martedì 10 novembre 2015

0138 - il diavolo in persona

Zigfrid conclude la lettura dell'incantesimo, poi getta a terra la pergamena ed incrocia le braccia.
Nadja fissa il mago rimanendo immobile, troppo terrorizzata per muovere un solo muscolo, poi balza sulla panca quando il pavimento all'interno del cerchio si deforma eruttando lava. La stanza si riempie dell'odore di zolfo quando un trono emerge dal suolo. Sopra vi è seduta una figura avvolta in un manto nero, dalla pelle e dai capelli bianchi. Dopo aver lanciato una fugace occhiata all'assassina, che trema per la paura, si volta verso il gruppo all'esterno del circolo.
"Chi osa disturbarmi?" tuona il diavolo, scrutando il volto delle tre figure che lo osservano.
"Mi scusi, sua eccellenza" risponde il mago con deferenza. "L'ho evocata io, il sommo Zigfrid".
"E perché mi hai evocato, piccola creatura mortale?"
"Ho scoperto il suo nome in un antico tomo" dice Zigfrid, "e mi è stato detto che..."
Le parole del mago vengono interrotte da una risata stridula alle spalle del gruppo. Tutti si voltano e vedono una figura appoggiata al muro, avvolto nelle stesse vesti del diavolo evocato. La pelle del suo volto, rossa come il fuoco, è martoriata da piccole escrescenze ossee simili a spuntoni che fuoriescono per parecchi centimetri. I capelli neri brillano alla base e producono fumo come fossero di brace.
"Scu-scusi" balbetta Zigfrid, allarmato dalla nuova presenza. "Salve. Lei dovrebbe essere all'interno del cerchio".
"Insieme a quel fantoccio, frutto della tua fervida immaginazione?" risponde la figura, staccandosi dal muro e raggiungendo il cerchio disegnato col sangue.
"Che succede, tappo?" sussurra Miodrag, preoccupato dallo sguardo sbarrato del compagno.
"Non ne ho la più pallida idea" ribatte l'halfling, sudando freddo.
La creatura osserva attentamente il disegno sul pavimento, poi corregge uno dei simboli. "Così è meglio" commenta tra sé e sé, poi con la punta del piede rompe il cerchio, si avvicina al trono e con un gesto della mano fa scomparire il falso diavolo.
"Posso presentarmi? Sono il magnifico Zigfrid, per servirla" azzarda il mago, facendo un passo avanti.
"Desideri davvero servirmi?" ridacchia il diavolo, fissandolo negli occhi con un perfido sorriso stampato sul volto.
"E' solo un modo di dire".
"Peccato". La creatura si volta verso Nadja, che non riesce a controllare il tremore, e le punta un dito contro. La donna crolla a terra, svenuta.
"Ehm... quella è la nostra prigioniera, dovevamo interrogarla. Posso comunque sapere qual è il suo nome?"
Il diavolo ridacchia e si siede sulla panca. "In un'altra vita, forse. Molti vorrebbero sapere il mio nome. Voi potete chiamarmi Alif, come la prima lettera dell'alfabeto delle vecchie tribù che vivevano in questa terra".
"Capisco" sussurra a denti stretti Zigfrid.
Delorean rimane immobile davanti alla figura che è comparsa nella cella, troppo impaurito per fare qualcosa. Miodrag osserva il diavolo esterrefatto, poi corre alla porta della cella ed inizia a pestare violentemente sul metallo. "Aprite! Vi prego, aprite!"
"E' inutile che ti affanni tanto" esclama Alif, "le guardie lì fuori non possono sentirti. In questa stanza il tempo sta scorrendo molto più velocemente che nel resto del pianeta".
Miodrag osserva atterrito le figure immobili dei soldati di fronte alla porta, quindi si gira e mette mano alle spade.
"Neanche quelle ti serviranno, e comunque non sono qui per uccidervi".

3 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Oh oh oh, il mago Zigfrid l'ha fatta fuori dal vaso!
Avrei voluto vedere il volto del povero giocatore che aveva avuto una buona idea che si è rivelata un assist per il master!
Andrea avrei voluto vedere anche il tuo di volto....
:)

andrea ha detto...

Quando ho capito cosa voleva fare... ho cominciato a sogghignare! =D

Nicholas ha detto...

Una cosa che i pg tendono a dimenticare è che la magia è pericolosa... e anche i DM.