ecco i vostri soldi. Ora andate a svegliare i miei compagni. In maniera brusca, se possibile".

4 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Oddio Zigfrid mi fa morire! XD
Mi sa che Acquadifonte non è stato comprensivo ed indulgente con l'anonimo poveraccio!

andrea ha detto...

Anche gli altri personaggi lo dicono!

Nicholas ha detto...

50 MO?!?
L'inflazione galoppa :D

andrea ha detto...

I servizi buoni li paghi, no? E dato che hanno demandato invece di far loro...