martedì 16 febbraio 2016

0197 - rocce tra le dune

Miodrag osserva l'ennesimo fulmine salire velocemente verso il cielo, illuminando il cerchio di pietre al centro del bivacco ed il volto dei suoi compagni addormentati, quindi si volta a guardare il filo di luce che rischiara l'orizzonte ad est.
"Avanti, dormiglioni!" esclama, alzandosi ed iniziando a scuotere Tsadok. "E' arrivata l'alba, facciamo colazione e poi partiamo!"
"Ancora cinque minuti..." mormora Fiona, girandosi dall'altra parte e tirandosi la coperta sopra la testa.

Verso mezzogiorno il gruppo raggiunge la conformazione rocciosa notata il giorno prima dalla ladra. Un grosso ammasso di roccia si innalza in mezzo alle dune, circondato tutt'attorno da creste più piccole. La sabbia del deserto ha scavato la pietra e disegnato vari solchi, il cui risultato è una struttura aliena, piena di anfratti e pinnacoli dalle bizzare forme allungate. Una distesa di sassolini e roccia fuoriesce dalla sabbia, formando una piccola stradina che conduce al centro della collinetta.
Fiona tira le redini per fermare il cavallo, poi accarezza distrattamente il collo dell'animale. "Da quel che vedo, ci sono un sacco di grotte" esclama guardandosi attorno, socchiudendo gli occhi per proteggersi dal riverbero della sabbia, "sia nel blocco centrale sia nelle rocce tutt'attorno".
Miodrag affianca la ladra e osserva il paesaggio. "Non sembrano esserci pericoli, però direi di lasciare qui i cavalli per sicurezza e continuare a piedi".
Tsadok smonta da cavallo, lega le redini ad un masso poi avanza fino al primo ammasso di roccia. "Qui la pietra sembra come fusa. Ed anche qui" aggiunge, spostandosi verso un'altro spuntone. "E solo sul lato che guarda il centro della montagna. Potrebbe dipendere dai fulmini che abbiamo visto".
"Già, potrebbe" mormora Zigfrid, scendendo anche lui dal suo cavallo. "Tenete gli occhi aperti".
"Andiamo direttamente alla grotta più grande?" chiede Miodrag, indicando una zona scura alla base del grosso sperone.
Zigfrid scuote la testa. "Andiamo con ordine, meglio controllare tutte le grotte prima di avventurarci avanti. Non mi piace l'idea di essere sorpreso alle spalle".
Il gruppo si riunisce quindi avanza verso la prima grotta, poco più alta del mezzorco. Fiona sorride quando il mago abbassa lo sguardo e salta all'indietro. "E' solo uno scorpione del deserto! E' talmente piccolo che ha paura perfino di un tappo come te!"
Tsadok guarda con attenzione il terreno e, non notando tracce evidenti, entra nella grotta insieme a Zigfrid. All'interno l'aria è più fresca e dopo qualche secondo i suoi occhi si abituano alla semioscurità. "Non è molto profonda, giusto un paio di metri" esclama avanzando, poi si ferma quando il compagno indica una macchia scura su una delle pareti.
"Ci sono tracce di sangue, qui" mormora Zigfrid.
"E questo cos'è?" esclama Tsadok, indicando delle scanalature scavate nella roccia, vicino all'ingresso. Ognuno dei tre segni paralleli è lungo una ventina di centimetri, profondo un paio e largo quando il dito del mezzorco. "Sembrano artigli".
"Il sangue è secco" commenta Miodrag, avvicinandosi alle macchie. "Speriamo che la causa sia lont..."
La frase muore in gola allo spadaccino ed un brivido scende lungo la spina dorsale di tutti quando, in lontananza, si sente il suono di alcuni ciottoli che rotolano rimbalzando sulla nuda roccia.

1 commento:

Nicholas ha detto...

Eheh gli indizi fanno sempre paura :D