sabato 20 giugno 2015

0043 - il padrone del rifugio

Mentre Delorean libera il ragazzo dalle bolas, un elfo dai corti capelli biondi scende dal ballatoio e si ferma a pochi passi dal gruppo. "Buongiorno stranieri. Io sono Ramesh, il padrone di questo rifugio. Posso sapere cosa sta succedendo?"
"Siamo dei poveri viandanti che se ne stanno andando" gli risponde Zigfrid, senza degnarlo di uno sguardo. "Legagli le mani ed andiamo" sussurra a Miodrag.
"Gradirei che non usaste la violenza all'interno del mio rifugio. Avete terrorizzato i miei ospiti e sono preoccupato per la loro incolumità".
Zigfrid assume un'espressione sconcertata. "Violenza? Noi? Si sta sbagliando".
L'elfo fa una smorfia, poi indica la mano del mago. "Posso farle notare che non ha ancora mollato il mignolo del ragazzo?"
Zigfrid molla la presa sul dito e si infila la mano in tasca, mentre Miodrag ammanetta i polsi di Miles.
"Posso sapere qual è il crimine per cui lo state arrestando?"
Fiona si frappone tra l'elfo e l'halflig. "Non lo stiamo arrestando. Il ragazzo non ha commesso nessun crimine".
"E perché allora lo state ammanettando?"
"Solo perché non si faccia male da solo!" esclama la ladra. "Ha visto quant'è imbranato, quando corre? Potrebbe farsi male o far del male a qualcuno dei suoi ospiti!"
Ramesh rivolge lo sguardo sul ragazzo. "E' la verità, giovanotto?"
Mentre Miles apre la bocca, Zigfrid esclama: "Diglielo che non ti stiamo arrestando! Se fossi colpevole di qualcosa, tipo di rapimento, dovremmo chiamare le guardie, giusto?"
Il ragazzo apre la bocca per dire qualcosa, ma poi si blocca. Il suo sguardo si fa pensieroso, poi improvvisamente si illumina. "Giusto. Non ho fatto nulla. Mi stanno solo aiutando a non farmi male da solo".
Ramesh scruta serio il ragazzo, poi si fissa sul mago. "Se lo dice il giovanotto, sarà la verità. Vedete, qui noi cerchiamo di fare del bene, di dare da mangiare alla gente bisognosa. Non sentiamo la necessità di ulteriori problemi".
"Ed infatti non vogliamo crearvi problemi. Ecco a lei" dice Miodrag, depositando una moneta d'oro nelle mani dell'elfo e dirigendosi coi compagni verso l'uscita.

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