mercoledì 24 febbraio 2016

0203 - punto d'osservazione

Dopo aver esaminato le altre grotte senza trovare nulla di valore, Tsadok appoggia una mano sulla spalla di Miodrag. "Non c'è altro da trovare! Dai, torniamo in città".
"Va bene, va bene" sbuffa lo spadaccino. "Pensavo di trovare un bottino ben più ricco".
Tsadok sorride. "Abbiamo il tuo uovo, la pelle e quello che abbiamo trovato nella grotta. Non ti basta?"
"Speravo in qualcosa di più. Evidentemente il diavolo ci ha preso in giro" borbotta Miodrag, dirigendosi verso i cavalli.

"Chissà perché Nadja voleva mandarci qui" borbotta lo spadaccino, osservando le braci che si colorano di rosso sotto l'effetto del vento.
"Probabilmente voleva farci mangiare dal behir" ribatte Zigfrid.
"Sei sicuro? Non è stato difficile abbatterlo".
"Siamo stati abbastanza fortunati" commenta il mago alzando le spalle. "Se fosse atterrato sopra di noi e ti avesse ingoiato, sarebbe stato un bel problema".
"Magari il diavolo c'ha tenuto nascosto qualche dettaglio" mormora Fiona, giocando distrattamente con il pugnale. "O forse ha mentito e lei voleva veramente rivelarci l'ubicazione della fortezza".
"Intendete quella nominata nel registro di Selina, giusto?" chiede Tsadok.
"Proprio quella" esclama Miodrag.
"Domani potremmo trovare un punto rialzato e vedere se c'è qualche costruzione in mezzo al deserto" propone il mezzorco.
"Per me è inutile, comunque non ci costa nulla fermarci qualche minuto mentre cavalchiamo verso Assur per dare un'occhiata" concorda lo spadaccino.

Dopo aver passato la nottata presso l'accampamento sulla via carovaniera, il gruppo riparte alla volta di Assur. Durante la mattinata il vento continua a soffiare impetuoso da ovest, alzando parecchia sabbia che si infila sotto i vestiti dentro le bisacce.
"Che ne dici di quell'altura?" chiede Tsadok, avvicinando il cavallo a Miodrag.
"Mi pare vada bene" risponde lo spadaccino, facendo cenno agli altri di fermarsi. "Noi ti aspettiamo qui".
Il mezzorco passa le redini a Fiona, quindi scende da cavallo e si inerpica lungo il pendio. Giunto sulla sommità, si guarda intorno. Alcune conformazioni rocciose emergono tra le dune, ma nessuna ha la forma di una fortezza.
Dopo aver fatto segno ai compagni di non aver visto nulla, il mezzorco viene sospinto da una raffica di vento e si volta per evitare di cadere. Ritrovato l'equilibrio, Tsadok osserva l'orizzonte. I suoi occhi si spalancano per lo stupore. Quando i suoi muscoli rispondono di nuovo, il mezzorco si precipita giù per raggiungere i compagni.
"Tempesta di sabbia!" urla con quanto fiato ha in gola.

1 commento:

Mr. Mist ha detto...

Ecco una cosa veramente brutta!