sabato 16 maggio 2015

0008 - Amir della Casata della Sabbia

"Quanto vuole per queste due mappe?"
"Una moneta d'argento sia per quella della città sia per quella del Durpar, bella signora" risponde la vecchia mercante.
"Mi sembrano un po' care, sono parecchio rovinate"
"Ok, va bene una d'argento e cinque di rame?" sbuffa la vecchia. Zigfrid continua a sfogliare un libro, mentre Fiona mette mano al portamonete.
"Dato che hai il borsello in mano, puoi comprarmi anche questi due libri?" dice Miodrag. "Magari ci tornano comodi se dobbiamo girare nel deserto. Una moneta d'oro ciascuno, vero?"
Ad un cenno affermativo della mercante, Fiona appoggia le monete sul palmo della sua mano.
"Ehi, carina, hai confuso le monete! Qui ce ne sono due d'argento che dovrebbero essere d'oro" dice la vecchia con un sorriso che mette in mostra i denti marci.
"Mi scusi... devo essermi confusa" risponde piccata Fiona.
"Nessun problema, sono cose che succedono" dice la vecchia, infilando le due monete nel suo borsello.

"Probabilmente controlla con più attenzione le monete d'oro che quelle d'argento" sussurra Miodrag, mentre si allontanano in direzione del cortile Nador. "Per le mappe che cosa gli hai rifilato?"
"Non so assolutamente di cosa tu stia parlando" ribatte Fiona, giocando con una moneta di legno.

Dopo una mezz'ora di camminata, i quattro avventurieri si ritrovano dinnanzi alla costruzione che ospita la Casata della Sabbia. Un'edificio circolare imponente, con la cupola a bulbo e due costruzioni più piccole che danno sulla strada. La porta sotto la tenda è chiusa per evitare che entri la sabbia. Una grossa insegna con scritte in oro indica che sono nel posto giusto.
Miodrag precede il gruppo all'interno dell'atrio. Dietro ad un lungo bancone tre donne dal bell'aspetto stanno riempiendo dei moduli. A parte alcune sedie finemente lavorate, il resto dell'arredamento è spartano. Due porte alle spalle delle impiegate conducono all'interno dell'edificio.
"A quanto pare siamo i primi della fila" dice Zigfrid, dirigendosi da una delle donne ed arrampicandosi sullo sgabello.
"Salute a voi, stranieri. Desiderate vendere o acquistare?" dice la donna, con un sorriso.
"Desideriamo ritirare" ribatte il mago, posando il ciondolo sul bancone.
Le tre donne smettono immediatamente di scrivere e cominciano a parlottare tra loro.
"Attendete un momento" dice la donna, poi apre una delle porte e scompare chiudendosela alle spalle. Torna dopo qualche minuto e con un sorriso dice: "Se volete seguirmi, vi è stata accordata udienza".

Il gruppo attraversa la porta ed entra in una specie di chiostro, dove è presente una piccola piscina incastonata nel pavimento di piastrelle finemente lavorate. Da alcune colonne pendono tende di seta semitrasparente e ci sono cuscini e divanetti dall'aria raffinata e costosa. Una luce fioca entra da un lucernario dal vetro satinato.
"Prego, seguitemi". L'impiegata fa strada lungo alcuni corridoi pieni di porte senza targhetta fino all'ennesima porta, che questa volta è socchiusa. I quattro avventurieri entrano nella stanza, dove è presente un'ingombrante scrivania, alle spalle della quale tra due finestre che danno su un cortile interno c'è un enorme quadro che raffigura un uomo dall'aspetto austero, vestito con abiti sgargianti. Alla scrivania è seduta la persona raffigurata nel ritratto, che si alza per accogliere gli ospiti.

"Buongiorno, io sono Amir" si presenta l'uomo. "Ieri notte avete salvato quell'inetto di mio figlio da un tentativo di rapimento" dice guardando verso destra. Solo ora tutti si accorgono della presenza del giovane Gamal.
"Effettivamente se l'è vista brutta" puntualizza Miodrag, gli occhi fissi sul nababbo.
"Avete dimostrato notevole abilità ed intelligenza, a differenza di Gamal" continua l'uomo, serio in volto. "E queste sono cose che la Casata della Sabbia apprezza. Immagino siate venuti qui per ottenere una ricompensa..."
"Signore, suo figlio aveva parlato di un possibile lavoro" dice Delorean.
"Capisco. I vostri talenti possono essere molto utili alla mia Casata, quindi posso offrirvi un contratto" dice Amir, tirando fuori dei documenti da un cassetto.
"Addirittura un contratto? Non so mica se ho voglia di firmare" sussurra Miodrag all'orecchio di Fiona.
"Vediamo che propone" ribatte Fiona con un filo di voce.
"Essendo voi stranieri, probabilmente non sapete come funzionano le cose qui a Vaelan e nel Durpar. Le casate più ricche del Durpar, e si può dire senza peccare d'immodestia dell'intero Faerun, fanno parte dell'Alto Consiglio di Vaelan e governano il Durpar, promuovendo le leggi e favorendo il commercio e la prosperità del paese. La Casata della Sabbia è entrata solo quest'anno nel Consiglio" il nababbo fa una piccola pausa. "Solo il duro lavoro ci ha portato dove siamo. La Casata viene gestita come una grande famiglia, in questo modo il bene della Casata è il bene di tutti".
"In che senso?" interrompe Delorean, grattandosi la testa.
"Tutti quelli con cui stipuliamo un contratto come quello che sto offrendo a voi fanno parte della Casata. Vi verrà dato uno stipendio fisso e potrete guadagnare di più servendo la Casata in due modi: facendola guadagnare o evitando che le ricchezze diminuiscano" risponde Amir. "Dovete seguire queste tre semplici regole. Lealtà, fedeltà ed onestà alla Casata della Sabbia. Potete ricevere incarichi da me o da alcuni miei sottoposti, stipulare contratti per conto nostro e accrescere la ricchezza della Casata in tanti altri modi. Vi si chiede il dieci per cento dei guadagni, ma in cambio vi verranno forniti svariati servizi".
"Lo stipendio fisso a quanto ammonta?" chiede Miodrag.
"Dieci monete d'oro a settimana, finché svolgerete lavori per noi, più alcuni bonus in base a come porterete a termine i vostri incarichi. E' abbastanza?" risponde serio Amir.
"Tre monete a settimana in più di quelle offerte per la carovana, e non dobbiamo farci due mesi nel deserto" sussurra lo spadaccino a Fiona.

Dopo qualche rapido sguardo, tutti e quattro esclamano all'unisono: "Dove bisogna firmare?"

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