lunedì 31 agosto 2015

0087 - la Rayo de Luna

Dopo una settimana di navigazione, la vedetta avvista le torri di Vaelan che si stagliano tra le dune, illuminate dal sole appena sorto. In meno di un'ora la Aleta raggiunge la costa e si fa strada fra le navi attraccate fino a raggiungere un pontile libero. Sulle banchine fervono i preparativi per la partenza di alcune grosse navi da carico battenti bandiera straniera.
"Portiamo subito i contratti ad Amir" propone Delorean, "poi andiamo a prendere la ricompensa alla Casata Seltarir per aver salvato i loro uomini".
"Ricordati che c'è anche la questione della Candela di Myrkul" interviene Miodrag.
"Io lascerei la questione per ultima" replica il chierico. "Ci sono tanti soldi in ballo e non mi piace girare con così tanto denaro in tasca".
"Guarda che la Candela serve per liberare la nipote di Bilmin" ribatte lo spadaccino. "E' per quello che siamo partiti!"
"Vi state dimenticando che ci sono quaranta uomini a bordo della nostra nave?" esclama Fiona. "Io prima accompagnerei loro, poi libererei la ragazzina e solo dopo porterei i contratti ad Amir".
"Hai ragione, per prima cosa riaccompagniamo a casa questi poveretti" conviene lo spadaccino.
Il gruppo scende sotto coperta e informa Ibu dell'intenzione di condurre lui ed i suoi compagni alla Casata Seltarir.
"Grazie, non dimenticheremo quello che avete fatto per noi" risponde il gigante, poi si gira per informare gli altri.
Mentre i naufraghi sbarcano sul pontile sotto lo sguardo incuriosito dei marinai delle altre navi, gli avventurieri raggiungono Lizzy sul castello di poppa.
"La nostra avventura per mare è finita" dice Miodrag. "Che ne dici di raggiungerci con il tuo equipaggio stasera alla Duna di Zaffiro? Ai tuoi uomini serve un po' di svago!"
"Volentieri!" esclama il capitano. "Una bevuta in compagnia fa sempre piacere!"
Delorean si avvicina a Lizzy ed abbassa la voce. "Una sola cosa, però. Ti conviene lasciare la scimmietta a bordo. Alla locandiera potrebbe venir voglia di farne uno stufato".

La banchina è affollata di marinai e passeggeri in attesa di imbarcarsi, i cui sguardi curiosi si posano sul variegato gruppo che si sta dirigendo verso la città. Molti si scostano al passaggio del gigante nero, intimoriti dalla sua stazza. Lui sembra far finta di nulla, continuando a confabulare con lo spadaccino.
Ad un certo punto Fiona si accosta a Delorean e gli indica una nave ancorata poco distante. "Quel nome non ti dice nulla?"
Il chierico osserva la caravella, che riporta sulla fiancata il nome Rayo de Luna. "Ma certo! Quella è la nave che è arrivata prima di noi a Shilparam!"
"Secondo te potrebbero essere qui per rubarci l'artefatto?"
"Nessuno sa che ce l'abbiamo noi" ribatte Delorean.
"In realtà nessuno sa che cosa diavolo sia quest'artefatto" interviene Miodrag, affiancando i due. "Il tappo non è riuscito ad identificarlo".
"Ho bisogno di più tempo e di una biblioteca per riuscirci" commenta acido Zigfrid. "Non è semplice come piantare una spada nel petto di un uomo".
"Loro comunque non sanno nulla di noi, probabilmente non sanno neanche che eravamo sull'isola" esclama Fiona.
Il chierico e lo spadaccino si scambiano uno sguardo, poi in coro rispondono: "Forse".
"Tra l'altro, i tizi che erano arrivati sull'isola con la Rayo de Luna avevano lasciato in locanda un medaglione ed una lettera di R" continua la ladra. "Il testo parla dell'Undicesimo Fuoco e l'incisione sembra una stella ad undici punte".
"Dobbiamo portare il medaglione da un alto prelato e farlo identificare" ribatte Miodrag. "Quando ne sapremo di più decideremo cosa fare".
"Ok, ora però andiamo alla Casata Seltarir" replica Fiona. "Non possiamo girare per la città con quaranta naufraghi".

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