mercoledì 27 maggio 2015

0019 - fulmini nella notte

La carovana si incammina sull'unica strada che collega Assur a Lastarr, sulla quale i segni delle ruote dei carri hanno scavato solchi profondi, che si riempiono di sabbia sottile all'alzarsi del vento e si svuotano al passaggio dei mezzi.
Mentre il sole sorge, il deserto si manifesta in tutto il suo splendore: la dune di sabbia che circondano la città assumono toni arancioni, in netto contrasto con i colori scuri delle montagne Curna che sullo sfondo delimitano l'orizzonte.
I giorni e le notti si susseguono tranquilli e la carovana procede spedita, senza incontrare pericoli o intoppi.
Alla sera del decimo giorno di viaggio, la carovana si ferma per affrontare i rigori notturni del deserto. Vengono decisi i turni di guardia, il cuoco prepara la cena e la distribuisce equamente a tutti, poi ognuno srotola il proprio giaciglio e si stende a dormire. Dopo una decina di minuti un sonoro russare copre i rumori del deserto.
Miodrag osserva gli altri due mercenari che stanno facendo la guardia assieme a lui. I pensieri vagano alle notti di guardia nelle grotte del Dambrath, dove l'unico vero compagno era l'onnipresente fango.
Alcuni bagliori ad ovest riscuotono lo spadaccino dai suoi pensieri. Sembrano fulmini in mezzo al deserto, abbastanza lontani da non suscitare eccessiva preoccupazione, ma comunque decisamente strani.

"Sarà una sacca di umidità nelle vicinanze di una polla d'acqua sotterranea" minimizza Ghazal.
"E' strano vedere fulmini nel deserto, soprattutto così bassi all'orizzonte" ribatte Miodrag.
"Se li hai visti nel punto in cui mi hai indicato, non c'è nulla di cui preoccuparsi" dice Ghazal, fissando l'orizzonte. "La nostra strada porta a sud ovest, quindi eviteremo quella strana tempesta".
"Non era una tempesta. Non c'erano nuvole in cielo" mormora tra sé lo spadaccino, tornando dai compagni.

Gli strani fulmini li accompagnano nelle notti successive, sempre più vicini e sempre nello stesso punto. La preoccupazione comincia a contagiare anche Ghazal, che non è più così baldanzoso come prima. Molte delle guardie faticano a prendere sonno, perciò decidono di tenere compagnia a coloro che fanno i turni di guardia.
E la stanchezza comincia a farsi sentire.

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