venerdì 9 ottobre 2015

0116 - tante domande, pochi diritti

Il capitano delle guardie invita il gruppo ad entrare nel suo ufficio, quindi si accomoda alla sua scrivania e comincia ad esaminare quanto recuperato dagli avventurieri.
"Qui abbiamo il registro del magazzino, quello della nave, le mappe nautiche, i resti delle casse originali, il documento firmato da questo Gaud... c'è altro?" dice Malika, alzando gli occhi dai documenti.
"E' tutto qui" dice Fiona, guardando in tralice i propri compagni. Zigfrid risponde con un leggero cenno del capo, poi accarezza involontariamente la borsa in cui ha riposto il denaro.
"Da quello che avete trovato, non dovrebbe esserci più nulla di cui preoccuparsi in città" commenta il capitano sfogliando uno dei registri.
"Il passo successivo sarebbe quello di fermare Gaud" ribatte Zigfrid. "Non penso si fermerà solo perché il suo contatto è stato arrestato".
"Voi lavorate ancora per la Casata della Sabbia?"
"" risponde Miodrag. "Perché?"
"Perché voglio convocarlo" dice Malika, alzandosi e raggiungendo la porta. Dopo aver confabulato con una guardia, chiude la porta e torna a sedersi.
"Lei pensa che il nostro capo si presenti di persona a quest'ora della notte?" chiede incredulo lo spadaccino.
"Spero di sì. Ho mandato uno dei miei uomini a chiamarlo" risponde il capitano appoggiandosi allo schienale ed incrociando le braccia. "Qui si parla di un traffico di merci su vasta scala che vede come protagonisti dei pirati, ha come bersaglio una delle Casate che compongono l'Alto Consiglio e coinvolge la città di Vaelan. Penso sia opportuno parlarne con i piani alti. E dato che il signor Sandstone è uno dei membri dell'Alto Consiglio ed anche il vostro datore di lavoro, mi pare sia la scelta più logica".
"Non fa una piega" commenta Zigfrid.
"Speriamo si svegli con la luna buona" mormora Delorean.
"Mentre aspettiamo l'arrivo di Amir, non sarebbe il caso di interrogare quello smidollato di Acquadifonte?" propone Miodrag.
Malika non ha obiezioni. "Va bene, ma voglio assistere all'interrogatorio".

Il gruppo si trasferisce in una piccola saletta con un tavolino ed alcune sedie. Dopo un paio di minuti il capitano trascina nella stanza il prigioniero ancora ammanettato, lo fa accomodare in malo modo su una sedia, poi ne afferra un'altra e ci si siede sopra a cavalcioni. "Chiudete la porta ed iniziate pure con le domande. A me interessa solo assistere e garantire che il signor Acquadifonte esca vivo da questo incontro".
Il sorriso di Frederik si spegne quando Malika aggiunge: "Questo non vuol dire che uscirai con tutte le dita intere. Ai pirati non è concesso questo lusso".
"Mi piace come ragiona" esclama Zigfrid, accomodandosi di fronte all'uomo ed intrecciando le mani sul tavolo. "Ora veniamo a noi. Ci sono due metodi per affrontare il nostro incontro. Tu puoi dirci subito tutta la verità oppure..."
"Io sono solo un povero commerciante" balbetta Frederik, interrompendolo.
Miodrag si alza di scatto facendo cadere la sedia e si avventa sul malcapitato con uno sguardo folle negli occhi. Il capitano della Rayo de Luna lo guarda terrorizzato e si aggrappa alle mani del mago. "No, no! Chiedetemi quello che volete e vi dirò tutto!"
Zigfrid si scrolla dalla presa dell'uomo e si appoggia allo schienale. "Ok, hai capito le due opzioni. Partiamo dalla domanda più facile. Chi sei tu veramente?"
"Sono Frederik Acquadifonte e commercio un po' di tutto".
"Che accordi avevi con il pirata?"
Il capitano della nave comincia a strofinarsi nervosamente le mani. "Ecco, io... in realtà...
"Ti ricordo che di dita ne hai solo dieci. Non ti conviene dire troppe bugie".
"Abbiamo raggiunto un accordo in cui lui assaltava le navi, io lo pagavo per la merce rubata, cambiavo gli imballi con casse marchiate Acquadifonte, le registravo come arrivate da un porto lontano e le rivendevo come fossero di mia proprietà".
"La tua Casata è informata di questo?"
Frederik lo guarda perplesso, come se non avesse capito la domanda. Malika allora si schiarisce la voce, attirando l'attenzione di Zigfrid. "Ha detto che lavora per la Casata Acquadifonte, che è molto piccola. E' lui... la Casata".
Il mago fa un colpo di tosse, poi sussurra in direzione della mezzelfa: "Grazie della precisazione. Non mi sono ancora abituato ai vostri costumi". Poi, girandosi verso Frederick, domanda: "Ed i due tizi che pagavi?"
"Sono loro ad avermi suggerito questa strategia per fare soldi facili".
"Vogliamo sapere i nomi" esclama Miodrag, che viene fulminato da un'occhiataccia del mago.
"Huriya e Nadja".
"E questi due sono comparsi così, dal nulla?" chiede Zigfrid, ma la sua domanda viene interrotta dallo spadaccino, che salta in piedi, afferra Frederik per la collottola e lo fa voltare verso di lui. "Dove li trovo?"
"Non so dove trovarli, sono venuti loro sulla mia nave per assoldarmi per un viaggio, poi al ritorno mi hanno proposto l'affare con Gaud. Da allora non sono più usciti dalla cabina. Non so altro, lo giuro!"
"Dove li hai portati? Rispondi!"
"Ormpé! Li ho portati ad Ormpé!" piagnucola Frederik, inarcando la schiena per allontanarsi dallo spadaccino e cercando l'aiuto degli altri con lo sguardo.
"Ti ha risposto" esclama Delorean. "Puoi anche mollarlo".
Miodrag gli lascia il bavero e torna a sedersi, seguito dallo sguardo interdetto di Malika. "Ma è sempre così?" sussurra verso Fiona.
"No, è che stanotte non ha chiuso occhio ed a quanto pare è stato distolto da altre attività più... attraenti rispetto ad un interrogatorio" risponde la ladra sghignazzando.
Zigfrid intanto recupera una delle mappe, la distende sul tavolo ed indica con il dito il punto corrispondente alle coordinate trovate. "Qui? Cosa c'è?"
Frederik, dopo un'ultima occhiata allo spadaccino, osserva la mappa e dice: "Il luogo del prossimo incontro con Gaud".
"Interessante!" esclama Malika, alzandosi dalla sedia. "Ora abbiamo in pugno quello sporco filibustiere!"

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