giovedì 18 giugno 2015

0041 - corsa tra i tavoli

Il gruppo percorre le strette vie della Lama del Lavoro fino a giungere nei pressi del rifugio Tulloch, un grosso edificio a due piani in mattoni e pietra grezza. L'ingresso principale è una robusta porta in legno a doppio battente in cui è stata ricavata una porticina più piccola, davanti alla quale staziona un monaco che suda copiosamente dentro ad un saio rattoppato. Molte persone dall'aspetto trasandato entrano ed escono dalla porticina, ed a tutti l'uomo porge una piccola cassetta per le offerte. Poche persone si fermano per lasciare del denaro.
Fiona si avvicina all'uomo, che si gira e le rivolge un sorriso stanco. "Salve, buon uomo. E' questo il rifugio Tulloch?"
"Buongiorno straniera! Sì, è nel posto giusto. Non vuole fare un'offerta per i poveri?" dice il monaco, protendendo la cassetta.
Fiona estrae una moneta d'oro dal borsello e la infila nella fessura. Un grosso sorriso si dipinge sul volto dell'uomo mentre si inchina per ringraziare. "Ci fossero più persone gentili e generose come lei! I poveri che non hanno di che vivere saranno felici di poter mangiare! Grazie, grazie e ancora grazie!"
"Forse puoi darci una mano. Cerchiamo due ragazzi, uno si chiama Miles e l'altro Lotch".
"Sì, li conosco" risponde il monaco, asciugandosi il sudore con una manica. "Sono due giovanotti dall'animo un po' turbolento che frequentano questa comunità".
"Li hai visti, ultimamente?"
"Mi pare di averli visti entrare. Tra poco servono il pranzo".
"E li hai mai visti in compagnia di una ragazza?"
L'uomo si gratta la testa. "Mi faccia pensare... no, non mi pare. Li ho sempre visti da soli".
"Si mettono spesso nei guai?"
"Non saprei... so solo che sono un po' scapestrati, ma non li conosco molto bene".
Miodrag si sposta accanto alla porta, socchiude gli occhi e scruta all'interno. "Sono mai stati arrestati dalle guardie cittadine?"
"" risponde il monaco, "come gran parte delle persone che frequentano il rifugio. Di solito vengono accusati di vagabondaggio su suolo pubblico, ma è solo una scusa usata dalle guardie quando si vogliono sfogare su un poveraccio dopo una brutta giornata. Alcuni invece si fanno arrestare apposta per avere un posto fresco dove trascorrere la giornata. Le celle della prigione hanno le mura spesse".
Miodrag guarda i compagni e poi varca la soglia. "Vediamo che servono di buono oggi".
"Venite, vi faccio strada" dice l'uomo, che si affretta ad entrare nel rifugio per godersi un po' di fresco. Con un gesto della mano indica ad un novizio di avvicinarsi, gli consegna la cassetta delle offerte e gli fa cenno di uscire, quindi si dirige verso le tavolate insieme al gruppo.
Nel grande salone una cinquantina di persone stanno consumando il pasto, sedute attorno a numerose tavolate in legno. Alcune figure avvolte nel saio camminano tra i tavoli, mentre altre passeggiano lungo un ballatoio che circonda la sala e su cui si affacciano molte stanze. Dalla porta che dà sulla cucina arriva un forte odore di stufato, mentre l'aria è impregnata di sudore e cavolo bollito.
Zigfrid si avvicina al monaco. "Ce li può indicare, per favore?"
Il monaco si guarda attorno, poi indica un tavolo. "Ecco, sono quei due. Miles! Lotch! Venite qui!"
I due ragazzi alzano la testa dal piatto e si girano per guardare chi li sta chiamando. Miles si alza lentamente e con le spalle curve si avvicina, mentre Lotch sfreccia per la sala e si fionda nella cucina.
Miodrag e Fiona fanno per lanciarsi all'inseguimento, ma Zigfrid li ferma con un cenno della mano. "Meglio concentrarci sul suo amico" sussurra, "non roviniamo l'effetto sorpresa".
Il mago si avvicina con passo sicuro al ragazzo che lo sovrasta, sale su una panca e gli afferra la maglia. "Allora... dove sta scappando il suo amico?"
Miles gira il collo e spalanca la bocca, notando che il suo amico non è dietro di lui. Poi sposta lo sguardo sul mago, poi di nuovo alle sue spalle, quindi di nuovo sul mago.
"Stiamo cercando una ragazza" inizia Zigfrid, mentre gli occhi del ragazzo si posano sulla mano che gli sta trattenendo la maglia per poi tornare a fissarsi sull'halfling.
"Io non so niente, ve lo giuro" piagnucola Miles.
"Ci è stato riferito che è stata vista con voi" continua il mago, strattonando un po' la maglia.
Lo sguardo del ragazzo si abbassa di nuovo, mentre le sue mani avvolgono quella del mago e fanno leva, spingendole via. Zigfrid allunga il braccio per tentare di agguantarlo di nuovo, ma tutto quello che riesce ad afferrare è un lembo della maglia che si strappa sotto le sue dita. Miles comincia a chiamare a gran voce Lotch, mentre corre tra i tavoli travolgendo un paio di avventori ed inciampando più volte nei suoi stessi piedi. Zigfrid brontola qualcosa, poi stende le mani e con gesti rapidi invoca un incantesimo. La segatura che copre il pavimento davanti al ragazzo si trasforma in grasso, ma il suo precario equilibrio non sembra risentire dello strato scivoloso. Miles continua la sua corsa barcollante tra i tavoli e le panche, sbattendo più volte le ginocchia ed i fianchi, quindi si scapicolla verso la porta della cucina.
Miodrag estrae dalla borsa delle bolas e, dopo averle fatte roteare sopra la testa, le lancia verso il ragazzo. Le due sfere si allargano, tendendo la cordicella che si arrotola attorno alle caviglie di Miles. Il giovane si raddrizza e piomba a terra, battendo violentemente il naso sul duro pavimento.
"Lootch..." biascica Miles, mentre Zigfrid si avvicina e gli alza la testa, afferrandolo per i capelli.
"Stavamo dicendo?"

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