mercoledì 17 febbraio 2016

0198 - il sole si oscura

Il gruppo esce di corsa dalla grotta e scruta l'area per trovare la causa del piccolo smottamento.
"Io non vedo nulla" mormora Zigfrid, avvicinandosi alla ladra che era rimasta fuori. "Tu hai visto cos'è successo?"
"Niente" ribatte Fiona, poi indica un punto di fronte a lei. "Probabilmente il vento ha spostato della sabbia ed alcune rocce sono franate giù da quel pendio".
Miodrag recupera il cannocchiale dalla borsa e, seguendo le indicazioni della mezzelfa, scruta tra i massi. Un po' di pietrisco continua a rotolare giù dalla collina, ma lo spadaccino non riesce a vedere nient'altro di strano.
"Nulla di cui preoccuparsi, insomma" borbotta Zigfrid, voltandosi e tornando dentro la piccola grotta. Dopo aver percorso tutto il perimetro interno sfiorare la parete con la mano, il mago esce di nuovo sotto il sole. "Qui non c'è nulla di nascosto. Qualunque cosa abbia provocato quello squarcio nella roccia, non si è rintanata qui dentro".
"Direi di passare alla grotta successiva" esclama Miodrag. "Tsadok, tu rimani fuori con Fiona. Tenete d'occhio quel grosso masso, non mi sento tranquillo".
Fiona fa un cenno affermativo, poi beve una sorsata d'acqua dalla borraccia quindi si aggiusta il cappuccio.
La piccola grotta, profonda poco più di un metro, non nasconde nulla al suo interno, quindi il gruppo si sposta verso il centro della conformazione rocciosa.
"Qui le rocce sono fuse in più punti" commenta il mezzorco, osservando la pietra più scura. "Tutto sembra indicare che la fonte provenga dal grosso dente di roccia laggiù".
"Se tutte le grotte sono così, conviene passarle velocemente e dirigersi verso la grotta principale, laggiù" propone Zigfrid, indicando di fronte a sé.
Il gruppo si incammina lungo la strada di pietrisco e supera due alte rocce che si ergono parallele ai lati del sentiero, disegnando una specie di porta che conduce al largo spiazzo davanti alla grotta principale. Quando Miodrag muove un passo verso la caverna, il gruppo di avventurieri si ritrova d'un tratto avvolto dalla penombra. Tutti alzano gli occhi e vedono il profilo di un'enorme creatura che, dopo aver coperto per un attimo il sole, atterra di fronte a loro. Sei paia di gambe sostengono un corpo affusolato e coperto di scaglie azzurre. Una testa alta quanto un cavallo punta il gruppo, gli occhi scintillanti fissano con desiderio quello che la creatura considera il suo prossimo pasto.
"Un behir!" esclama Zigfrid, facendo un passo indietro e stringendo spasmodicamente il bastone.

4 commenti:

Mr. Mist ha detto...

Se ricordo bene con il corpo del Behir si possono fare un sacco di cose ed un sacco di soldi!

andrea ha detto...

E' quello che ha pensato Miodrag dopo il combattimento =D

rocco ha detto...

Sempre se sopravvivi al trasporto di un behir nel deserto...

Nicholas ha detto...

Noi teniamo un log delle ultime parole famose (oltre che delle cose buffe), una delle più gettonate è
"Si è grosso, ma pensa ai px".