mercoledì 25 novembre 2015

0149 - le porte di Assur

Gli occhi del mago si socchiudono fino a diventare due fessure. "E cosa produce?"
"Si occupa soprattutto di pelletteria" risponde l'elfo. "I suoi migliori prodotti sono le calzature su misura, ma anche le sue borse sono molto richieste. Produce anche vestiti da lavoro, ma non raggiungono la qualità delle mie merci. Sicuro di non voler provare nulla?"
"Sì, sono sicuro. Sono affezionato alle mie vesti".
"Ho una tunica che ti starebbe una meraviglia".
"Immagino. Grazie, non mi serve altro" ribatte Zigfrid sorridendo ed avviandosi verso l'uscita.

"Scoperto qualcosa?" chiede Miodrag.
"Il negozio di Arun è ad Assur" risponde il mago, "e stando alle parole di Alif, lì c'è anche la sede della Fredda Mano".
"Assur è sulla costa, a circa una giornata" commenta Fiona guardando una piccola mappa. "Radapur è alle pendici delle Montagne Curna, ed in mezzo abbiamo visto i fulmini. Se ci sbrighiamo a trovare la bottega, poi possiamo proseguire nel deserto".
"Acquistiamo l'occorrente e poi prendiamo dei cavalli a noleggio" propone Miodrag, trovando il consenso dei compagni.
"Sicuro di voler perdere tempo a fare acquisti qui? Stiamo andando verso un'altra città, mica in guerra" commenta Zigfrid.
"Non si sa mai" ribatte lo spadaccino.
Tsadok si avvicina a Fiona e le sussurra all'orecchio: "Pagate voi il mio cavallo, vero?"
La ladra sbuffa. "Sì, pago io. Tu vedi di non farci morire, intesi?"

E' ormai notte quando i quattro avventurieri raggiungono la cittadina portuale di Assur. Le imponenti mura, sproporzionate rispetto alle dimensioni della piccola città, sono illuminate da torce e si notano alcuni uomini sui camminatoi che scrutano all'esterno. La porta rinforzata è ancora aperta ed il gruppo si dirige verso il drappello di soldati a presidio dell'ingresso.
"Alt! Chi siete?" urla una delle guardie quando i cavalli entrano nella zona illuminata dalle torce. "Come mai siete arrivati così tardi?"
"Ci stavate per caso aspettando?" chiede Fiona.
"No, non stavamo aspettando voi" spiega un altro soldato, avvicinandosi. "Di solito chiudiamo le porte al tramonto, ma alcuni nostri commilitoni sono usciti a cavallo parecchie ore fa e non sono ancora rientrati. Li avete per caso visti?"
"Non abbiamo incrociato nessuno" risponde Zigfrid dalle retrovie.
"Perché chiudete le porte? E se una persona volesse entrare di notte?" esclama Fiona.
"Si annuncia alle guardie e mostra un lasciapassare" ribatte il soldato, poi si colpisce la fronte con il palmo. "Ah, già! Voi avete un lasciapassare?"
La ladra sorride. "Beh, dipende dal lasciapassare".
La guardia socchiude gli occhi, fa un passo indietro, appoggia la mano sull'elsa della spada poi scruta il volto della mezzelfa. "Quindi non possiamo lasciarvi entrare".
Zigfrid si avvicina. "Ma in questa città siete tutti così scorbutici? Siamo mercanti".
"Avete un documento che lo provi?"
Il mago mostra il medaglione della Casata della Sabbia. "Questo vi basta?"
"Direi di sì. Sbrigatevi ad entrare, così chiudiamo le porte".
"Ma non volevate aspettare i vostri compagni?" chiede Fiona.
"Se si sono diretti all'altra entrata, potremmo dover aspettare fino a domattina prima di saperlo" ribatte il capo del drappello, poi si rivolge ai propri uomini. "Ok, ragazzi! E' ora di chiudere!"
Il gruppo si affretta ad entrare mentre i soldati spingono le pesanti porte al loro posto e le bloccano con una grossa trave. La piccola città appare miseramente vuota: nessun viandante per le strade e poche finestre ancora illuminate.

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