lunedì 8 giugno 2015

0031 - il vecchietto

Il vicolo è avvolto nell'oscurità, solo in parte diradata dalla candida luce della luna che si staglia in mezzo al cielo stellato. La città si è svuotata, i mercanti hanno sistemato le bancarelle per la notte ed i cittadini stanno dormendo da diverse ore. L'unico rumore che rompe il silenzio è il passo cadenzato di alcuni drappelli di guardie, che pattugliano le principali vie cittadine.
"Mezzanotte è passata da almeno dieci minuti e Hanin non si vede" borbotta Miodrag, "mi sto congelando il sedere a stare fermo qui dietro".
"Smettila di lamentarti e tieni occhi ed orecchi aperti" ribatte Fiona, accucciata dall'altra parte del vicolo. "Mi pare di sentire qualcosa..."
Il rumore di un bastone sull'acciottolato precede il lento incedere di un uomo curvo sotto il peso degli anni, avvolto da svariati stracci. Con un'andatura barcollante si infila nel vicolo ed inciampa sul lembo del mantello di Fiona, finendo addosso a Delorean.
"Ehi! Stai attento a dove metti i piedi! Potevi romperti l'osso del collo!" commenta il chierico, aiutando il vecchio a rialzarsi.
"Eh, giovanotto, i miei occhi non sono più quelli di una volta" biascica il vecchietto. "Con questo buio, poi, fatico a vedere anche il mio bastone! Perdonate la mia sfacciataggine, ma cosa ci fate qui, nascosti tra casse vuote ed immondizia?"
"Affari nostri" taglia corto Zigfrid. Poi un raggio di luna illumina i vestiti dell'anziano. "Tu piuttosto... che ci fa un vecchietto a quest'ora della notte in un vicolo? E soprattutto, avvolto in una sciarpa verde tanto vistosa?"
Hanin sogghigna e si erge, riprendendo la sua solita statura. "Ho cercato di non farmi riconoscere... e direi che ci sono riuscito egregiamente".
"Non serviva che ti travestissi" replica il mago, poi mormora una formula ed il derviscio scompare.

"Avere una spia tra i Turuq non sarebbe una cattiva idea" commenta Amir a voce alta. "Certo, avrei preferito avervi tutti sul mio libro paga... ma forse così è più efficace".
"I fedelissimi di Gamal non si faranno comprare, su questo non ho alcun dubbio" dice Hanin. "Questa è l'unica soluzione fattibile. Posso offrirvi informazioni ed avvisarvi in caso di pericolo per la vostra Casata, ma il nostro accordo deve rimanere segreto. Ne va della mia vita e di quella della vostra famiglia".
"Per quanto riguarda il rapimento, come intendete agire?"
"Farò in modo che arrivi una richiesta di annullamento del contratto. Sembrerà tutto regolare. Ovviamente dovrete accollarvi le spese".
"Affidare mille monete d'oro ad un uomo che non ho mai visto è un grosso rischio, ma so che sarete leale. In fondo, mi basterebbe far circolare la voce sul nostro patto per mettervi nei guai".
"Sono consapevole di questo" replica Hanin, fissando il nababbo negli occhi. "Abbiamo quindi raggiunto un accordo?"
"E sia".
Amir stringe la mano del Turuq, poi gli consegna una grossa borsa. Il derviscio si inchina profondamente, quindi esce in silenzio dalla stanza.

"Avete fatto un ottimo lavoro, ecco il vostro compenso" dice il nababbo, appoggiando sul tavolo un sacchetto tintinnante. "Per ora potete riposarvi, non ho altri incarichi urgenti da affidarvi".
"E' sempre un piacere lavorare per lei" esclama Fiona, afferrando il denaro. "Quando avrà ancora bisogno di noi, ci troverà alla Duna di Zaffiro".

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