lunedì 23 novembre 2015

0147 - lasciati in mutande

Il sergente sale le scale, raggiunge il primo piano e prosegue lungo il corridoio. Tutte le porte sono aperte e gli avventurieri notano che nelle stanze regna il caos più totale. I bauli sono stati aperti ed i letti sono stati rovesciati.
"Qui abbiamo trovato il cadavere della padrona della locanda" mormora il sergente, indicando la porta della camera dove fino al mattino prima aveva alloggiato Zigfrid.
Nella stanza ci sono tre corpi, coperti da un telo di iuta macchiato di sangue.
"Perché ci sono altri due cadaveri?" chiede Fiona.
"Malika mi ha detto che Elin era riuscita ad uccidere due degli aggressori prima di soccombere" risponde il mago.
"Già, si è battuta ferocemente" interviene il sergente. "Purtroppo non è bastato".
Miodrag si avvicina e delicatamente scopre il corpo della nana. Il suo corpo è segnato da parecchie ferite superficiali. Un largo squarcio si apre all'altezza dell'addome ed altre due le segnano il collo.
Dopo aver esaminato il cadavere della donna, lo spadaccino si alza. "E degli altri due che ci può dire? Erano facce conosciute?"
"No, i miei uomini non li hanno mai visti in città" risponde il sergente. "Abbiamo mandato delle staffette a parlare con i soldati di guardia ai varchi ed a spulciare i registri, ma dalle prime risposte non sembra gente arrivata recentemente".
"Probabilmente erano qui da parecchio tempo" commenta Zigfrid.
"Oppure sono entrati utilizzando le gallerie sotterranee" sussurra Fiona chinandosi, scostando il lenzuolo di uno dei due aggressori e rivelando il cadavere di un ragazzo dalla testa sfondata.
"Come mai indossa solo una maglietta, un paio di mutande e gli stivali?" chiede lo spadaccino osservando il corpo mezzo nudo.
"Bella domanda" risponde il sergente. "Anche l'altro assassino è stato spogliato di quasi tutto. Pensiamo che i loro compagni volessero recuperare in velocità l'equipaggiamento".
"Ma avrebbero dovuto togliere gli stivali per sfilare i pantaloni" esclama Miodrag.
"Osservagli le gambe, ci sono dei segni rossi" commenta Zigfrid. "Non hanno perso tempo a sfilarli, li hanno direttamente tagliati".
"Scusate, vado a controllare a che punto sono i miei uomini con l'esame delle altre stanze" dice il soldato, uscendo dalla porta.
Fiona aspetta che l'uomo sia scomparso dietro lo stipite, poi sfila entrambi gli stivali e li gira per esaminare eventuali scomparti nel tacco. Un foglietto piegato esce dall'interno della calzatura e cade sul pavimento.
"Come facevi a sapere del foglietto?" chiede Tsadok.
"Non lo sapevo" risponde la ladra, aprendo il bigliettino. "Però questi sono stivali decisamente nuovi e di qualità, valeva la pena controllare".
"Cosa c'è scritto?" chiede Zigfrid.
"E' un lettera di credito" spiega Fiona. "Un certo Arun Briskly, proprietario di una bottega chiamata il Ricamo, deve cinquanta monete d'oro a Kaylash in cambio di un rotolo di cuoio conciato".
"Questa è un'ottima pista da seguire" commenta Miodrag. "Ora dobbiamo solo trovare questa bottega".

8 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Bella mossa Fiona, certo però che i cattivi hanno fatto il lavoro a metà lasciando gli stivali ai morti, certi giocatori che conosco si sarebbero portati via pure la canotta e le mutande (se abbastanza pulite) per poterle rivendere: dell'equipaggiamento del nemico morto non si butta via nulla!

andrea ha detto...

Da master, la spiegazione è: han tirato via in velocità tutto l'equipaggiamento ed erano al buio.
Avendo visto gli stivali logori degli altri due, non si sono curati di togliere anche quello...

ci stava o è troppo "artificiale" come idea? Avrei anche potuto infilare il foglietto tra due tavole (caduto dallo stivale)...

Mr. Mist ha detto...

Secondo me l'idea è valida: tengo il biglietto, ma lo nascondo bene cioè in un posto non scontato come in una tasca dei vestiti!

Nicholas ha detto...

Una cosa che si può fare in qeusti casi (ma non conoscendo l'avventura magari è un'idea stupida) è mettere un piccolo marchio sull'oggetto.
Nel medioevo le botteghe erano solite firmare le produzioni tramite piccoli simboli (lo facevano un po' tutti, dai fabbri ai conciatori sopratutto se la merce era di livello, era una specie di "pubblicità"), e si può ottenere lo stesso risultato di far trovare un foglietto.

Ad esempio nella mia campagna un flusso di informazioni è stato risalito ricorrendo a dei mobili costruiti da un noto artigiano.

andrea ha detto...

E' un'ottima idea, non ci avevo pensato! =)

In questo caso, però, il foglietto indica anche altre cose... leggerete più avanti =D

Nicholas ha detto...

Eheh ok.
Però i giocatori devono anche sudarsele le informazioni :)

Tra l'altro se uno vuole esplorare un po' questo "mondo" c'erano oggetti che tutti sapevano da dove provenivano, lasciando da parte casi specifici come "l'acciaio di Toledo" ad esempio le armatura avevano dei veri e propri certificati di garanzia (ad esempio se resistevano alle armi da fuoco) rilasciati dai costruttori.
Altri esempi erano i colori, certi colori erano prodotti solo in alcuni luoghi ed era semplice risalire per lo meno alla città se non all'artigiano.
O le diverse polveri da sparo e via discorrendo.

Oggi ci servono gli archeologi ma ai tempi chi era del mestiere gli abstava un'occhiata per dire "questa armatura è stata fatta a Milano" e magari anche da chi ;)

andrea ha detto...

Eheheh, hai ragione. E' un aspetto che spesso trascuro...

Posso solo dire che, come è già emerso negli altri commenti, i miei giocatori sono più per l'approccio alla "walker texas ranger" che alla "hercule poirot"! =D

rocco ha detto...

il mio approccio investigativo "walker texas ranger" è diventato ormai iconico...ma non è detto che non possa evolversi ulteriormente e diventi uno "steven segall"... (entro, spacco tutto e solo DOPO faccio le domande)...scherzi a parte avendo già rischiato per 3 volte di far morire il mio pg temo che una sterzata verso un approccio meno diretto e più preparato sia inevitabile...